Loren The Amazon Princess, sviluppato dalla casa indipendente Winterwolves e disponibile per PC, Mac OS e Linux, è un fantasy RPG dallo stile misto. Il background è quello di un classico gioco di ruolo per quanto riguarda il sistema di statistiche del personaggio e della gestione dell’equipaggiamento, tuttavia questo è declinato a metà tra una semplice avventura grafica e un dating sim.
Tutta la vicenda è narrata dal punto di vista di un vecchio monaco che comunica al giocatore la sua necessità di raccontare una storia meravigliosa ed emozionante, ma la trama del gioco è molto lontana dall’aura di epicità che sembrerebbe pervaderla. Questo perché lo sviluppo della storia è ricco di clichè: non c’è stato nessun tentativo di allontanarsi dai classici conflitti, dalle storie e dalle leggende tipiche del mondo fantasy (elfi contro umani, elfi oscuri contro elfi delle foreste, ecc..) e nel complesso risulta quindi abbastanza banale. Nonostante ciò, il gioco riesce comunque ad essere piacevole, poiché le descrizioni e in generale la narrazione, proprio dal punto di vista della scrittura, sono nell’insieme ben curate e piacevoli da leggere.
Botte, parole, e botte, e parole
Nel corso della trama sarà possibile compiere alcune scelte cruciali che influenzeranno anche il finale. Lo schema della storia però è abbastanza ripetitivo: non ci sono enigmi, puzzle o altro, ci sono solo scene di dialogo intervallate da combattimenti. Questa scelta può essere legittima, tuttavia la successione e l’alternanza tra le due è piuttosto regolare e contribuisce ad appesantire il gioco.
E’ presente un sistema di quest del tutto fittizio: viene segnalata la quest in corso, quasi come promemoria, e sotto è indicata l’esperienza in premio al termine di questa. Il menù dei personaggi è nella norma, una sezione per l’inventario e le varie parti dell’equipaggiamento, una per le abilità e una per le statistiche.
Ciò che invece è davvero scomoda è la schermata di acquisto e vendita. Dal mercante di turno potremo acquistare vari oggetti e verranno illuminati i personaggi che potranno utilizzare l’oggetto, ma per vedere se è migliore di quelli dei nostri eroi sarà necessario aprire l’inventario, tramite un bottone presente nella schermata, e verificare passo passo. Questo rallenta molto gli acquisti e li rende particolarmente macchinosi soprattutto quando ci troviamo a confrontare più di un paio di oggetti.
Il sistema di combattimento è organizzato secondo una griglia 6×3, ogni schieramento avrà a disposizione, appunto, 6 slot organizzati in due file da 3. Qui verranno posizionati i personaggi sotto forma di un piccolo disegno che li rappresenta. Il combattimento è a turni e sulla destra avremo un elenco della successione dei personaggi e dei nemici, fino a 10 mosse avanti. Ogni combattente potrà usare le proprie abilità o attaccare semplicemente, e in quest’ultimo caso potrà attaccare solo la prima linea. Ci sono alcuni aspetti particolari: gli archi faranno più danni ai nemici in seconda linea e alcune abilità e magie riusciranno a colpire anche i nemici adiacenti a quello selezionato, ma facendo meno danni a quest’ultimi. Si può scegliere tra due velocità: lento e veloce, nella seconda le piccole animazioni presenti verranno visualizzate per pochi istanti. Sulla destra abbiamo un elenco delle statistiche di ogni personaggio in gioco.
Le difficoltà, che hanno ripercussioni solo sui combattimenti, sono un altro punto discutibile. A difficoltà facile e normale è quasi impossibile perdere e i combattimenti diventano alla lunga noiosi, a difficoltà massima invece si percepisce un’aria di sfida accettabile. L’elemento però più controverso è il fatto che ogni battaglia possa essere riavviata in qualunque momento tramite un comodo pulsante di reset. La scelta degli sviluppatori è opinabile, in questo modo il giocatore non sentirà molto coinvolgimento o emozione per il combattimento, poiché sa che in qualunque momento può rimediare ad ogni errore fatto, tuttavia al tempo stesso è vero che, essendo un’avventura grafica ed essendo possibile salvare in ogni momento, il combattimento una volta perso sarebbe stato riavviato quasi allo stesso modo.
