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Recensione

Otogi 2 (jap)

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Avatar di Chomog

a cura di Chomog

Pubblicato il 15/11/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.8

Il fascino del guerriero immortaleOtogi: Myth of Demons è stato uno dei prodotti più raffinati proposti su Xbox, che sfruttava ampliamente la potenza della console Microsoft per restituire al videogiocatore quella sensazione di misticismo e grazia divina che raramente avevamo visto in titoli dello stesso genere.From Software presentò un guerriero intoccabile, un eroe senza macchia la cui sola visione appagava lo spettatore; a questo si univano quelle ambientazioni riflessive ed eleganti nelle quali potevamo quasi respirare l’aria di luoghi lontani dalla nostra cultura occidentale ma tanto misteriosi.Gli scenari suggestivi con la manifestazione grafica delle idee idealistiche alla base del titolo, uniti all’eleganza ed alla morbidezza, che non si fermava al solo protagonista ma avvolgeva anche gli effetti scenografici, portarono su Xbox quella fetta di pubblico relegata fino ad allora ad altre console, dove titoli del genere erano quasi all’ordine del giorno.Otogi ebbe così una doppia importanza: presentare un titolo altamente evocativo ed aprire una nuova categoria stilistica dei giochi per questa console.Immortal Warrior vede il ritorno di Raikoh, il guerriero ormai defunto che viene riportato in vita 1000 anni dopo la sua morte grazie a cinque creature che si ritrovano nel luogo dove è sotterrato; i demoni infatti sono tornati e solo un essere superiore del passato può riportare il giusto bilanciamento tra male e bene, tra lo yin e lo yang, in modo che nessuna delle due componenti superi l’altra.Nel titolo ritroveremo i cinque personaggi che, tra il mondo dei vivi e quello dei morti, combatteranno l’orda di demoni tornata per distruggere ogni cosa. Il prodotto è un action-game che unisce gli elementi visti in Dynasty Warriors con quelli di Zone of the Enders per Playstation 2; il risultato è qualcosa di sorprendente.

Uno stile grafico divinoFin dai primi istanti di gioco, si rimane assolutamente senza parole per lo stile grafico che sgorga in ogni elemento di Otogi 2: qualcosa di divino, grazia ed eleganza in forma digitale; il protagonista è avvolto da un che di superiore agli altri eroi, quella unicità che lo rende inimitabile e subito riconoscibile; l’importanza di quella sua armatura, così sfavillante e che ben caratterizza la sua forza e vigore, l’ergersi della sua postura che trasmette il coraggio di affrontare, di nuovo, le orde demoniache della volpe dalle nove code; i quattro generali, oltre al protagonista che rimane Raikoh, sono ben rappresentati, ma il carisma trasmesso graficamente del guerriero immortale rimane irraggiungibile.Il solo avversario che riesce a tenere testa al protagonista, se non a superarlo, è la volpe dalle nove code (la Maschera Bianca di Ushio e Tora per intenderci): la sua rappresentazione, con quel ghigno, con quello sguardo che ghiaccia, è qualcosa di emotivamente sconvolgente; chi ha potuto leggere il manga di Kazuhiro Fujita, rimarrà impressionato da come è stata realizzata questa manifestazione dei mali e vizi umani, veramente bello.Le texture che ricoprono i personaggi sono di altissima fattura, il grado di dettaglio è impressionante, il bump mapping è ottimamente utilizzato (tecnologia grafica con la quale una texture riesce a trasmettere un senso di tridimensionalità giocando sulle parti più chiare o più scure di esse, simile alla tecnica utilizzata nella realtà per deformare gli interni degli edifici con giochi di luce e colore), gli scenari, evocativi ai massimi livelli, presentano sia ambientazioni ricche di caos e letteralmente invase dai demoni, che luoghi dove il nostro spirito vagherà in cerca della pace e dove gli scontri diventano più singolari rispetto a quelli di blastaggio totale; il tutto offre un approccio vario al titolo ed alle metodologie offerte per combattere gli avversari.Gli elementi degli scenari sono interagibili e questo significa che potremmo distruggere e fare a fettine la flora mostrata, alcune piccole architetture e le parti rocciose (tutti elementi che nascondono anche bonus e segreti per divenire sempre più invincibili).Gli effetti speciali, come le esplosioni particellari, sono la ciliegina sulla torta confezionata da From Software; le tantissime esplosioni e le scie di luce si sposano poi in modo magistrale con la scenografia che va in pezzi frantumandosi in decine di elementi durante le nostre combo distruttive; particolarmente evocative le magie simili a proiettili, con stupendi tocchi di classe come quella dei due draghi divini che bruciano tutto. Lo scenario della pioggia poi trasmette quella desolazione e senso di morte senza bisogno di parole; se gli artisti del ‘700 vedessero questo titolo, troverebbero conferma della loro teoria che la rappresentazione grafica è superiore comunicativamente anche alla parola.Il tono di misticismo continua anche nelle scene di intermezzo, questa volta presenti in maniera più rilevante se confrontate con quelle del primo episodio; queste parti non giocabili trascinano con piacere il giocatore lungo la storia e gli permettono positivamente di conoscere i personaggi ed i loro nemici.I difetti grafici sono lievi, come una telecamera che inquadra le nostre azioni un po’ ballerina e lievi rallentamenti al motore grafico che spreme al massimo l’hardware dell’Xbox; ma riportiamo che questi difetti erano anche presenti nel primo Otogi.Musiche dai toni folkloristici accompagnano le nostre “solenni pulizie” per gli stage, mentre le voci digitalizzate presentano un grado di interpretazione di alto livello, maggiore però per quel che riguarda le voci in giapponese (nel titolo è possibile scegliere di ascoltare i dialoghi in giapponese o inglese); effetti speciali di buona fattura completano quello che rappresenta l’ottimo aspetto sonoro.

