Recensione

Republique - Ep. V

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a cura di Francesco Ursino

Dopo più di un anno, siamo arrivati alla recensione dell’ultimo episodio della versione PC di Republique. Il titolo Camouflaj, infatti, è disponibile da pochi giorni in versione completa su iOS e Android, oltre che su PC e Mac, dopo una lunga attesa iniziata nel 2013 e 2014 su mobile, e da marzo dell’anno scorso su desktop. I fortunati possessori di PlayStation 4, invece, possono godere dell’avventura completa fin dall’inizio, considerata l’uscita dell’edizione contenente tutti e cinque gli atti della storia, avvenuta pochi giorni fa. In ogni caso, andiamo ad analizzare quest’ultimo episodio, intitolato Terminus, cercando anche di tirare le somme sull’opera nel suo complesso.

Confusioni totalitarieRimandando agli articoli relativi ai primi tre episodi, nonché al quarto atto, per tutte le considerazioni generali su narrativa, gameplay e lato tecnico, dobbiamo dire che la recensione di questo ultimo episodio di Republique assume toni nettamente diversi a seconda del fatto che si sia giocato il titolo su iOS, Android, Mac o PC, piuttosto che su PlayStation 4. Questo perché i giocatori console possono godere dell’avventura completa di tutte le sue parti fin dal giorno dell’uscita del gioco, mentre sulle altre piattaforme la distanza tra la commercializzazione dei primi tre atti e quest’ultimo capitolo è di più di un anno. Si può capire come un lasso di tempo così elevato vada a distruggere quasi completamente l’immersività, nonché l’affezione provata per i personaggi. La storia narrata, poi, di certo non aiuta: negli ultimi due atti della serie, gli sviluppatori hanno voluto dare un’impronta decisamente più criptica alla vicenda. Se nei primi tre capitoli la narrativa scorre tutto sommato liscia, gli episodi IV e V hanno avuto il compito di complicare il tutto, peraltro non riuscendo a dare tutte le risposte necessarie. Ripetiamo: se a questa confusione narrativa, in ogni caso voluta dagli sviluppatori, si aggiunge una distanza temporale tra i vari episodi di mesi e mesi, si comprende come il tutto diventi molto complicato da giudicare in maniera molto positiva.In ogni caso, veniamo alla descrizione della narrativa (i giocatori che non avessero ancora provato il titolo, onde evitare spoiler, dovrebbero saltare direttamente all’inizio del prossimo paragrafo): la Hope che avevamo lasciato nel quarto episodio, in realtà, non era altro che una copia di backup di quella “originale” incontrata nei primi tre atti, e che torniamo a incrociare in questo ultimo capitolo. Il piano di Treglazov, difatti, si svela pian piano durante i circa 90 minuti dell’episodio, e riguarda l’utilizzo di cavie umane come veri e propri device di memorizzazione di informazioni. Nel tentativo di porre fine alla sua visione distopica, e per scappare da Terminus, Hope potrà scegliere di seguire il piano di due alleati inaspettati, ovvero Zager e Mireille. Questa è la prima scelta che il giocatore potrà compiere in questo episodio: decidendo di appoggiare Zager, allora, si sceglierà la via della forza, mentre con Mireille avremo a che fare con un piano un po’ più sofisticato.

