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Recensione

World of Warcraft: The Burning Crusade

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Avatar di Fabfab

a cura di Fabfab

Pubblicato il 30/01/2007 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.4

Il momento è finalmente giunto! Dopo mesi di rinvii, indiscrezioni e patch, The Burning Crusade, la prima espansione del più conosciuto ed amato gioco di ruolo on-line è finalmente uscita! All’estero si parla di code fuori dai negozi e resse gigantesche per accaparrarsene una copia, in Italia la situazione si è rivelata molto più tranquilla e copie del gioco sono facilmente reperibili presso qualunque negozio specializzato e centro commerciale.

Ma non lasciatevi ingannare da quanto detto: l’attesa per il gioco era alta anche da noi e lo testimonia il fatto che sui server maggiormente frequentati dagli italiani, Crushridge e Hakkar, si è verificato un affollamento tale di giocatori da determinare frequenti crash ed un persistente fenomeno di lag, almeno nelle ore di punta. Come noto per i giocatori italiani non esistono server dedicati, come invece accade per inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli e The Burning Crusade ha sollevato ancora una volta il problema. Insomma, d’accordo che gli italiani come giocatori sono in numero inferiore, ma considerando che l’espansione non prevede giorni gratuiti di prova, dover subire un servizio a pagamento tanto scadente non può non sollevare qualche critica.

Detto questo, ora occupiamoci del gioco vero e proprio. The Burning Crusade si presenta con un duplice approccio al gioco: da una parte permette finalmente di superare il livello 60, consentendo a tutti quei giocatori che da mesi, o addirittura anni, erano bloccati a quel punto di guadagnare nuova esperienza e poteri fino a giungere al livello 70, il nuovo limite. Dall’altra, introduce due nuove razze e due nuove starting zones, una per l’Alleanza ed una per l’Orda, in cui videogiocatori di vecchia data possano riscoprire il piacere di ripartire con un personaggio e quest tutte nuove, almeno nella prima parte di gioco.

Come noto le due nuove razze sono gli Elfi del Sangue, o Bloodelves, e i Draenei.

I Bloodelves giungono in risposta ad una lamentela legittima dei giocatori del lato Orda, quella cioè di non disporre di personaggi fisicamente “attraenti” ma solo di mostri: i nuovi elfi sono decisamente belli ed atletici e soddisfano in peno le esigenze estetiche degli utenti. La loro starting zone è collocata all’estremo nord-est degli Eastern Kingdoms, un’area un tempo verde e florida ma ormai seriamente compromessa dall’avanzare della corruzione e dei mostri che ad essa si accompagnano. La stessa capitale, Silvermoon, splendida ed imponente, è spaccata a metà, con una parte ormai perduta dove si combatte duramente per la vita. Per sopravvivere in questo ambiente ostile ed isolato dal resto del mondo, i Bloodelves puntano esclusivamente sull’accumulo di nuovo potere e sull’allenza con i vecchi nemici dell’Orda.Come abilità di razza i Bloodelves dispongono di una particolare affinità con il mana, che permette loro di assorbirlo dagli avversari ed utilizzarlo per i propri scopi. Tra le classi disponibili per questa razza, spicca quella del paladino, in precedenza un’esclusiva dell’Alleanza.

Dal canto loro i Draenei introducono una variante aliena tra le razze selezionabili dall’Alleanza: se infatti i Bloodelves sono un’antica razza corrotta dal potere, i Draenei devono la loro comparsa in Azeroth allo sfortunato incidente che li ha fatti precipitare sul pianeta. La loro origine si riflette dunque anche sulle caratteristiche associate alla razza, che si presenta come la più tecnologica tra quelle selezionabili. L’aspetto è quello di satiri blu, con tanto di zampe caprine e corna sulla testa: e se i Bloodelves presentano tratti più raffinati, i Draenei appaiono invece piuttosto tozzi e massicci, con maschi grandi e muscolosi e donne lievemente più delicate. La loro capitale, The Exodar, è situata in un’isola poco a sud di Teldrassil ed infatti è raggiungibile via nave. Inoltre, al pari dei Bloodelves, i Draenei possono specializzarsi in una classe che fino ad ora era esclusiva dell’Orda, quella degli sciamani.

Una considerazione relativa alle due nuove starting zones. Di certo nuove aree e nuove quest invogliano anche i giocatori più smaliziati a provare a dar vita ad un nuovo personaggio: passare di livello è un’operazione ancora più rapida che in passato, almeno all’inizio, ed esplorare aree completamente nuove con un personaggio di livello adeguato (non troppo potente, per intenderci) è decisamente piacevole. Tra le due aree la più riuscita mi pare quella dei Bloodelves, sia per il carisma della nuova razza che per le missioni che ben caratterizzano la loro società (si assiste sovente ad assassinii, tradimenti, giochi di potere e così via). Tuttavia in entrambi i casi l’impressione è di trovarsi in aree periferiche, introdotte a forza nella mappa di gioco e strapiene di nuovi personaggi, ma di scarso interesse per i giocatori più esperti, al di là della curiosità iniziale di esplorare una zona inedita: difficile trovare le folle di giocatori che normalmente popolano le altre capitali del gioco.Inoltre fa piacere che adesso non ci siano più limitazioni di classe in base alla fazione scelta, ma dopo due anni di vita forse alla Blizzard avrebbero dovuto prendere in considerazione anche l’introduzione di nuove classi. Invece ci dobbiamo accontentare solo di un nuovo mestiere, il Jewelcrafting, che consente di potenziare l’equipaggiamento dotato di appositi slot in cui inserire le gemme.