La Maschera Bianca di Ushio e ToraNel gioco l’azione principale è rappresentata dal blastaggio dei nemici sia con le armi che con le più distruttive ed esaltanti magie; l’energia magica si ricaricherà in base ai demoni uccisi: quanti più mostri elimineremo e quante più combo metteremo a segno, tanto più si riempirà questa barra.Il nostro alter ego digitale vagherà scenari del tutto rigiocabili sia per esser ripuliti dai restanti avversari che per acquisire punti esperienza da utilizzare nella crescita del personaggio ed infine per scovare gli artefatti magici tanto ambiti quanto potenti; il che aumenta di molto la longevità del titolo.La difficoltà è abbastanza elevata, come accadeva in Shinobi di Sega. Il videogiocatore, però, è positivamente stimolato ed accetta la sfida con ardore: un essere superiore non può sottostare al male ed il senso di giustizia (unito all’ambizione di raggiungere uno scopo prefissato) è troppo alto.Pur essendo la pulizia dall’area il principale obiettivo del gioco, ve ne saranno di secondari, come quello di proteggere un personaggio o una struttura, oppure colpire alcuni “elementi generatori” in modo da bloccare la diffusione del maligno.A differenza del primo episodio le armi sono ottenibili anche negli scenari e la loro ricerca a volte è ardua, ma la loro potenza ripaga lo sforzo ed il tempo mediamente richiesto per esser scovate; i gadget ed i potenziamenti invece rimangono ancorati agli intermezzi tra un livello e l’altro.La varietà è offerta dalla possibilità di ripercorrere gli scenari con tutti e cinque i personaggi: ognuno di essi ha delle particolarità ed un utilizzo dell’offesa che richiede un differente approccio strategico ai mostri. La rigiocabilità del titolo è aumentata anche dalla Forest of Havoc (l’equivalente dei Dark Realm di Onimusha) nei quali albergano i mostri più orrendi e spietati, ma in grado di farci guadagnare, sconfiggendoli, tantissimi punti esperienza; nella foresta sono presenti anche oggetti rari che il giocatore potrà guadagnare.Unica pecca riguardo il gameplay è il probabile senso di frustrazione che può avvolgere l’utente per l’elevata difficoltà del titolo e per l’assenza di checkpoint nella grandi mappe.

– Impatto grafico di alto valore artistico

– 5 personaggi e tantissimi segreti

– Il fascino del misticismo e dei valori sacri

– Telecamera “ballerina”

– Livello di difficoltà alto

– Assenza di check-point nei grandi livelli

8.8

In questo periodo stiamo assistendo ad un vero e proprio bombardamento di giochi da acquistare per l’utente Xbox; la console Microsoft, con titoli da poco rilasciati quali Halo 2, Fable, Sudeki, Outurn 2 e questo Otogi 2 Immortal Warrior, riesce a coprire con una degna rappresentanza tutti i generi videoludici ed è proprio con questo titolo preso in esame che si aggiunge un altro capolavoro.

Insomma Otogi 2 Immortal Warrior, unendo mito e fiaba, romantico ed incubo, con una From Software che supera se stessa, propone qualcosa che in un primo momento riporta alla mente prodotti come Dynasty Warriors e Shinobi (con una strizzatina d’occhio a Zoe per le magie) ma che ben supera in stile e sfida questi titoli, sia per una grafica di livello qualitativo e stilistico ben più alta, che per la varietà di gioco.

Da acquistare nel modo più assoluto se amate i prodotti nipponici e gli action game, dove la storia, oltre che con scene di intermezzo, viene anche raccontata per immagini.

È questa l’arte fatta videogioco? Siamo sicuramente certi che, insieme ad Ico, questo ne rappresenti un altro valido esempio.

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