Recensione

No More Heroes 2: Desperate Struggle

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a cura di andymonza

C’è del fermento a Santa Destroy. Pare proprio che la brutta faccia di Travis Touchdown abbia deciso di mostrarsi di nuovo e guarda caso proprio durante la prima nevicata degli ultimi 120 anni. E pensare che qualcuno è convinto che neanche sia esistito, il buon Travis: del resto, chi potrebbe essere così pazzo da scalare la classifica degli assassini più abili al mondo e poi, ottenuta la corona, sparire nel nulla? Una cosa è certa: se quel poco di buono è tornato in città, la tranquillità è bell’e che finita.E’ la voce di Sylvia Christel, sensuale come sempre, ad introdurci alla nuova follia videoludica di Goichi Suda, realizzata ancora una volta da Grasshopper Manufacture. No More Heroes 2 vede il protagonista Travis Touchdown costretto ad imbracciare nuovamente le armi circa tre anni dopo gli avvenimenti narrati nel primo episodio: la scia di morte e distruzione che si è lasciato alle spalle scalando i ranghi dell’associazione di assassini UAA non poteva rimanere impunita, ed ecco che l’antieroe si trova braccato da amici e parenti delle sue vittime, desiderosi di fargli la pelle in compensazione delle perdite subite. Senza farselo ripetere due volte Travis rimette le batterie alla leggendaria beam katana e ricomincia il suo massacro costellato di battute irriverenti, volgarità assortite ed umili lavori part-time.

No more free roamingPer quanto il gameplay di questo sequel riproponga perlopiù l’apprezzata formula del predecessore, è evidente come gli sviluppatori abbiano ascoltato le richieste della comunità e le critiche della stampa specializzata, decidendo coraggiosamente di tagliare completamente la componente free roaming in favore di una comoda mappa interattiva: quando non sarete impegnati a massacrare gli alti ranghi della classifica UAA, per spostarvi da un luogo all’altro sarà sufficiente mettere il gioco in pausa e selezionare la destinazione d’interesse. Questo espediente elimina il noioso elemento esplorativo visto nell’episodio originale e rende più immediato l’accesso alle varie location di Santa Destroy: tra queste ritroviamo l’Officina di Naomi, dove sarà possibile acquistare nuove beam katana, il negozio d’abbigliamento Airport 51, dove rifarsi il look, e la palestra, dove allenare Travis per migliorare la sua efficienza in combattimento. Per tutto il resto del tempo sarete impegnati a scalare i ranghi della classifica in maniera molto simile a quanto già visto in passato: prima di arrivare al boss e sconfiggerlo dovrete attraversare location lineari affollate di nemici da massacrare a colpi di spada laser. Il combattimento si presenta ancora una volta legato alla pressione ripetuta del tasto A per menare fendenti, inclinando parallelamente il Wiimote verso l’alto o il basso per sferrare colpi alti o bassi: una volta indebolito a sufficienza un nemico sarà possibile liberarsene con una spettacolare finishing move, scuotendo il telecomando del Wii nella direzione indicata a schermo. A questo seguirà la comparsa in sovraimpressione di una slot machine che in caso di vittoria sbloccherà per qualche secondo un potere speciale: che si tratti di un rallentamento del tempo, della trasformazione di Travis in una tigre o dell’istantanea eliminazione di qualunque minaccia a schermo, questi bonus conferiranno sempre un grande vantaggio. Interessante è la neo introdotta possibilità di giocare con il Classic Controller, bypassando completamente il motion control e godendo di un approccio più tradizionale al gameplay, opportunità che alcuni utenti troveranno senza dubbio molto gradita. Una volta completato il breve percorso ed eliminati tutti gli scagnozzi, Travis si troverà finalmente di fronte al boss: con lo scopo di conferire più varietà alle boss fight i ragazzi di Grasshopper hanno affiancato alcune folli trovate ai combattimenti standard dove si combatte normalmente con la spada. Senza preavviso, in alcuni frangenti vi ritroverete catapultati in un picchiaduro 2D o in un assurdo match di autoscontro: senza rovinarvi le molte sorprese, ci limitiamo a confermare che la perversa fantasia di Suda e compagni ha davvero superato sé stessa.Con il medesimo spirito che ha comportato la sparizione della componente esplorativa, gli sviluppatori hanno eliminato la necessità di pagare una somma d’iscrizione per affrontare i boss, rendendo la progressione più fluida e permettendo ai giocatori di andare dritti per la storia principale, senza perdersi tra i molti lavori secondari disponibili per le vie di Santa Destroy.Per quanto il gameplay si presenti sostanzialmente invariato rispetto al predecessore, le modifiche apportate dal team di sviluppo hanno reso il titolo più leggero ed accessibile, permettendo a chi lo desiderasse di limitarsi al puro combattimento dall’inizio alla fine della storia.A variare ulteriormente l’offerta ludica ci pensa la possibilità di controllare in alcune sezioni di gioco Shinobi, ex allieva di Travis già incontrata nel primo capitolo; la capacità di quest’ultima di saltare a discrete altezze apre il design dei livelli verso un’inedita verticalizzazione. Per quanto gradita dal punto di vista esplorativo, tale aggiunta non è stata purtroppo supportata da un set di controlli adeguato, e finisce per rendere le sezioni di platforming spesso frustranti.Nonostante questa infelice aggiunta, l’arco narrativo di No More Heroes 2 scorre via fluido e saprà tenervi impegnati per un discreto numero di ore, dalle 8 alle 12 con le maggiori variabili costituite dal completamento o meno delle varie attività alternative offerte sulla mappa cittadina.Dal punto di vista puramente narrativo, per quanto ancora infarcito di ultraviolenza, nonsense e volgarità a profusione il plot si presenta più ricco ed intenso rispetto al predecessore, alternandosi su diversi piani temporali e garantendo allo spettatore un buon quantitativo di divertenti colpi di scena.

