L’industria videoludica è stata colpita duramente dai problemi economici mondiali, anche se può non sembrare così dopo un’occhiata superficiale. Le grandi software house sempre più spesso si affidano (stupidamente) a luminari autoproclamati dell’economia per decidere come muoversi nel mercato, grandi società tarpano qualunque velleità creativa “particolare” degli sviluppatori per dar vita a progetti banali ma di sicura presa sul pubblico medio, e pochi CEO hanno il cervello di capire che forse è il caso di evolversi invece di riproporre di continuo la solita pappa se si vuole andare di pari passo con la crescita dei videogiocatori.
Non è un quadretto roseo, non c’è che dire, ma è bello constatare come, ora che i soldoni sembrano quasi tutti in mano a gente che non dovrebbe nemmeno vederli con il binocolo in questo campo, siano stati proprio i giocatori e gli sviluppatori a smuovere le cose, supportando e creando dal nulla progetti originali e dando visibilità a ragazzi di incredibile talento tramite Kickstarter e i finanziamenti diretti alle case.
Vero, Kickstarter non è perfetto, e il passaparola di certo non ha l’effetto a cascata di un marketing milionario fatto come si deve, eppure ogni tanto qualcosina spunta dalla massa, e riesce a farlo solo grazie alle sue qualità.
Nel caso di Valdis Story: Abyssal City, la cosa è successa quasi di botto dopo un’offertona durante i saldi invernali di Steam: titolo poco noto e poco pubblicizzato, questo gioco ispirato ai migliori Castlevania ha catturato tutti quelli che l’hanno provato, e ottenuto un finanziamento di molto superiore ai miseri 8000 dollari richiesti nella sua campagna Kickstarter.
Pure dalle nostre parti il progetto è passato in sordina, disperso tra i tanti titoli autofinanziati che rimangono nell’ombra. Grosso errore, anzi, enorme. Perché Valdis Story: Abyssal City non è solo un omaggio ai Castlevania, bensì un gioco che sprizza passione da ogni poro e che merita di esser provato da chiunque.
Guerra tra dee
La narrativa di Valdis Story è sorprendentemente elaborata. Voi vestite i panni di Wyatt e Reina, guerrieri in un mondo dilaniato dalla guerra tra due dee maligne chiamate Alagath e Myrgato. Insieme a un gruppo di combattenti fuggiti dalle schiere degli angeli e dei demoni al servizio delle divinità, la coppia segue le orme del padre di Wyatt (un poderoso guerriero noto per essere una delle peggiori spine nel fianco di Myrgato) alla ricerca di un modo per distruggere una volta per tutte le due terribili entità. Le cose vanno letteralmente a fondo però, quando due enormi bestie marine fanno colare a picco la nave dei protagonisti, e il gruppo si ritrova all’improvviso in una città sottomarina protetta da un misterioso potere magico e invasa dalle armate angeliche e demoniache per motivi ignoti. Alla ricerca di indizi, Wyatt e Reina dovranno trovare i membri della loro brigata e scoprire i misteri della città abissale.
Non sarà una trama unica, ma va detto che gli sviluppatori si sono impegnati parecchio per tratteggiare un background interessante e caratterizzare degnamente i vari personaggi. Non verrete sommersi da tonnellate di dialoghi, questo è sicuro, tuttavia le vicende di Wyatt riusciranno a catturare molti di voi, ed è già un lato positivo non indifferente per un Vania.
Quando parliamo di “Vania” ovviamente non intendiamo una vecchia comare, bensì un gioco costruito attorno alle basi poste dai migliori titoli della serie Castlevania. Si parla di una mappa complessa e tutta da esplorare divisa in più stanze, di una grafica bidimensionale e di un misto di platforming e combattimenti con elementi gdr sparsi nell’insieme. Valdis Story, ad ogni modo, fa di più. Da una parte questo titolo è infatti un omaggio a un classico come Simphony of The Night, ma dall’altra cerca di ampliare la formula inserendovi elementi tipici degli action hack ‘n’ slash e un sistema di sviluppo alquanto approfondito, da gdr dei bei tempi andati.
I nemici che incontrerete durante la campagna, oltre che molto variegati, saranno in grado di difendersi e di utilizzare vari tipi di poteri, perciò sia Reina che Wyatt potranno utilizzare combinazioni multiple da action game, con tanto di combo aeree e attacchi pesanti per spezzare la guardia. Non finisce qui: ci sono schivate/scatto chiamate Skill Cancel che interrompono i colpi e donano una breve invulnerabilità, assist variabili dei compagni ritrovati, crafting, e le abilità acquisite gradualmente da Alucard o i poteri assorbiti visti in Aria of Sorrow sono sostituiti in Valdis Story da un bel sistema di magie elementali intercambiabili, che vengono attivate con l’ausilio dei tasti direzionali e offrono una vasta gamma di capacità utili.
La cosa migliore? Non si tratta solo di cure, scudi difensivi e proiettili, ma di tecniche che garantiscono una navigazione migliorata nella mappa, e che pertanto sbloccano zone precedentemente irraggiungibili una volta ottenute. Tale soluzione spinge a ripercorrere tutte le zone già superate dopo aver sconfitto specifici boss, per aprire porte di cui in passato non si aveva la chiave o raggiungere piattaforme su cui non si era in grado di saltare.
