Recensione

Rayman 3: Hoodlum Havoc HD

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a cura di Slice

Il mercato del digital delivery non è stato solo un terreno fertile per titoli estremamente interessanti ed originali, ma è stato anche lo strumento principale per riproporre al pubblico giochi della passata generazione in salsa HD. Ubisoft in primis ha sfruttato a suo favore questa caratteristica per riproporre ai giocatori titoli come Beyon Good & Evil che hanno riacquistato un valore incredibilmente sorprendente grazie alla pulizia data dall’alta definizione. Questa volta è il turno della mascotte per eccellenza del publisher francese: la melanzana Rayman.

Back in black!Rayman 3: Hoodlum Havoc è il terzo capitolo ufficiale della serie platform creata da Michel Ancel, ma anche il primo ad essere nato senza il supporto del talentuoso sviluppatore. Uscito nel 2003 sulle console di quel periodo e su PC, il gioco segnava l’approdo sulle console a 128 bit del personaggio creato da Ancel. Come tutti i Rayman, questo terzo capitolo ha una storia a sé stante che può essere tranquillamente apprezzata anche se non si ha mai giocato ai capitoli precedenti. Il villain della situazione questa volta sarà André, un lum rosso che, senza apparente motivo, si trasforma in nero con il potere di convertire altri lum nel suo stesso colore. Fiutato il potere, André decide di assoldare un vero e proprio esercito e di rubare tutto il pellame degli animali presenti nel mondo per creare una sorta di vestito/corazza ai lum che ha convertito, trasformandoli in Hoodlum. Durante una fase estremamente concitata però, il nostro amico Globox ingoierà per sbaglio André e la missione da “salvare la terra di Rayman” si trasformerà in “ salviamo la vita di Globox”. Ovviamente, questa è solo la punta dell’iceberg di una storia che seppur abbastanza lineare, nonostante la presenza di qualche colpo di scena, riesce comunque a farsi apprezzare sia dai giocatori più piccoli, sia da quelli adulti. Rispetto ai capitoli precedenti, questo, introduce una fortissima componente umoristica, che in qualche occasione – anche se in maniera velata e mai troppo esplicita – travalica persino il politically correct. L’avventura è suddivisa in nove capitoli, ognuno diviso ulteriormente in livelli. Per portare a compimento il gioco, un giocatore abbastanza esperto di platform ci impiegherà una quindicina di ore, cifra assolutamente sufficiente se si pensa ad un live arcade.

Lo stile dell’ortaggioPur non essendo la prima apparizione tridimensionale della melanzana – già il 2 offriva una grafica 3D – in questa terza incarnazione gli sviluppatori hanno cercato di inserire degli elementi distintivi e innovativi. La caratteristica del punteggio è, tra le tante novità dell’epoca, quella sicuramente più significativa. In pratica, ogni oggetto raccolto ed ogni nemico ucciso daranno un determinato quantitativo di punteggio; continuando ininterrottamente ad accumulare punti salirà anche uno speciale contatore combo che andrà successivamente a raddoppiare o triplicare lo score finale. Questi numeri serviranno sia a decretare il successo nel livello tramite un giudizio quantificato in stelline, da una a cinque, sia a sbloccare, al raggiungimento di una determinata soglia di punti, dei mini giochi arcade con il quale si potrà ingannare il tempo tra un capitolo della storia e l’altro. Proprio questi minigame, sono risultati estremamente divertenti e, seppur non aggiungano sostanzialmente nulla in termini contenutivi e qualitativi, vanno ad arricchire l’offerta ludica, cosa questa, che non va assolutamente a sfavore del gioco. Tante anche le novità che al tempo erano state introdotte nelle movenze e nel gameplay della melanzana, che potranno essere apprezzate anche da chi, a suo tempo, non aveva avuto modo di provare la versione originale del titolo. Ad esempio avremo la possibilità di tirare dei pugni laterali, che serviranno a Rayman per abbattere i nemici con difese aggirandoli con le sue potenti mani volanti. Inoltre, una determinata categoria di nemici lascerà alla sua morte dei barattoli per terra che potremo utilizzare per potenziare momentaneamente il nostro personaggio. Questi power up saranno di diverso tipo, e si riveleranno fondamentali nel corso dell’avventura per superare determinate zone altrimenti invalicabili.

Melanzane in alta definizioneLa caratteristica sicuramente più importante è la possibilità di giocarsi l’avventura in alta definizione. Come avvenuto già per altri titoli Ubisoft, il passaggio all’HD ha giovato al comparto visivo, grazie ad una pulizia dell’immagine che nonostante non tocchi la mole poligonale, riesce comunque a regalare al giocatore un impatto assolutamente soddisfacente. Unica critica che ci sentiamo di muovere agli sviluppatori riguarda il fatto di non aver voluto mettere mano alla pessima gestione della telecamera di gioco, con un sistema di inquadrature che soffre degli stessi problemi che già erano sorti tempo addietro nella versione originale del titolo. Assolutamente granitico il frame rate, che per tutta l’avventura rimane costantemente fissato sui 60fps. Niente da segnalare sotto il comparto audio, con una serie di musichette molto orecchiabili e una totale localizzazione in lingua italiana a tratti esilarante. Sarà inoltre supportato in qualche modo il comparto online, grazie alla presenza di leaderboard che serviranno principalmente a confrontare i punteggi di tutti i giocatori e stabilire chi è il migliore al mondo. Arrivati alla conclusione di questa analisi non possiamo che consigliare il titolo a tutti quei giocatori che non hanno avuto modo di giocarlo nella sua versione originale.  Agli altri invece , vista la totale assenza di elementi davvero inediti e che offrano nuovi spunti di gioco, consigliamo una prova preventiva, per capire se il porting in alta definizione valga il prezzo del biglietto.

– Discretamente lungo

– Ricco di Humor

– Un platform completo e divertente da giocare

– 60 fps solidi

– Nessuna novità di rilievo

– Chi ha già giocato all’originale difficilmente lo riprenderà in mano

– Telecamera ancora ingestibile in molte occasioni

7.0

Rayman 3: Hoodlum Havoc HD è un porting ben fatto. Un’operazione nostalgia che potrebbe toccare il cuore dei fan più sfegatati a allo stesso tempo dare la possibilità di far giocare un capitolo importante della serie a chi ha apprezzato Rayman Origins ma non ha avuto la possibilità di giocare i capitoli precedenti. Peccato non siano state fatte aggiunte di nessun tipo, ma sopratutto, non sia stata sistemata la telecamera, unico grande problema che affliggeva la versione originale. Ad ogni modo, se siete fan di platform game questo potrebbe rivelarsi un’acquisto estremamente azzeccato.

Voto Recensione di Rayman 3: Hoodlum Havoc HD - Recensione


7