Scelte che contano, o forse noQuest’ultimo episodio di Republique metterà il giocatore davanti ad alcune scelte che, di conseguenza, determineranno le azioni da compiere. Gli obiettivi del giocatore, infatti, cambieranno in maniera sensibile a seconda di chi si sceglierà di appoggiare, ma questa discordanza nel gameplay riguarda sostanzialmente solo la parte iniziale e centrale dell’episodio, che in ogni caso convergeranno in un finale in cui si dovrà compiere ancora un’altra scelta. In sostanza, sembra che al giocatore venga data una libertà decisionale abbastanza importante che, ancora una volta, viene però inquinata dalla poca chiarezza della trama. L’aver scelto di basarsi sull’ascolto di dialoghi e messaggi preregistrati come mezzo primario di comunicazione della storia, poi, di certo non ha aiutato, considerato che si sentiranno parlare persone magari presenti in altri episodi, ma che abbiamo fatto veramente fatica a ricordare.Dal punto di vista delle dinamiche di gioco, in sostanza il titolo ripropone in piccola parte le soluzioni già viste nei primi tre episodi, inclusi gli ambienti di gioco, che saranno mutuati totalmente dai capitoli iniziali. Anticipiamo già da ora, però, che la seconda parte dell’avventura proporrà soluzioni di gameplay non proprio riuscitissime, con una sequenza in particolare che ci ha convinto veramente poco sia dal punto di vista concettuale, che delle soluzioni pratiche di gameplay. Quest’ultimo episodio, in altre parole, oltre ad essere abbastanza corto, non riesce a proporre il mordente che avrebbe dovuto avere: non ha successo nel dare tutte le risposte necessarie, e se possibile riesce a porre nuove domande che evidentemente non trovano risposta. Ripetiamo, probabilmente il poter giocare tutta l’avventura in tempi più brevi di quanto siamo stati costretti a fare migliorerà sensibilmente le cose, ma ciò non toglie che l’aver voluto proporre una narrativa così criptica non ha fatto un gran bene alle avventure di Hope. Anche la possibilità di poter scegliere tra due approcci d’azione, opzione praticamente mai data prima nella serie, appare un po’ superflua, visto la poca durata dell’episodio.

Luci rosseDal punto di vista pratico, in questo episodio il titolo prova ad alzare il livello di difficoltà inserendo delle telecamere dotate di allarme: ciò significa che potremo utilizzarle per aiutare Hope per non più di un periodo di tempo limitato (al massimo 12 secondi); nel momento in cui la protagonista verrà inquadrata da una di queste telecamere, e noi non le staremo controllando, scatterà un allarme sonoro che insospettirà di molto le guardie circostanti, che non avranno scrupoli nell’aprire porte, armadietti, e in generale tutti i possibili nascondigli del giocatore. Si tratta di una ottima trovata, che aumenta concretamente il livello della sfida: la scarsa durata dell’episodio, però, non consente a questa nuova feature di avere un impatto concreto nell’economia del capitolo.Poco da dire, poi, sui comparti audio e video, che ripropongono integralmente le soluzioni già viste in passato: va osservata, in ogni caso, una certa cura nella riproposizione dei volti dei personaggi, spesso inquadrati da vicino, e nella maggior parte dei casi molto espressivi e definiti. Il doppiaggio in inglese, poi, si conferma essere positivo, sebbene vada segnalata l’assenza di una qualsivoglia localizzazione, seppur testuale, in italiano.

– Storia nel complesso affascinante…

– Gameplay stealth in seconda persona originale e divertente

– …ma raccontata in maniera criptica e poco chiara

– I giocatori della prima ora sono stati troppo penalizzati dalle tempistiche di uscita degli episodi

7.0

Giudicare nel complesso Republique è un compito molto più complicato di quello che ci saremmo aspettati un anno fa, alla fine della recensione dei primi tre capitoli. L’aver dovuto aspettare più di un anno per avere tra le mani gli ultimi due episodi, che per di più hanno sparigliato completamente le carte in tavola dal punto di vista narrativo, è stato un qualcosa che ci ha convinto veramente poco. Ciò non toglie che l’opera, nel suo complesso, rimane ancora valida, e ciò vale ancora di più per i giocatori PlayStation 4, che possono tranquillamente alzare il voto presente a inizio pagina di mezzo punto, se non di un punto intero. Noi, però, guardando il tutto da una prospettiva più ampia, crediamo che lo sviluppo del titolo abbia penalizzato un po’ troppo i giocatori che hanno supportato il progetto fin dall’inizio, e per questo scegliamo di dare un giudizio solo discreto considerato anche un episodio finale che, in ultima analisi, sembra proporre più nuove domande che risposte.

Voto Recensione di Republique - Ep. V - Recensione


7