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Recensione

King Arthur

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Avatar di Fabfab

a cura di Fabfab

Pubblicato il 14/02/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Strano destino quello di King Arthur, film fanta-epico nato sulla scia del successo del Signore degli Anelli ma incapace di replicarne il successo: sta infatti per uscire il gioco ad esso dedicato e, ironia della sorte, i programmatori di Krome Studios hanno pensato bene di clonare il gameplay dei giochi EA ispirati alla saga cinematografica di Jackson, nella speranza che questa volta il confronto risulti meno impari…

Il filmNella Britannia del quinto secolo dopo Cristo le truppe romane si stanno ormai ritirando, lasciando il campo alle orde devastatrici dei Sassoni.Lucius Artorius Castus è un prode comandante romano (ma britanno per parte di madre) che finora ha difeso con successo il Vallo di Adriano grazie alla sua formidabile cavalleria, formata interamente da guerrieri Sarmati, una stirpe di valenti centauri prima sconfitti e poi sottomessi dalla Roma imperiale. Il nome di Artorius e dei suoi cavalieri (dei tanti che facevano parte del suo squadrone sono rimasti solo in sei, Lancillotto, Bors, Galahad, Galvano, Dagonet, Tristano) è ormai diventato leggenda, ammirati dagli amici (che lo chiamano Artù) e temuti dai nemici, i selvaggi Pitti, bellicosi guerrieri stanziati a nord del Vallo e guidati dall’astuto Merlino.Capita, poi, che prima dell’attesa ritirata verso Roma e del congedo dei cavalieri superstiti, tutti ansiosi di ritornare alla loro patria, ad Artorius ed alla sua cavalleria venga affidata un’ultima, pericolosa missione: portare in salvo gli abitanti di un insediamento romano posto a nord del Vallo – tra i quali vi è il giovane Alessio, già predestinato a diventare il futuro papa – prima che vengano raggiunti dalle orde sassoni.Incontri (tra cui quello con Ginevra, amazzone a cui salva la vita) ed avvenimenti di varia natura porteranno Artorius a riconsiderare la sua fedeltà e le sue aspettative nei confronti di Roma: la sua metà britannica lo spingerà a non ritirarsi con il resto dei romani, ma a rimanere in Britannia per combattere a fianco dei pitti l’invasore sassone. I suoi cavalieri, naturalmente, gli resteranno vicino e così, tutti insieme, romani, sarmati e pitti affronteranno i sassoni nella storica battaglia di Badon Hill…

I cavalieri della tavola rotondaIl gioco di King Arthur segue fedelmente la storia narrata nel film, riproponendoci in chiave videoludica molti dei passaggi della pellicola; la narrazione avviene sia attraverso filmati in cg che utilizzando spezzoni cinematografici (ben 20 minuti del film sono stati utilizzati all’interno del gioco).Il titolo è un classico hack-and-slash unicamente votato all’azione, visto che del film di Fuqua vengono riproposte essenzialmente le battaglie, divise in 20 livelli: per garantire un minimo di varietà potremo impersonare quasi tutti protagonisti della pellicola, da Artù, Ginevra e Lancillotto fino ad arrivare a quelli secondari come Bors, Tristano o il vescovo Germanius. Ogni personaggio è la (discretamente) fedele riproduzione dell’attore che lo ha impersonato, ma non é solo questo a distinguerli: i vari guerrieri, infatti, si differenziano anche per le tecniche a loro disposizione ed il tipo di armi che impugnano. Così, ad esempio, Ginevra e Tristano sono insuperabili con l’arco, mentre Artù (con Excalibur) e Lancillotto (con le sue due lame) risultano letali, rispettivamente, in mischia e a cavallo…Come da copione, al termine di ogni combattimento si viene premiati con punti esperienza da spendere per potenziare le caratteristiche dei vari eroi: la forza, la difesa, la velocità, l’abilità con le armi da mischia o da lancio. Visto che si cambia spesso eroe, tali potenziamenti sono comuni a tutti, in modo da non rischiare che un personaggio poco utilizzato si trovi in difficoltà nei livelli avanzati.E’ anche inoltre una modalità cooperativa a due che permette di affrontare le varie avversità con un altro giocatore umano al proprio fianco.Nel gioco manca, stranamente, la possibilità di scegliere tra più livelli di difficoltà: così accade che per la maggior parte del tempo il gioco Konami non appaia troppo impegnativo, salvo poi regalarci passaggi al limite della frustrazione! In particolare risulta particolarmente problematica la gestione degli scontri contro più avversari contemporaneamente: la rapidità con cui i nemici portano i loro colpi associata ad una parata efficace solo contro gli assalti frontali fa si che il personaggio sia destinato a soccombere qualora non riesca a spezzare in fretta un accerchiamento, e a ben poco servono le rare e blande pozioni curative disseminate nel gioco.

