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Recensione

Persona 4 Arena Ultimax

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Avatar di Pregianza

a cura di Pregianza

Pubblicato il 28/11/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Se uno bazzica da tempo nei picchiaduro, il nome Arc System Works non può che fargli drizzare le antenne e venire un po’ di bavetta alla bocca. Questi sviluppatori nipponici sono ormai dei maestri del fighting game bidimensionale, e da Guilty Gear a Blazblue sono sempre stati in grado di distinguersi per la loro incredibile capacità di offrire sistemi di combattimento tanto veloci e spettacolari da vedere quanto complessi. Padroneggiare un gioco Arc System non è cosa da tutti: significa dover studiare decine di sistemi e sottosistemi, tutti utili in battaglia, per utilizzarli insieme come se fossero una seconda natura. Il divario tra i giocatori di alto livello e i principianti in questi titoli non è una voragine, è la Fossa delle Marianne, ed è anche per questo che i Blazblue e i Guilty Gear vantano appassionate e competitivissime community di giocatori concentrate in Asia e Stati Uniti.
Pur programmando titoli duri nell’anima, comunque, gli Arc System non hanno chiuso totalmente le porte al giocatore medio, e in particolare negli ultimi anni si sono riavvicinati al grande pubblico con un picchiaduro dedicato alla storica serie di jrpg Persona, contenente meccaniche un po’ più accessibili inserite nel solito mix di tecnicismi e manovre avanzate. Il risultato? Un gran lavoro capace di appassionare i fan della saga originale con una trama interessante, e gli appassionati di botte virtuali con un gameplay sopraffino. Tanto di cappello, eppure con Arc System è necessario far passare in secondo piano un vizietto fastidioso, ovvero quello di sfornare con una frequenza invidiabile riedizioni dei propri titoli “allargate”. Se ne sono viste una miriade con i Guilty Gear, una cascata con i Blazblue, e oggi viene battezzata anche la serie Persona con Persona 4 Arena Ultimax.
Il picchiaduro contiene novità nelle meccaniche, combattenti aggiuntivi, e una nuova interessante trama, ma sarà abbastanza per giustificare il suo acquisto?
Welcome to the Velvet Room… again
Persona Ultimax è un seguito diretto del suo predecessore, che vi vede ancora una volta coinvolti nel torneo P1-Climax. Stavolta però i protagonisti della serie non entrano nel mondo al di là della televisione, perché una misteriosa nebbia rossa ricopre le strade di Inaba, trasformando la cittadina rurale in un’inquietante altra dimensione. Con un’ora di tempo a disposizione prima della fine del mondo, Yu Narukami e i suoi dovranno scoprire chi c’è dietro a tutto questo, e fermarlo con un po’ di sane mazzate.
Lo story mode nei titoli Arc System è tipicamente solido e in genere molto più elaborato rispetto alla concorrenza diretta. Persona Ultimax non fa differenza, poiché contiene una storyline ramificata e ricchissima di dialoghi, con vicende che coinvolgono svariati personaggi e risultano interessanti anche per i fan dei jrpg appartenenti al marchio. La campagna mantiene però lo stesso identico problema del primo Persona Arena: è a tutti gli effetti narrata tramite una serie infinita di dialoghi scritti, molti dei quali tirati eccessivamente per le lunghe, e al di fuori della trama ha davvero poco che la renda una modalità divertente o piacevole da affrontare. Un peccato, ma almeno ad accompagnarla c’è un interessante modalità chiamata Golden Arena, che vi porterà a conquistare i piani di varie torri a difficoltà variabile, con tanto di boss saltuari e sviluppo di statistiche e abilità passive del personaggio. Sicuramente si tratta di una pregevole aggiunta, capace di portar via parecchio tempo e aumentare di molto il valore del titolo in singleplayer. 
La nuova storia e la Golden Arena non sono poi le uniche aggiunte, visto che il roster conta ben 6 nuovi personaggi. Due forme del misterioso Sho Minazuki, Rise, Junpei, Yukari e Ken sono le new entries, e vantano tutti stili di combattimento unici, pensati per rendere il già notevole roster ancor più solido. Se a questi si aggiunge la possibilità di utilizzare le versioni Shadow di quasi ogni combattente, con abilità leggermente diverse e tecniche specifiche legate alla natura di ombra, si ottiene un aumento sensibile della varietà complessiva.