Oltre alle due nuove capitali, The Burning Crusade mette a disposizione un intero, nuovo mondo, Outland, visitabile una volta oltrepassato il Dark Portal, a sua volta diviso in sette territori dalle caratteristiche geologiche uniche. Outland rappresenta il cuore della nuova espansione, un nuovo mondo pensato per chi abbia raggiunto il 60° livello (ma si può entrare già al 58°), ricco di nuove quest e nuove istance, vale a dire i dungeon da affrontare in gruppo. L’ambientazione è molto originale e, soprattutto, decisamente diversa da quanto visto su Azeroth finora. Ci si trova a muoversi in un mondo totalmente alieno, una sorta di grande meteorite che vaga nello spazio, con spettacolari cieli stellati e ambientazioni decisamente fuori dal comune. Questo rappresenta allo stesso tempo un elemento positivo, per l’originalità, e negativo, perché la particolarità di certi paesaggi potrebbe non venire incontro a chi predilige ambientazioni più classiche e bucoliche.

Il primo impatto con la nuova zona è piuttosto duro. Chiunque non disponga di un equipaggiamento epico (blu o meglio viola, per intenderci), troverà piuttosto impegnativi già i primissimi combattimenti della Hellfire Peninsula, l’area di ingresso al nuovo mondo. I nemici sono duri da abbattere e il loro respawn è molto rapido. In compenso l’esperienza per ogni uccisione è molto alta e fin da subito vengono droppati (vale a dire rilasciati dai nemici abbattuti) pezzi di equipaggiamento molto potenti, per cui in breve è possibile diventare più competitivi. Le nuove zone, per quanto ampie, sono solo sette, e sono visitabili sia dall’Alleanza che dall’Orda. Questo sui server pvp significa uno stato di guerra perenne, anche se l’attuale affollamento ha portato ad una sorta di tregua tra le due fazioni e non è raro vedere giocatori dell’Orda e dell’Alleanza “questare” uno accanto all’altro senza disturbarsi. Bisogna però vedere quanto durerà questa sorta di tregua, anche in considerazione del fatto che lo scontro è ulteriormente fomentato dalla presenza di battlegrounds all’aperto, alla maniera di Silthius per intenderci. A proposito di quest, se ne trovano in quantità esagerata e questo rende molto divertente ed utile esplorare ogni remoto angolo della mappa per completarle. L’impressione è che guadagnare questi dieci livelli aggiuntivi richieda molto tempo, giocando normalmente. Ma la cosa non vale per gli utenti più accaniti, e già dal secondo giorno dell’espansione non è raro imbattersi in personaggi di livello 65. Diciamo che a seconda del vostro approccio al mondo di World of Warcraft arrivare al livello 70 potrebbe richiedere qualche mese oppure pochi giorni.

A quanto detto sopra si aggiungano le prevedibili, numerose nuove istance, da fare in gruppo o in raid da 25 giocatori, i nuovi battlegrounds, tra cui quelli inediti all’aperto, e l’arena. Insomma, un sacco di novità in cui perdersi durante la strada verso il livello massimo, che poi diventeranno inevitabilmente il pane quotidiano dei giocatori che raggiungono il 70° e desiderino recuperare equipaggiamenti epici.

Tecnicamente parlando ci troviamo di fronte al solito, eccellente lavoro di Blizzard. Non che il comparto grafico appaia diverso rispetto a prima, ma come al solito i programmatori americani sono riusciti a dare vita a nuovi mondi bellissimi da esplorare, grazie ad un motore grafico che – dettaglio più, dettaglio meno – riesce a far girare tutto senza problemi su qualunque computer si utilizzi, o quasi. A questo si aggiunga un buon doppiaggio ed un’eccellente colonna sonora che accompagna il videogiocatore nel corso delle sue innumerevoli peregrinazioni.Unico problema nella fruibilità del titolo è rappresentato dall’utilizzo esclusivo della lingua inglese, ostacolo facilmente aggirabile con un minimo di impegno e l’aiuto di qualche gilda italiana.

Si ringraziano i giocatori Exedes e Oberona e la gilda italiana de I Signori di Ethengar per il prezioso contributo alla stesura dell’articolo.

HARDWARE

Requisiti minimi:Windows 2000/XP, Processore a 800 MHz, 512 MB di RAM, Scheda video da 32 MB con supporto al Transform and Lighting (NVIDIA GeForce), DirectX 9.0c, 10 GB di spazio libero su Hard-Disk, Connessione a internet

MULTIPLAYER

Per giocare on-line a World of Warcraft ed alla sua espansione The Burning Crusade occorre attivare un account il cui costo è di 12,99€ mensili.

– Resta il miglior mmorpg sulla piazza

– Due nuove razze

– Limite innalzato al lv. 70

– Nessuna nuova classe

– Nessuna vera novità

8.4

The Burning Crusade è finalmente arrivato sui nostri Pc, ma bisogna dire che per un’espansione tanto attesa e a lungo rimandata, l’impressione generale è che si poteva fare qualcosina di più. Così com’è, infatti, non sembra molto diversa da una corposa patch: due nuove razze, nuovi territori, un nuovo mestiere, nuove quest, istance, battlegrounds. Ma il sistema di gioco è rimasto sostanzialmente invariato, e la maggior parte del tempo lo si passa ad acquisire quest e ad uccidere mob. Chi non si è ancora stancato di questo sistema allora troverà parecchio con cui divertirsi, ma chi dopo anni di combattimenti cominciava ad avvertire la stanchezza di fare sempre le stesse cose, difficilmente troverà molti stimoli in questa espansione. Rimane comunque il fatto incontrovertibile che al momento World of Warcraft é il miglior mmorpg sulla piazza e che grazie alle innovazioni introdotte adesso è finalmente possibile divertirsi e acquisire oggetti rari anche senza dedicare ore ed ore al gioco, un bel passo in avanti

rispetto a prima…

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