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Immagine di Decarnation | Recensione - Tra Lynch e Satoshi Kon
Recensione

Decarnation | Recensione - Tra Lynch e Satoshi Kon

Decarnation pesca a piene mani dalle opere di Satoshi Kon e Lynch, limitandosi spesso a emulare senza proporre qualcosa di nuovo. Ecco la recensione.

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 30/05/2023 alle 12:18
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In sintesi

  • Ispirato alle opere di Satoshi Kon e David Lynch
  • Temi psicologici complessi e profondi
  • Interamente basato sulla forza della storia
  • Pro
    • Storia ben narrata, tra riuscite rappresentazioni di baratri profondi, lotte interiori e riscatti personali...
    • Uso di simbolismi, analogie e tecniche narrative a cui è difficile trovare punti deboli
  • Contro
    • ... Ma davvero sin troppo simile alle opere a cui si ispira
    • Testi spesso prolissi e sovrabbondanti

Il Verdetto di SpazioGames

7.7
Decarnation somiglia sin troppo alle opere a cui si ispira, finendo spesso per emularle senza sforzarsi granché per proporre qualcosa di unico. Al di là di alcuni buoni momenti, con trovate che abbiamo trovato perfette per mostrare l'interiorità sconquassata della protagonista, non vengono aggiunti temi di grande rilevanza rispetto a quelli già trattati in modo inappuntabile dai maestri del genere. Trattandosi di un titolo basato interamente sulla forza della storia, ed essendo questa molto derivativa, l'opera sviluppata da Atelier QDB resta comunque un esperimento molto riuscito anche al netto delle scopiazzature che emergono durante le circa sette ore di avventura.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Decarnation
Decarnation
  • Sviluppatore: Atelier QDB
  • Produttore: Shiro Unlimited
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , SWITCH
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 31 maggio 2023

Prima di giocare a Decarnation è necessario che guardiate Perfect Blue di Satoshi Kon e Mulholland Drive di David Lynch.

Dovreste farlo non solo perché sono le principali fonti di ispirazione degli autori, ma anche per comprendere meglio temi, modalità narrative e soprattutto limiti dell'opera oggetto di analisi.

Decarnation è a suo modo un unicum per il medium di riferimento, perché sono rari i casi in cui un gioco riesce a spingersi in profondità verso i territori inesplorati della mente senza ricorrere ai soliti cliché.

Ampliando lo sguardo verso altri media, e facendo quindi un paragone diretto con le produzioni che sono almeno trent'anni avanti rispetto a quanto provato, Decarnation non va oltre ciò che si è già visto, limitandosi a emulare, citare e muoversi lungo binari predefiniti.

Dà il meglio di sé quando osa e propone piccole novità, ma possono bastare da sole per decretare il successo di un'opera?

Decarnation, storia di una personalità in disgregazione

In Decarnation, il giocatore seguirà la storia di Gloria, ballerina di cabaret a Parigi durante l'inizio degli anni '90. Il lavoro non va più così bene e si iniziano ad affacciare le prime preoccupazioni fisiche di chi si avvicina ai trent'anni, la sua relazione è sul punto di sfilacciarsi, l'autostima latita pericolosamente e le domande sul futuro diventano sempre più frequenti e pressanti.

I rapporti con la madre non sono così idilliaci, e la sua vita in appartamento non è tra le più felici, mentre è immersa nella sua solitudine e nelle sue soffocanti ossessioni. 

Immagine id 1561
Gloria e sua madre sembrano sempre piuttosto distanti.

C'è però un misterioso benefattore che a quanto pare sarebbe pronto a farle l'offerta della vita, ma è proprio da quel momento che il confine tra realtà e finzione inizia a sfumare, mentre per Gloria si apre il profondo baratro di una disgregazione personale che diventa delirio, perdita di sé, oblio della depressione più nera.

Ce ne accorgiamo già dalla prima fase, quando viene chiamata a posare nuda per uno scultore che esporrà la sua opera in un museo a cui Gloria farà visita. Simbolicamente, l'impatto con l'altra sé e con una visione inquietante e distorta che s'impadronirà della realtà la manderà nel panico, e di lì a breve la situazione, in un susseguirsi di eventi che vi lasciamo scoprire, precipiterà rovinosamente.

In maniera non dissimile da quanto visto proprio in Perfect Blue (trovate su Amazon il manga), ma anche in modo affine ai cambi di prospettiva tanto cari a Mulholland Drive (e ad altre opere dei due autori chiave), Decarnation si trasforma ben presto in un gioco di specchi dove si riflettono le realtà, gli incubi, le paure, le visioni oniriche, le proiezioni mentali e i non-luoghi dell'inconscio di Gloria, facendo perdere volutamente la bussola al giocatore.

Immagine id 1563
Le aspirazioni di Gloria dovranno ben presto scontrarsi con la dura realtà.

L'immobilismo psicologico viene proiettato nel mondo da incubo che sarete costretti ad attraversare.
In modo decisamente meno cervellotico rispetto alle opere cinematografiche di riferimento e grazie all'ausilio di un racconto che si fa più leggibile nel corso delle circa sette ore che impiegherete per finirlo, Decarnation riesce a sfruttare i diversi piani in cui si pone proponendo sempre prospettive credibili e ben strutturate.