Precisiamo che questa formula potrebbe non piacere a tutti. Si parla di un titolo dove gli obiettivi non sono chiaramente indicati, ricchissimo di segreti che possono modificare pesantemente certi elementi della storia, e dove poco o niente viene spiegato al giocatore. Chi è abituato a farsi prendere per mano e odia il backtracking potrebbe rimanere bloccato senza avere idea di dove andare, o venir infastidito da certi boss brutali e da alcune fasi platform davvero infami. Siamo chiaramente davanti a un gioco molto old style, che rafforza una formula non per tutti e potrebbe scoraggiare i gamer meno esperti. Per gli altri, comunque, sarà una vera meraviglia scoprire tutte le chicche nascoste in Valdis Story, e sarà impossibile non apprezzare l’incredibile responsività dei comandi in battaglia o la profondità dello sviluppo del proprio personaggio, che offre senza problemi numerose build concentrate sul corpo a corpo o sulla magia.
Niente vampiri, tanto carisma
Se le qualità del gioco non vi hanno ancora impressionato, ci pensiamo noi a stupirvi. Gli Endless Fluff sono… due persone. Già, una artista e un programmatore/disegnatore, che con il supporto di alcuni amici e compositori hanno creato dal nulla uno dei Vania Games più belli che abbiamo mai avuto modo di provare. Non stupisce che il finanziamento su Kickstarter del gioco abbia superato di moltissimo le richieste iniziali, ma non deve sorprendere anche che, nel prodotto finito, ci siano alcune crepe, legate alla relativa inesperienza degli sviluppatori o ad alcune scelte di game design.
La prima riguarda proprio la responsività dei controlli, impeccabile in battaglia, ma alquanto fastidiosa durante le difficili fasi platform del titolo. Wyatt e Reina si spostano con precisione millimetrica, e basta un colpo sferrato al momento sbagliato o un calcolo leggermente impreciso per volar giù da qualunque piattaforma semovente. Non è un problema reale per chi è in grado di abituarsi rapidamente a un sistema di controllo complesso, ed è parzialmente attutito dalla capacità dei protagonisti di aggrapparsi alle sporgenze, tenete però conto che molti giocatori potrebbero strapparsi i capelli in più zone della città abissale.
Anche la mappatura dei controlli non fa gridare al miracolo. E’ possibile riassegnare tutti i tasti, ma le scelte iniziali sono poco intuitive e potevano venir calcolate meglio. A questo si aggiungono la totale assenza di una mappa globale, molto fastidiosa per chi non ha un buon senso dell’orientamento, e alcune magagne legate all’ottimizzazione, che portano il gioco ad arrancare su certe configurazioni medio-basse nonostante la grafica bidimensionale. Non pensiate peraltro di poter ritoccare nel dettaglio il comparto tecnico, visto che le opzioni disponibili sono estremamente limitate nei settaggi, e potrebbero costringere più di un possessore di super computer a giocare in finestra. Infine, dei quattro personaggi giocabili, solo due al momento sono utilizzabili, poiché Vladyn e Gilda non sono ancora stati bilanciati e completati e verranno rilasciati come DLC gratuito in futuro.
Passate sopra a queste piccole problematiche comunque, e vi troverete davanti a un titolo realmente degno dei classici a cui si ispira, che non mancherà di sorprendere moltissimi appassionati e riesce a stupire persino per le musiche e lo stile dei disegni e delle locazioni. Il fatto che non sia completo al 100%, poi, non è così grave, con un’avventura che si completa in più di 10 ore (che aumentano di brutto se si cercano tutti i segreti e i compagni dispersi di Wyatt), gli sviluppatori al lavoro per aggiungere nuovi boss, ampliare gli assist e completare gli altri due protagonisti, e una campagna rigiocabile selezionando numerose difficoltà, alcune delle quali dedicate solo ai più inarrestabili tra i videogiocatori.
– Struttura simile a quella dei migliori Castlevania, solidissima
– Gameplay elaborato, impegnativo e divertente
– Ha stile da vendere, e un’ottima soundtrack
– Ricchissimo di segreti
– Protagonisti multipli diversificati
– Non tutti i protagonisti sono disponibili al momento
– Qualche problema legato a ottimizzazione e settaggi
– Le fasi platform a volte risultano davvero irritanti
Valdis Story: Abissal City è un titolo indie che merita al più presto una community appassionata e un bel po’ di notorietà. Si tratta dopotutto di uno dei migliori giochi ispirati dai Castlevania che abbiamo mai avuto modo di provare, capace di ampliare la formula con un combat system complesso e dannatamente ben calcolato, e con un approfondito sistema di sviluppo dei personaggi. Se amate i giochi impegnativi, vecchio stile e ricchi di segreti, questo gioiellino nascosto risveglierà in voi sentimenti ormai sopiti, e il tutto a un prezzo tutto sommato ridicolo se paragonato alla sua qualità complessiva. Non è un gioco perfetto, sia chiaro, ma se questa è l’opera prima di questo piccolo team, chissà cosa dobbiamo aspettarci in futuro.