Combat System per tutti, in un combat system per pochi
Ma passiamo al gameplay, che alla fin della fiera è il fulcro di ogni produzione Arc System. Chiunque abbia già giocato il primo Persona Arena si troverà ovviamente a proprio agio, e scoprirà ancora una volta un sistema simile a quello di Blazblue nelle meccaniche avanzate, ma estremamente singolare nella gestione di attacchi e personaggi. La maggior parte dei combattenti dispone infatti di due attacchi normali e due dedicati ai Persona, con numerose mosse speciali che permettono di eseguire combinazioni estremamente elaborate e assalti davvero difficili da arginare. Il gioco è un po’ meno orientato verso le combo di quanto non lo sia Blazblue, con scambi più rapidi e un’offensiva che gira attorno alle tante opzioni di assalto, eppure a questa caratteristica unisce meccaniche quali Burst manuali per levarsi dalle combo o ottenere vantaggi in attacco, parate perfette che diminuiscono i tempi di recupero dai colpi avversari, cancel delle serie che permettono di allungarle, salti brevi che confondono gli avversari, dash aerei, attacchi spezza guardia, uno status chiamato Shadow Frenzy per i personaggi ombra che sostituisce il Burst e potenzia sensibilmente il guerriero (oltre a fungere da cancel garantisce una barra SP illimitata per un breve tempo), e tutta una serie di altre chicche che ci vogliono eoni per controllare al meglio. 
In Ultimax le varianti riguardano principalmente i personaggi, che sono stati tutti modificati, le Persona Cards, che ora portano certi Persona ad essere molto più resistenti di altri ma anche a ricaricarsi più lentamente se distrutti, e l’aggiunta di alcune meccaniche minori in difesa che offrono più possibilità quando si vuole contrattaccare. Il lavoro fatto è notevole e il sistema nel complesso migliorato, ma c’è dell’altro… nel combat system di Ultimax è infatti presente un sistema di combo facili identico a quello del predecessore, che facilità l’esecuzione di serie di colpi basilari con la pressione del solo attacco leggero. A questo, stavolta, si aggiunge un’altra meccanica semplificata, che permette ai neofiti di usare attacchi speciali semplicemente tenendo un bottone premuto per un tot di tempo, fino all’esecuzione delle super o delle instant kill moves. In pratica è un combat system nel combat system, che sembra inizialmente rendere il prodotto più accessibile ma perde completamente senso quando si inizia a giocare ad alti livelli online. Una buona idea per le partite con amici inesperti insomma, che non ha grande utilità al di fuori delle partite casuali. Sarebbe stato più utile un sistema pensato per facilitare l’apprendimento delle basi a chi non le conosce.
Poco da dire infine sul comparto tecnico, che fa ancora la sua porca figura. Gli sfondi sono di buona qualità, e gli sprite sono ottimamente animati, anche se dopo aver visto Guilty Gear Xrd si inizia ad avere fame di un bel passo avanti anche in questo campo.

– Gran combat system, estremamente complesso e spettacolare

– Roster allargato con nuovi combattenti notevoli e versioni shadow di molti personaggi

– Nuova storyline e modalità Golden Arena

– Contenutisticamente si poteva fare di più

– Sempre poco accessibile, e i sistemi semplificati aiutano poco

– Lo story mode è una massa di dialoghi senza particolare attrattiva o varietà

8.0

Con personaggi extra notevoli, qualche buon miglioramento nel combat system e nuove modalità, Persona 4 Arena Ultimax è un ritorno più che gradito della serie. Certo, si poteva fare di più a livello di contenuti, e Arc System sembra non aver perso il viziaccio dei personaggi DLC e dei capitoli multipli delle sue serie, ma se cercate un fighting game veloce, tecnico, impegnativo e divertente, questa è una delle scelte migliori che possiate fare, specie se non avete il suo predecessore.

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