Recensione

The Walking Dead: Episodio 3

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a cura di Slice

Il Verdetto di SpazioGames

9

Chi di voi conosce abbastanza bene TellTale Games saprà che la ormai collaudata formula da serial televisivo ha prodotto titoli che pur essendo divertenti, non mantenevano lo stesso grado di interesse o coinvolgimento per tutta la loro durata, a differenza di quello che lecitamente il giocatore si aspettava. Dopo alcuni clamorosi buchi nell’acqua (Jurassik Park su tutti) TellTale ha calato l’asso nella manica, con quello che si sta rivelando sino ad oggi il loro miglior prodotto.

Chi sono i veri mostri?Nel terzo episodio su cinque chiamato A Long Road Ahead torneremo a impersonare Lee Everett, un uomo di colore dal passato ancora nebuloso che dopo l’incontro con la piccola Clementine ha deciso di prendersene cura. Gli eventi narrati prendono corpo esattamente una settimana dopo le vicissitudini vissute in Starved for Help con il gruppo di sopravvissuti ancora in lotta per salvarsi la pelle dai walkers e con Clementine sempre più desiderosa di arrivare a Savannah.Altro non vogliamo aggiungere, perché se bisogna dare un merito sia agli sviluppatori che al gioco stesso, dobbiamo assolutamente sottolineare il fatto che ci troviamo di fronte al titolo più emotivo e probabilmente disturbante prodotto fino a ora. In due ore di gameplay vedremo la depravazione e il degrado che la mente umana, all’interno di alcune dinamiche di pura sopravvivenza, riesce a raggiungere. Tradimenti, colpi di scena, scelte difficili. Possiamo anche affermare che A Long Road Ahead sia il capitolo con più avventura e pathos. Un capitolo, in cui le scelte fatte avranno davvero un’importanza incredibile. Se avevamo sottolineato come il secondo episodio avesse dato segni di maturità, questa terza incarnazione mette ulteriore carne sul fuoco e aggiunge tasselli importanti all’opera dimostrando che il lavoro svolto dagli sviluppatori californiani si avvicina in maniera credibile a quello che la serie realizzata da Kirkman ha sempre cercato di trasmettere. Tra i tanti meriti che possiamo dare a questa serie di giochi, c’è anche l’incredibile empatia che si riesce a stabilire con il  protagonista. Le scelte che faremo fare a Lee non solo influenzano in maniera tangibile l’evolversi degli eventi, ma entrano pienamente nella testa del giocatore come pochi altri giochi hanno saputo fare. Un costante senso di instabilità che porta a chiedersi continuamente se una determinata decisione sia stata giusta o sbagliata, e come quella scelta abbia influito sulla relazione con la piccola Clementine, ma anche con il resto del gruppo. Una parabola in costante ascesa quindi, che speriamo continui a puntare verso l’alto anche dei successivi due capitoli che completeranno l’opera.

Una lingua sempre più necessariaOrmai siamo di fronte alla terza analisi su The Walking Dead e per l’ennesima volta ci troviamo a dover sottolineare gli stessi identici difetti, già menzionati precedentemente. Come sempre la più grossa lacuna è la mancata localizzazione nella nostra lingua madre. Tutto quello che abbiamo scritto sopra riguardante scelte da fare, sensazioni e stati d’animo sono pienamente percepibili solamente da chi ha una più che discreta conoscenza della lingua inglese. Avere la possibilità anche di poter contare su dei semplici sottotitoli, avrebbe dato l’opportunità ad ogni tipo di giocatore di comprendere a pieno ogni singolo evento. Intendiamoci, non si parla di un vero e proprio difetto, quanto di una leggerezza che, vista la qualità in costante crescita del prodotto, poteva meritare qualche attenzione in più.Parlando di difetti veri e propri invece dobbiamo sottolineare qualche calo di frame rate qua e là – anche se in quantità minore rispetto i capitoli precedenti – e un lip sync non sempre perfetto. Tirando le somme possiamo quindi dire che A Long Road Ahead aumenta in maniera tangibile le già ottime sensazioni avute dai precedenti due episodi, proponendo un capitolo ricco di avventura, nuove conoscenze e una serie di scelte morali moto crude e dirette. Se vi siete lasciati prendere dai due precedenti episodi, questo non farà altro che aumentare la voglia di scoprire come la vicenda andrà a finire, per tutti gli altri invece, vi consigliamo di dare un’occhio a quella che si sta rivelando a tutti gli effetti la migliore produzione di TellTale Games, a patto ovviamente di avere una buona conoscenza della lingua inglese.

– Tutte le scelte fatte nei precedenti episodi hanno un seguito

– Gioco sempre più psicologico nelle situazioni che bisogna affrontare

– Storia che convince

– Qualche difetto tecnico

– La sola lingua inglese può influire sulla completa comprensione dei dialoghi

9.0

The Walking Dead Episode 3: A Long Road Ahead continua la storia di Lee, Clementine e degli altri superstiti portando il giocatore a compiere scelte sempre più estreme e controverse. Se avete amato i due precedenti episodi e ve ne siete innamorati, potete comprare questo capitolo ad occhi chiusi. A tutti gli altri invece consigliamo una prova preventiva per capire se la sola lingua inglese può risultate o meno un problema.

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