Recensione

Shift 2: Unleashed

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a cura di ViKtor

Tra le tante serie che la Electronic Arts ha portato definitivamente su console, Need for Speed risulta la classica eccezione che ancora resiste su piattaforma PC. I motivi dell’attuale successo del brand, d’altronde, sono da ricercare anche nelle tecnologie pionieristiche utilizzate dagli episodi del passato, i quali furono tra i primi videogiochi a sfruttare librerie all’avanguardia quali l’OpenGL e il 3DFX, attraendo così un’ampia fetta di pubblico. Non sorprende dunque che oggi ci troviamo a recensire la versione PC di Shift 2: Unleashed, dopo aver già valutato la controparte console.

La lunga vita del pilotaDoverosa premessa: il titolo Slighty Mad Studios è uguale in tutto e per tutto (o quasi) alla controparte console: la modalità fulcro è dunque sempre la carriera, debitamente rivista e profondamente migliorata rispetto a quella del predecessore. Anche se il principio rimane il medesimo utilizzato in Shift, ovvero sbloccare nuovi eventi accedendo così a mezzi più potenti, è il metodo ad essere cambiato. Avanzando gara per gara e raggiungendo obiettivi secondari, quali giri veloci o sorpassi da brivido, vengono sbloccati punti esperienza utili a salire di livello e a farsi strada tra piloti sempre più forti e competitivi, fino a partecipare alle agognate gare della categoria Gran Turismo.La carriera non è una mera lista di competizioni a cui iscriversi, ma gode di una certa varietà. Alle tipiche gare con auto “Turismo” si aggiungono infatti eventi di Drifting, Endurance e Muscle Car anni ’80. Al momento dell’iscrizione, ovviamente, dobbiamo possedere un veicolo adatto: il parco macchine lascia da questo punto di vista solo l’imbarazzo della scelta, fornendoci un catalogo di circa 120 bolidi e, novità, un grado di personalizzazione davvero atipico per un titolo della serie Need for Speed. Il tuning non è solo estetico, ma riguarda anche diverse componenti meccaniche: oltre ai classici potenziamenti a “pacchetti”, che modificano totalmente l’auto facendola salire di categoria, il gioco permette di lavorare su diversi parametri (quali sospensioni, cambio, turbina ecc…) avvicinandosi, sotto questo aspetto, a titoli più simulativi. Le gare libere e una corposa offerta multiplayer completano la confezione, che non può comunque prescindere dalla modalità carriera appena descritta.EA propone anche l’Autolog, un sistema di “sfide online” già presente in Hot Pursuit, che su console sta ottenendo un ottimo seguito: utilizzando un’account EA il gioco registra i nostri tempi o, più in generale, i nostri risultati in carriera e li confronta con quelli degli utenti in lista amici, suggerendoci chi sfidare o avvisandoci se un nostro record è stato battuto. Descritto così sembra sostanzialmente inutile, invece alla lunga si rivela interessante e attraente nel suo modo di vedere, da un’angolazione diversa, il multiplayer.

Come al volanteLa Real Driving Experience, feature introdotta nel predecessore con l’obiettivo di simulare nel modo più profondo possibile i comportamenti dell’auto e del corpo del pilota all’interno dell’abitacolo, è stata qui riproposta ed ovviamente migliorata. Il nostro consiglio è di iniziare a giocare immediatamente con la visuale interna, non considerando le altre. Dopo qualche giro di dovuto ambientamento (soprattutto per chi non ha mai provato il primo Shift) inizierete ad apprezzare il grande lavoro compiuto da Slighty Mad Studios nel garantire un altissimo grado di immedesimazione. I bolidi reagiranno alle sollecitazioni “ballando” coerentemente con il setup delle sospensioni, così come restituiranno effetti realistici sul casco in caso di accelerazioni o frenate improvvise. Due aggiunte in tal senso stuzzicano subito l’attenzione del giocatore: la prima riguarda gli urti, che a seconda della violenza offuscheranno momentaneamente la vista fino a celarla completamente, mentre la seconda, e più interessante, è il movimento automatico della testa in prossimità di una curva. In questo caso la visuale verrà leggermente spostata a destra o a sinistra in base alle deviazioni della pista, facendoci capire in anticipo il tempo di staccata. Inizialmente spiazzante, si rivela con l’abitudine una peculiarità in grado di regalare sensazioni di realismo difficilmente rintracciabili in altre produzioni del genere. Tutto ciò va a completare un modello di guida non esageratamente realistico, ma appagante e tosto se si disattivano gli aiuti. Dominare le piste richiede una buona dose di pratica, senza considerare che in gara le cose cambiano drasticamente per via della IA degli avversari: pur essendo “umani” e fautori di errori anche banali, i piloti della CPU attaccano in modo aggressivo e deciso, a volte esagerando in temperamento. Ne consegue che gli incidenti sono all’ordine del giorno e occorre fare molta attenzione quando un pilota prende la scia, chiudendo attentamente e con decisione tutti gli spazi.