Compagni già visti
I personaggi sono abbastanza piatti e stereotipati: Loren, la protagonista acida ma dal cuore tenero, Dora, la ladra scherzosa e simpatica, Draco, il mago strano e leggermente bizzarro, Myrth, l’affascinante spirito della foresta che ci ricorda molto una versione timida di Poison Ivy (soprattutto nell’aspetto) e altri ancora. I personaggi che faranno parte del nostro team saranno nove, escluso il personaggio principale che sarà l’unico ad avere un po’ di spessore.
Il giocatore non potrà interagire tramite opzioni di dialogo, ma di tanto in tanto potrà decidere il tono della sua risposta (scherzoso, amichevole o deciso), questo porterà a diverse opzioni di dialogo e potrebbe influenzare il rapporto con i personaggi. A queste tre opzioni se ne aggiunge un’altra: romance, quella che permetterà di cominciare una storia romantica indipendentemente dal genere, con i vari personaggi. Ogni volta che sarà disponibile e verrà selezionata, questa farà salire un counter simboleggiato da alcuni cuori, se sarà completamente riempito entro la fine del quarto ed ultimo capitolo, verrà integrata nella narrazione una scenetta romantica tra i due personaggi. In totale sono disponibili ben 12 storie diverse.
All’inizio del gioco potremo scegliere il personaggio da interpretare: Saren, un umano schiavo delle amazzoni, o Eleonor, un’elfa orfana scappata dalle sue terre. Questa scelta avrà influenza sulle storie d’amore e sul finale. Successivamente la scelta verterà sulla classe del nostro personaggio e potremo scegliere tra guerriero e ladro e in seguito, rispondendo ad alcune domande sul nostro passato, verranno distribuiti gli attributi (forza, destrezza e volontà) e le skill del nostro personaggio. Infine, indicando il tono della nostra risposta davanti ad alcune situazioni, verrà delineata la personalità. Questa modalità è sicuramente apprezzabile e degna di nota perché ci permette di personalizzare il nostro eroe senza rompere l’immersione nella narrazione iniziale con la classica finestra di creazione del personaggio.
Ogni volta che i personaggi saliranno di livello sarà possibile aumentare i loro attributi e le loro skill a seconda della modalità di gioco scelta. Ci sono, infatti, due modalità perfettamente equivalenti che possiamo scegliere all’inizio dell’avventura: una “classica” che ci permetterà di distribuire meno punti all’inizio ma garantirà una crescita costante, e una “tattica” che ci darà più punti all’inizio ma l’avanzamento sarà più lento.
Una nota di merito va ai disegnatori e ai musicisti.
I disegni sono ben fatti e dai colori molto accesi, perfettamente in linea con lo stile fantasy del titolo, i personaggi sono curati e in linea con il mondo che li circonda. L’unica perplessità è l’abbigliamento di quasi tutti i personaggi femminili, e parte di quelli maschili, resi provocanti e in genere poco vestiti , con tuttavia la possibilità di ridurre questo genere di contenuti nel menù iniziale. Era necessario disegnare due versioni e dare al giocatore la possibilità di scegliere?
Un elogio tutto positivo va invece alle musiche composte e create da Matthew Myers da Christina Vee. I brani sono molto vari e riescono a cogliere l’atmosfera del momento in maniera adeguata, rendendo il tutto più coinvolgente.
E’ già disponibile un’espansione del gioco, in “The Castle of N’Mar” è possibile avere due ulteriori storie romantiche e sono state introdotte alcune missioni personali dei personaggi.
– Piacevole stile di scrittura
– Belle grafiche
– Ottime musiche
– Numerosi clichè narrativi
– Ripetitività
– Personaggi poco profondi
Se avete notato grandi somiglianze per quanto riguarda espedienti di trama, personaggi, situazioni e sistema delle storie romantiche con i grandi titoli come, per esempio, quelli Bioware, forse è il caso di spezzare una lancia a favore degli sviluppatori. Il fatto che ci siano elementi molto simili potrebbe essere interpretato in due modi: una scarsa originalità, oppure il tentativo di imparare e cogliere il meglio da ogni titolo che ha raggiunto un grande successo, tentando di replicare l’impresa e creare un gioco che abbia tutti gli elementi richiesti curati e ben sviluppati prendendo “il meglio” da ognuno.