Sebbene durante le prime ore verrete sballottati da una scena all'altra senza capire immediatamente cosa Gloria stia vivendo, è tramite i numerosi simbolismi che Decarnation riesce a raccontare al meglio il disagio della protagonista, angustiata dalle difficoltà della vita, dal presente con poche certezze e da un futuro che la atterrisce.

Questo immobilismo, che è soprattutto psicologico, viene proiettato nel mondo da incubo che sarete costretti ad attraversare, che ben dipinge la percezione da trappola senza via di scampo in cui Gloria si agita con terrore.

Decarnation è pieno zeppo di dialoghi ed è interamente in inglese, e questo chiaramente è un grande ostacolo per chi ha serie difficoltà con la lingua. Ciò diventa ancora più vero se si considerano la complessità dei temi e le modalità per nulla lineari con cui viene narrata la storia, che è un grande puzzle con salti temporali dove solo nella coda dell'avventura è possibile tirare le fila e giungere alla reale conclusione.

Per gran parte del tempo, in Decarnation dovrete semplicemente camminare lungo gli scenari e interagire coi pochi elementi di gioco: si tratta di un titolo interamente basato sulla forza della storia, con un gameplay molto striminzito ed essenziale.

Se questo sia un bene o un male sta al vostro gusto decretarlo, ma ciò che possiamo dirvi con certezza è che sarebbero bastate meno ore per raccontare questa storia, che talvolta si dilunga con riempitivi di scarso interesse e che nulla aggiungono a un quadro tutto sommato già ben delineato.

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Uno dei mostri dal design più riuscito, che ben simboleggia l'ingabbiamento mentale di Gloria.

Alla ricerca di sé

A inizio articolo vi abbiamo invitato a guardare quei due film anche per capire bene quante analogie siano presenti nella storia narrata, che a volte cita e omaggia – mentre altre volte ancora tende molto a scopiazzare, limitandosi ad apportare le opportune modifiche necessarie a fornire più spunti al sistema di gioco.

 Decarnation funziona di più quando si rende unico, ossia quando usa le caratteristiche di spicco del videogioco per raccontare e far immedesimare il giocatore nell'incubo che ha travolto Gloria.

Nell'area che rappresenta il suo inconscio in subbuglio, che è di gran lunga la più riuscita, è possibile notare in maniera piuttosto chiara quali siano le sue emozioni e cosa stia vivendo la ragazza.

Immagine id 883
Sbagliare il ritmo dei tasti, in determinati momenti specifici di gioco, vi porterà a questa situazione

Non solo tramite il caos delle architetture o tramite le branche nerastre che sembrano avviluppare tutto fino a comprimere e impedire di respirare, ma anche attraverso le figure orrorifiche che si aggirano lungo gli ambienti e le musiche dell'impareggiabile Akira Yamaoka.

 Il maestro, noto per le musiche e per il sound design della saga di Silent Hill, ha composto per l'occasione dieci tracce, ma bisogna ammettere che solo un paio sono degne di menzione.

Decarnation prevede pochissimi scontri, che si contano sulle dita di una mano. Rappresentano però degli stati d'animo cruciali, dei blocchi, delle inclinazioni personali tossiche o degli atteggiamenti che impediscono di superare gli stalli determinati dalle difficoltà.

Queste poche boss fight vanno superate muovendosi lungo le piccole arene e premendo a tempo dei tasti. Questa tendenza tipica dei giochi ritmici viene proposta anche in degli intermezzi, ma non sempre sono così precisi come ci si aspetterebbe.

Se li fallirete durante uno scontro dovrete ripetere la battaglia, mentre se andate fuori tempo negli intermezzi vi ritroverete inseguiti da una figura demoniaca che non smetterà di darvi la caccia fin quando non schiverete per un numero sufficiente di volte gli ostacoli che proveranno a interrompere la vostra corsa verso la salvezza.

Diversi dei puzzle rappresentano la lotta interiore della protagonista.
I puzzle presenti in Decarnation sono piuttosto semplici e intuitivi, non rappresentando mai motivo di reale difficoltà. Quelli utili per sgattaiolare via dei mostri che vogliono fagocitarvi, invece, prevedono passaggi rapidi lungo zone di luce, punti in cui le ombre si disgregano e non rappresentano mai un pericolo.

Queste sezioni, assieme ad altre altamente simboliche, rappresentano la lotta interiore di Gloria. Allo stesso modo, quelle sezioni dove si trova rinchiusa in una prigione mentre discute con un uomo di cui non vi sveliamo l'identità, sono rappresentazioni di come sia difficile abbandonare abitudini e certezze (spesso deleterie e costrittive) che impediscono di evolvere e crescere come esseri umani.

Decarnation è proprio in questo che eccelle, mentre per tutto il resto sembra quasi di assistere a una trasposizione videoludica della summa di ciò che hanno già creato mostri sacri come Kon e Lynch. Gli autori del gioco, proprio come Gloria, dovrebbero forse credere di più in loro stessi, osare di più e fare un salvifico salto nel buio.

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