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Recensione

Rune Factory Frontier

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Avatar di Star Platinum

a cura di Star Platinum

Pubblicato il 02/04/2010 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.4

Alcune produzioni videoludiche ruolistico/simulative, quali ad esempio Harvest Moon, sono sempre state considerate molto particolari a livello strutturale; questo a causa di una sorta di esclusività che non rendeva facile l’approccio da parte di chi tentasse un avvicinamento senza possedere prima una minima conoscenza della struttura, quasi mai focalizzata sul ritmo ma anzi imperniata sul naturale svolgimento degli eventi, quasi ad assecondare quel ritmo vitale virtuale che spesso accompagna il giocatore nello svolgere la maggior parte dei compiti ed all’interno di svariate situazioni. Il gioco che vi presentiamo oggi per Nintendo Wii, al secolo Rune Factory Frontier, può essere tranquillamente catalogato all’interno di questo particolare genere, ma presenta anche interessanti varianti che cercheremo di approfondire nel corso della nostra analisi.

Ognuno ha la propria naturaFin dalle battute iniziali Rune Factory Frontier coinvolge il giocatore all’interno di una sorta di paradosso videoludico: il titolo sviluppato da Neverland Company ha origine infatti non come vera e propria serie principale, bensì distaccandosi dalla più nota Harvest Moon, da cui prende in prestito numerose dinamiche. Il gioco può essere visto come un ideale “saggio sul gameplay ragionato” poiché mai come in questo caso il rapporto tra meccanica e ritmo è così stretto, e nonostante il tutto possa essere collocato all’interno della categoria dei GDR, in realtà appare difficile trovare una definizione che identifichi davvero questo titolo proprio perché le azioni da compiere evolveranno in qualcosa di più vivace solo da un certo punto di vista in poi. Torneremo più avanti a parlare di questo aspetto, per adesso rivolgiamoci alla struttura ludica, vero centro nevralgico che dovrà essere compreso al meglio per risultare appagante fino in fondo.Nel caso foste tra quei pochi che non hanno mai sentito nominare il gioco, vi basti sapere che gli esordi della serie sono da ricercare su Nintendo DS e che, tra le tante caratteristiche presenti, quella decisamente più interessante risiedeva proprio nella componente action che, una volta sviluppati certi eventi, prenderà in parte il sopravvento affidando al vostro protagonista mansioni che non saranno certo inerenti l’agricoltura o il giardinaggio ma interesseranno da vicino azioni ben più pericolose ed importanti, in quanto dovrete porvi come vero e proprio eroe a difesa della vostra comunità, affrontando numerose creature ostili i cui malvagi piani dovranno essere necessariamente mandati in fumo se vorrete continuare a vivere tranquilli. Da questo punto di vista emerge tutta la qualità di Rune Factory Frontier, poiché una volta che avrete compiuto il grande passo tutto il gioco assumerà connotati diversi e l’approccio risulterà molto piacevole ed avvincente, seppur frammentato da numerose sessioni in cui il ritmo sarà comunque discontinuo e non certo elevato.

C’era una volta…Come sempre in questi casi, a far da sfondo alla vicenda vi è una storia non certo originale, ma nel complesso si tratta pur sempre di uno spunto narrativo da cui partire e, proprio per stile di gioco, mai come in questo caso la trama si sviluppa forgiando la sofisticata rete di relazioni interpersonali che il giocatore stesso attuerà ed amplierà compiendo tutte quelle azioni che ne contraddistingueranno la vita virtuale ed i rapporti con coloro che entreranno nel suo raggio d’azione. Il protagonista, già noto a chi abbia avuto qualche esperienza con la versione portatile della serie, è un giovane ragazzo di nome Raguna arrivato in un piccolo ma anonimo villaggio e fin da subito impegnato a doversi creare da zero una propria vita rendendosi autonomo ed indipendente. Proprio in virtù dei pochi elementi concessi al giocatore inizialmente, rileviamo quello che idealmente rappresenta il maggiore difetto del gioco, ossia l’essere così fortemente indirizzato verso una meccanica poco semplice da apprendere senza una minima formazione in materia. Sia ben chiaro, con questo non vogliamo assolutamente dire che i compiti da espletare siano complessi o afflitti da chissà quale problema, ma tutti coloro che si aspettano d’interfacciarsi da subito con una struttura GDR “guidata” verso questo o quell’evento troveranno molto difficile venire a capo della vicenda se non dopo un buon numero di ore e lo stesso dicasi per chi non ha mai avuto esperienze dirette con questa serie o, in parallelo, con Harvest Moon. Il gioco fonda la propria struttura ludica lasciando infatti molta libertà di ragionamento ma, senza sapere cosa fare e da dove partire, qualcuno potrebbe trovarsi inizialmente spiazzato da un approccio che è tanto articolato per le azioni potenzialmente attuabili quanto dispersivo se non si ha una minima idea delle priorità di cui occuparsi.Il ciclo di svolgimento degli eventi, una volta completata la fase di adattamento, può essere idealmente paragonato alla sequenza stagionale presente ad esempio in Animal Crossing, non tanto a livello di situazioni mondane quanto per l’alternarsi appunto delle quattro stagioni, cui corrispondono altrettante classi di prodotti che potrete quindi decidere di produrre con il duro lavoro nei campi. Non pensate però che il tempo a vostra disposizione sia corrispondente ad uno scorrimento naturale come avviene per il titolo Nintendo, in quanto nel nostro caso ogni giornata completa durerà poco meno di trenta minuti e, soprattutto all’inizio, non sarà certo facile gestire al meglio il corretto equilibrio tra “ore” di lavoro e di riposo senza alterare il delicato bioritmo del protagonista. Proseguendo tutto diverrà più semplice, almeno finché non dovrete interfacciarvi con compiti nuovi e più elaborati, che di conseguenza richiederanno anche un tempo tecnico per essere imparati e svolti in maniera ottimale.