8-bit maniaPer un perdigiorno come Travis Touchdown, che a parte la delirante attività di assassino a tempo perso non sembra avere altre fonti di introito, a volte è necessario abbassarsi ad impieghi davvero impietosi. I fan del primo titolo ricorderanno senza dubbio la raccolta delle noci di cocco, che qui torna insieme a molte altre attività tra cui la consegna delle pizze e la disinfestazione. Presi da un moto nostalgico per l’era 8-bit i ragazzi di Grasshopper hanno pensato questa volta di proporre la maggior parte degli impieghi secondari in versione bidimensionale ed ispirata a classici del periodo, come l’immortale Pac Man o Mach Rider. Per quanto inizialmente questa soluzione si faccia apprezzare per la sua originalità, una volta decaduto l’effetto sorpresa il completamento dei lavoretti tende ad annoiare ed a perdere di fascino, anche per l’intrinseca propensione a spezzare eccessivamente la meccaniche di gameplay della predominante componente action del titolo. Un peccato, dato che proprio i lavori permettono di accumulare denaro per acquistare nuove interessanti beam katana, potenziare Travis tramite la palestra (anch’essa presentata in 2D) e personalizzarne il look, tutte attività che possono aumentare almeno sulla carta la longevità del prodotto.

Cel Shaded beautyNo More Heroes 2 ripropone l’originale grafica in cel-shading caratterizzata da colori desaturati ed un ampio utilizzo di grane filmiche. Rispetto alla precedente incarnazione si nota un aumento di dettaglio ma ancor di più della fluidità generale, che permette di godere di un’esperienza senza il minimo rallentamento. Notevole ancora una volta il design, che dà il meglio di sé proponendo 15 boss eccezionalmente caratterizzati ed altrettante arene di scontro. Il difetto più grande è legato alla telecamera di gioco, parzialmente automatica ed aggiustabile alla pressione del tasto C sul Nunchck: quando vi troverete a muovervi freneticamente sul campo di battaglia questa meccanica si rivelerà del tutto insufficiente a mantenere un buon controllo sulla visuale, rendendo inoltre ancor più difficoltose le sequenze platforming: un vero peccato, soprattutto considerando che si tratta di un problema costante per tutta la durata dell’avventura.Il comparto audio si compone di una colonna sonora ricchissima di pezzi indie rock ed elettronica ben assortiti ed amalgamati all’atmosfera del gioco, e da un doppiaggio in inglese di qualità: la versione italiana è naturalmente provvista di sottotitoli.

– Eliminazione della componente free roaming

– Design geniale

– Boss carismatici

– Telecamera problematica

– Platforming poco fluido

– Minigame in 2D ripetitivi

8.5

No More Heroes 2: Desperate Struggle si presenta come un ottimo sequel, laddove i principali difetti del predecessore sono stati del tutto limati. L’avventura scorre veloce e senza intoppi, il nonsense e l’ultraviolenza faranno felici i fan di Tarantino e Rodriguez e la componente action si presenta come una delle più originali e divertenti tra quelle provate sulla console Nintendo, dimostrando che il motion control non deve per forza essere interpretato come riproduzione 1:1 dei movimenti per intrattenere.

Purtroppo qualche difetto c’è: i lavoretti in 2D stancano molto in fretta e soprattutto la telecamera si rivela poco gestibile per la maggior parte delle fasi action e platforming, rovinando in parte la fluidità del giocato.

Nel complesso, un titolo che al di là delle mancanze bissa pienamente il successo del predecessore, e che ci sentiamo di consigliare sia a tutti i fan di Travis Touchdown, sia ai possessori di console Wii in cerca di un titolo action diverso da qualunque altro. Non sarà perfetto, ma lascia il segno ed è maledettamente divertente.

Voto Recensione di No More Heroes 2: Desperate Struggle - Recensione


8.5