La potenza è nulla senza…fluiditàPurtroppo, siamo arrivati alle note dolenti della conversione Slighty Mad Studios. Incredibilmente, proprio sulla pista che teoricamente gli permetterebbe di staccare un tempo imbattibile e fare il salto di qualità rispetto alle versioni console, Shift 2: Unleashed fallisce mestamente. Il motore grafico, infatti, seppur presenti tutte le peculiarità già viste su Xbox360 e PS3 e una pulizia generale nettamente superiore, risulta male ottimizzato e richiede un hardware di alto livello per evitare fastidiosi rallentamenti e freeze che minano irrimediabilmente l’esperienza di gioco. Scordatevi di utilizzare la configurazione minima, sufficiente a malapena per avviare il software, così come sappiate che con quella consigliata dovrete lavorare parecchio sulle impostazioni per ottenere una fluidità accettabile.In una simulazione di guida questo è un difetto troppo grave: è vero che una serie di patch future potrà porre in parte rimedio, tuttavia allo stato attuale solo chi possiede un PC davvero all’ultimo grido può acquistare ad occhi chiusi il titolo. Tutti gli altri, se in possesso di una console next gen, farebbero meglio a pensarci attentamente. Il problema appena descritto ci ha spinti ad assegnare un voto minore rispetto a quello dato alle versioni console. Ciò non toglie che, per il resto, il gioco sia praticamente identico in tutte le sue insindacabili qualità, però non potevamo rimanere ciechi e far finta di nulla di fronte a un difetto che, attualmente, rischia di escludere una fetta troppo ampia di mercato. Il mondo dei PC, tra l’altro, non ne ha davvero bisogno.

HARDWARE

Requisiti minimiSistema Opertivo: Windows XP (SP3), Vista (SP2), Windows 7CPU: Intel Core® 2 Duo 2.0 GHz/AMD Athlon X2 64 2.4GHzRAM: 2GBHDD: 7GBScheda Grafica: Scheda video 512 MB con funzione di Shader 3.0 o superioreScheda Audio: Compatibile DirectX

Requisiti consigliatiCPU: Intel Core® i7RAM: 3GBScheda Grafica: GeForce GTX 56/ATI 6950

– Modello di guida accessibile ma appagante

– IA tosta…

– C’è l’Autolog!

– …ma a volte anche troppo scorretta

– Motore grafico pesante e gravemente selettivo

8.3

Shift 2: Unleashed su PC risulta apparentemente identico alle versioni console: offre al giocatore ore e ore di divertimento grazie alla carriera lunga e varia, all’elevato numero di auto, al rinnovato sistema di tuning e soprattutto al sistema di guida accessibile ma appagante. La presenza dell’Autolog è un “plus” gradito anche sulla nostra piattaforma, che se accompagnato da un buon numero di amici garantisce una “visione” atipica e curiosa del multiplayer. Tutto ciò, però, si scontra con i gravi difetti del motore grafico, pesante e poco fluido se non supportato da un hardware di altissimo livello. Ecco perché non ci sentiamo di assegnargli lo stesso voto delle versioni Xbox360 e PS3: se possedete anche uno di questi sistemi, valutate attentamente la scelta in fase di acquisto.

Voto Recensione di Shift 2: Unleashed - Recensione


8.3