Quel che resta del giornoL’approccio sopra descritto rappresenta indubbiamente un elemento che potrebbe risultare già familiare agli appassionati della serie, ma anche suscitare un interesse discontinuo da parte di chi, avvicinandosi per la prima volta a questo genere, possa trovare delle difficoltà a svolgere certe mansioni con risultati davvero apprezzabili e divertendosi. C’è da dire che per fortuna le azioni a vostra disposizione saranno davvero numerose, a fronte di una vita che riserverà più di un’attività da svolgere all’interno del villaggio. Potrete infatti dilettarvi non soltanto in azioni di utilità ma tutto sommato poco coinvolgenti quali ad esempio la coltivazione dei campi, ma anche in tutta una serie di dinamiche più appaganti quali ad esempio la pesca, l’ottenimento della legna da ardere, il vostro sostentamento ed altre attività di svago che saranno eseguite sempre e comunque attraverso particolari azioni in stile minigame. Il tutto farà ovviamente affidamento all’accoppiata composta da Nunchuk e Wii Remote e per quanto lo sforzo fisico non sia particolarmente dispendioso l’approccio potrebbe risultare alla lunga troppo lineare per suscitare un interesse sempre elevato. Sicuramente l’elemento di maggior richiamo del gioco viene fornito dalla componente GDR descritta inizialmente, che come avviene per i più celebri esponenti del genere vi richiederà di affrontare numerose creature e mostri all’interno dei classici dungeon e con tutto ciò che ne deriva in termini di bottino. La particolarità è che nel vostro caso, non dovrete necessariamente uccidere tali esseri ma avrete modo di farveli “amici” una volta sconfitti utilizzandoli per i vostri scopi e per il duro lavoro, facilitandovi quindi lo svolgimento di lavori particolarmente dispendiosi in termini di energia fisica. In realtà quello che a prima vista potrebbe apparire come un elemento molto interessante, non riesce mai davvero ad ampliare il gameplay con soluzioni davvero interessanti e il tutto sarà sempre scandito dall’inesorabile scorrere del tempo che vi costringerà a veri e propri appuntamenti forzati per far funzionare ogni cosa nel migliore dei modi. Peccato, perché a livello di longevità il gioco possiede un potenziale enorme ma se il tutto si riduce a dinamiche ripetitive è difficile trovare stimoli davvero validi.Dal punto di vista tecnico il gioco si presenta bene. A livello grafico sia il character design dei personaggi che in generale le ambientazioni risultano pregevoli, anche se si denota la mancanza di dettagli di un certo carisma. Stesso discorso per il comparto sonoro, valido e contraddistinto da una colonna sonora orecchiabile, ma certamente non indimenticabile per qualità complessiva.

– Buona realizzazione tecnica

– Struttura ludica discretamente articolata…

– Piuttosto longevo

– Fin troppo ispirato ad Harvest Moon

– …ma senza cambi di ritmo

– Gameplay a tratti lineare

7.4

Rune Factory Frontier può dirsi un esperimento non interamente riuscito. I neofiti potrebbero trovare l’approccio al gioco inizialmente troppo complesso per l’ampia autonomia concessa in relazione agli input da seguire, mentre risulterà fin troppo pensato per gli estimatori della serie, che ne apprezzeranno pienamente gameplay e situazioni.

Molto valido il numero di attività che sarà possibile svolgere e ben riuscita la parte GDR nel complesso, ma la linearità di certe situazioni e il fatto che la struttura sia totalmente basata sul concetto di ripetizione ciclica di alcune dinamiche potrebbe alla lunga far perdere di entusiasmo, verso un prodotto comunque molto curato anche dal punto di vista tecnico. Se vi piace il genere è molto consigliato, altrimenti è consigliabile una prova; prendetelo comunque in considerazione se cercate un prodotto diverso e particolare.

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