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Recensione

The Wolf Among Us: Cry Wolf

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Avatar di FireZdragon

a cura di FireZdragon

Pubblicato il 16/07/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Siamo giunti infine alla conclusione di The Wolf Among Us. Dopo quasi dieci mesi trascorsi a Fabletown abbiamo imparato a conoscere e apprezzare Bigby, letto perfettamente il carattere di Snow e abbiamo scavato nel passato di decine di coprotagonisti per un’avventura complessiva ricca di alti e bassi. Arrivati a questo punto però tiriamo le somme dell’intera vicenda, cercando di capire se la trama messa in piedi da Telltale riesca a reggersi da sola sulle sue gambe o se invece, come ci era parso nei precedenti episodi, le nostre scelte erano semplicemente degli specchietti per allodole, inutili ai fini della narrazione.

Attenzione – La recensione potrebbe includere alcuni spoiler

Un protagonista dal pelo ruvidoPartiamo dal protagonista quindi, quel Big Bad Wolf che abbiamo visto crescere e maturare nelle settimane, un personaggio costruito sapientemente da Telltale e strutturato in maniera perfetta per un’avventura grafica come questa. Bigby è infatti capace di dimostrare un carattere forte, uno spirito violento e può far esplodere il suo lato selvaggio nei momenti più imprevisti, ma al contempo la storia e il suo rapporto con Snow ci permettono di addomesticare la furia nascosta nel suo animo e trattare con i guanti una persona a noi cara. Abbiamo visto in questo un po’ il Wolverine dei bei tempi: feroce e spietato ma altresì carico di amore nascosto.Spetta quindi al giocatore sviluppare Bigby nel modo che preferisce, tentando magari di dialogare con i sospettati in maniera sensata per aiutare Snow a svolgere il suo lavoro senza problemi, oppure, come abbiamo fatto noi, ignorare il cuore e liberare la bestia, sfogandola indistintamente su tutti i sospettati.Senza freni, senza remore e soprattutto senza legami, il nostro protagonista si rivela un personaggio spietato pronto a spezzare ossa e a mandare al diavolo tutte le convenzioni sociali pur di scoprire la verità. È un cattivo dal lato sbagliato della barricata, un animale senza guinzaglio in cerca di giustizia ma pronto a infrangerla in tutti i modi per chiudere il caso.Questo è l’aspetto che nei cinque capitoli ci ha spinto più di tutti a proseguire nel gioco, proprio per vedere fino a quando Telltale ci avrebbe spalleggiato in questo tipo di comportamento, senza lasciarci ovviamente delusi.Anche in questo quinto episodio, fino all’ultimo minuto, fino all’ultima decisione, Bigby può essere libero di fare quello che vuole e saranno gli altri ad accontentarsi delle sue scelte e decidere se appoggiarlo o mettersi contro di lui. Il giocatore è completamente libero da ogni catena, libero di agire come preferisce e come meglio crede e questo fattore non può essere preso sotto gamba nella valutazione finale.Se dovessimo infatti pensare solo al protagonista il voto potrebbe essere tranquillamente più alto di quello che vedete in calce all’articolo, purtroppo però esistono anche tanti altri fattori che non ci hanno convinto del tutto.In primis i comprimari, spesso apparizioni fugaci dal peso davvero ininfluente, con una Snow che diventa un mero pretesto per instillare dubbi nel cuore di Bigby ma senza divenire incisiva in alcun modo per conto suo. L’impressione che abbiamo avuto insomma è che tutto ruoti troppo attorno allo sceriffo e questo metta in secondo piano le storie e l’importanza di tutti gli altri personaggi. Se dovessimo prendere come punto di riferimento quel The Walking Dead che abbiamo tanto osannato gli anni passati, un rapporto come quello tra Clem e Lee è almeno un paio di scalini sopra qualsiasi interazione si sia vista in questi cinque episodi, non solo come dialoghi ma anche come emozioni trasmesse al giocatore.La storia certamente non aiuta, con fasi di investigazione mai incisive o particolarmente significative, e anche il rapporto con il cacciatore, che poteva e doveva essere maggiormente approfondito, va via via perdendosi con una conclusione che lascia troppi punti in sospeso.

Questione di scelteCry Wolf è la somma di tutte le scelte prese in precedenza ed esattamente come ci aspettavamo Telltale non è riuscita a costruire quella perfetta finzione capace di guidare il giocatore dove esattamente la storia vuole, facendogli credere di essere arrivato lì grazie alle decisioni prese durante il suo percorso. È questo fattore secondo noi che non funziona, svelando già nelle prime ore di gioco il trucco con situazioni ed eventi apparentemente slegati dalle azioni del giocatore. Un segnale sin troppo chiaro e che ci porta a una conclusione senza sfumature, con due scelte da prendere uniche e ben distinte e dove il nostro passato converge inevitabilmente senza influenzarle minimamente.Non possiamo però assolutamente esentarci dall’osannare la spettacolarità di questo ultimo capitolo, con un paio di combattimenti davvero entusiasmanti, sicuramente superiori a quanto visto fino ad ora, seppur con le medesime meccaniche da punta e clicca. Con un plot twist finale da lasciare a bocca aperta, Cry Wolf si pone senza ombra di dubbio come il miglior episodio della serie e speriamo vivamente che nella seconda stagione, che sembra quantomai obbligata, Telltale riesca a mettere a posto i punti deboli della produzione e magari dare anche qualche ritocco alla componente tecnica, ormai davvero zoppicante.

– Azione spettacolare in quest’ultimo capitolo

– Qualche bella sorpresa nella storia

– Molti conti in sospeso

7.5

Se dovessimo dare un giudizio complessivo su questa prima stagione, potremmo dire che The Wolf Among Us è un’avventura grafica che merita di essere giocata anche, e questo è bene ricordarlo sempre, se non riesce ad essere incisiva o a entrare nei cuori delle persone come ha fatto The Walking Dead. Indubbiamente più indirizzata ai fan dei fumetti, che ne apprezzeranno anche le sfumature, la storia si attesta comunque su di un buon livello, pur mancando di dare rilevanza alle decisioni compiute dal giocatore durante tutto l’arco narrativo e limitandosi ad offrire sul finale due scelte ben distinte. Ci aspettiamo grandi cose dalla seconda stagione, speriamo di non restarne delusi.

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