Spade e frecceVolendo semplificare, il gameplay può essere riassunto nel classico “uccidi tutti i nemici e raggiungi la fine del livello”: in ogni missione avremo a che fare con orde di avversari decisi a farci la pelle e contro i quali sfoggiare le nostre tecniche di combattimento più micidiali. Occorrerà prestare molta attenzione ai combattimenti anche perché il gioco permette di salvare solo al termine dei vari livelli, quindi in caso di morte occorre ricominciare tutto daccapo. Per cercare di variare un minimo uno schema tanto ripetitivo, i programmatori hanno inserito in ogni livello specifici obiettivi da raggiungere, come proteggere qualcuno, uccidere tutti i capi nemici o raggiungere un certo punto entro un determinato limite di tempo.Il sistema di combattimento è elementare: in mischia si dispone di tre attacchi (debole, medio e potente), una mossa finale (per uccidere i nemici a terra) ed una speciale (eseguibile dopo aver caricato l’indicatore dell’adrenalina), più l’indispensabile parata. Naturalmente premendo più tasti contemporaneamente è possibile dare vita a svariate combo, ma un grosso limite è dato dal fatto che l’unico colpo veramente efficace in quasi tutte le situazioni e quello debole: gli altri sono troppo lenti da eseguire e data l’estrema reattività dei nemici, tornano utili solo se si riesce a sorprenderli alle spalle o qualora occorra spezzare i loro scudi.Il combattimento a cavallo varia un poco, visto che oltre che all’abilità del cavaliere è possibile sfruttare i poderosi zoccoli dell’animale per sfondare mascelle o portoni sbarrati, senza contare la possibilità di travolgere le orde urlanti di barbari grazie alla superiorità della nostra cavalcatura.Arco e frecce, infine, servono sostanzialmente solo quando occorre abbattere arcieri fuori portata dalle nostre spade ed è possibile attaccare i nemici da una certa distanza (quasi mai, dato che ci si trova sempre in mezzo a mischie furiose), visto che nel corpo a corpo si è fortemente penalizzati, anche per l’impossibilità di parare i colpi altrui. Per fortuna è quasi sempre possibile alternare armi da mischia e a distanza, in modo da scegliere quella più adatta al tipo di situazione in cui ci si trova.

Il film su consoleSe il gameplay tenta di introdurre qualche minima variante rispetto al lavoro svolto da EA per “Il Signore degli Anelli”, dal punto di vista tecnico le somiglianze tra i due titoli sono ancora più marcate. La grafica è piuttosto buona e ripropone ambienti e situazioni viste nel film, anche se con qualche aggiunta dal sapore vagamente comico (durante l’assalto alla carrozza del vescovo Germanius, ad esempio, mentre Pitti e Romani si massacrano a vicenda, alcuni cinghiali pascolano beatamente tutto intorno…): non siamo di fronte alla maestosità del motore grafico utilizzato dalla EA, ma il risultato è comunque soddisfacente. La visuale utilizzata è più lontana, quindi gli sprite dei personaggi sono più piccoli e meno definiti ma comunque somiglianti alle loro controparti cinematografiche; molto convincenti anche i movimenti e le varie animazioni di battaglia e di morte. Il livello di dettaglio delle ambientazioni è più che sufficiente, anche grazie alla loro linearità e, di conseguenza, scarsa estensione.Il comparto audio presenta le voci originali (inglesi, ovviamente) del film, normali effetti di battaglia ed un’inedita colonna sonora che pur ispirandosi a quella composta da Howard Shore, non è la stessa, epica e maestosa, ascoltata al cinema ed un poco la cosa dispiace.La longevità, infine, dipende molto dai gusti dell’acquirente: in prodotti di questo genere, dove bene o male si finiscono col fare sempre le stesse cose, molto dipende da quanto il giocatore abbia voglia di farle. 20 missioni, in fondo, non sono moltissime, nonostante la notevole difficoltà di qualche passaggio…

– Sufficientemente impegnativo

– Tre stili di combattimento diversi

– Si impersonano tutti i personaggi del film

– Ripetitivo e lineare

– Tutto sa di già visto

– Troppo breve

6.5

Konami tenta di replicare il successo ottenuto da EA con i suoi hack-&-slash dedicati al Signore degli Anelli, ma non riesce a raggiungere lo scopo per tutta una serie di fattori: innanzitutto ha sbagliato film, visto che King Arthur è stato un vero flop al botteghino. Inoltre ha dato vita ad un gioco davvero troppo simile al concorrente, senza tuttavia riuscire ad eguagliarne le qualità (grafica dettagliatissima, discreta narrazione, colonna sonora originale): così ci si trova di fronte ad un prodotto non brutto, ma assolutamente privo di innovazione e, soprattutto, carisma. Chi cerca un picchiaduro a scorrimento frenetico ed impegnativo potrà divertirsi per un po’ col prodotto Konami (ma non troppo, come nella natura di questi giochi), gli altri abbandoneranno dopo l’ennesima missione uguale alle altre o per uno dei frequenti ed inspiegabili picchi di difficoltà…

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