Recensione

Holy invasion of privacy, Badman!What did I do To

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Alzi la mano chi ha mai giocato ad un gioco con un titolo più lungo di così. Holy Invasion of Privacy, Badman! What did I do to deserve this? significa, letteralmente, “sacra invasione della privacy, Badman! Cosa ho fatto per meritarmi questo?”, e suona come il rassegnato piangersi addosso di un povero piccolo Overlord, che si credeva al sicuro nelle profondità della terra, e i cui dungeon, invece, vengono letteralmente presi d’assalto da eroi senza macchia il cui unico scopo sembra essere quello di porre fine alla sua vita da re dell’Oltretomba. Questa linea narrativa sembrerà stramba e, in un certo senso, innovativa a chi non ha mai avuto la fortuna di giocare un titolo pubblicato dalla Nippon Ichi Software, più nota come NIS: per chi, invece, ha speso oltre 60 ore perso nell’Item World di Disgaea o non si è lasciato sfuggire quella piccola perla di umorismo che era La Pucelle Tactics per PS2, allora tutto questo suonerà familiare, battuta dopo battuta e risata dopo risata.I marchi di fabbrica dei titoli NIS sono diversi, dalla costante presenza di demoni e gironi infernali al livello di sfida sempre molto alto, ma in assoluto, è la comicità grottesca e demenziale che trasuda da ogni pixel, e che aggiunge una dimensione tremendamente comica a tutta l’esperienza di gioco.Il prodotto che andiamo ad analizzare, pur potendo contare su personaggi (volutamente) stereotipati che non possono competere con i protagonisti della saga di Disgaea, non rinuncia ad un umorismo che strapperà all’utente più di un sorriso, a patto di possedere una più che buona conoscenza della lingua inglese, visto che il gioco è al momento disponibile solo sul PSN americano.

La sacralità della privacyLa trama che motiva la nostra attività di dungeon master è tutta nel paragrafo precedente: una volta tanto saremo dalla parte dei cattivi (altro refrain tipico della NIS) e sarà compito del giocatore costruire dei dungeon sufficientemente elaborati e pieni di nemici capaci di dare del filo da torcere ai fastidiosi avventurieri muniti di spada scintillante.Il sistema di gioco, pur potendo contare su delle peculiarità inedite (o quasi), ricalca a grandi linee quello di un tower defense game, dove dovremo proteggere, con qualsiasi mezzo lecito, il nucleo centrale, all’interno del quale se ne sta, presumibilmente rannicchiato e impaurito, il Signore dell’altro mondo: il giocatore, munito di null’altro che un piccone e delle conoscenze che un adeguato tutorial gli ha inculcato, dovrà creare una catena alimentare perfettamente equilibrata, che permetta ai mostri all’interno del dungeon di nascere e moltiplicarsi, rendendo la vita un inferno a ogni avventato eroe dell’ultima ora.Descritta così, la meccanica di gioco sembra più complessa di quanto non sia, ma basterà prestare attenzione durante le prime fasi del gioco per metabolizzare senza eccessive difficoltà le metodologie per creare un dungeon adeguato.L’unica modalità di gioco è quella principale, tutorial a parte, ma, data la buona quantità di mappe presenti, e il livello di difficoltà che crescerà pian piano fino a diventare quasi proibitivo, dovrebbe bastare per tenere l’UMD nello slot abbastanza.Anzi no, frenate. Badman (passateci l’abbreviazione) è un gioco in digital delivery, in linea con il prossimo lancio di PSP Go! e con la nuova politica che sembra Sony voglia sposare: niente UMD, quindi, e, di conseguenza, visto il costo decisamente basso necessario al download del titolo, anche la longevità andrà valutata diversamente con parametri diversi da quelli soliti. Ma andiamo con ordine.

La dura vita dell’allevatore di mostriVediamo di vivisezionare, per quanto ripetiamo che sia più arduo descrivere l’esperienza di gioco che viverla, la giocabilità dell’ultima fatica NIS: tutto il titolo è basato su una catena alimentare, che prevede tre livelli, strettamente interconnessi, cui il giocatore dovrà prestare uguale attenzione.Al primo livello di questa catena, quello più basso, ci sono dei piccoli slime verdi, che già di per sé costituirebbero le prime difese del dungeon, ma che sono troppo deboli per impensierire anche il più inetto tra gli eroi che dovremo affrontare: essi “fecondano” i blocchi adiacenti al loro passaggio, rilasciando un humus verde che favorisce, a seconda della quantità, la nascita di un nuovo organismo, che, a seconda di quanto il terreno sia stato fecondato, potrà essere un altro slime o un insetto. Con l’insetto saliamo al secondo gradino della scala: gli insetti si nutrono di slime, e costituiscono lo stadio intermedio tra questi e i più forti uomini lucertola, armati di spada e scudo, che costituiranno i più validi difensori del dungeon dagli assalti esterni: quando un insetto si è nutrito a sufficienza di slime, forma un bozzolo, all’esplosione del quale, tutti i blocchi adiacenti vengono enormemente fecondati, favorendo, previa la giusta attesa, la nascita dei suddetti uomini lucertola, che a loro volta si nutriranno degli insetti che hanno contribuito a generarli.In altre parole, siamo di fronte ad un sistema tanto caro ai giapponesi, cioè quello del pietra, forbici e carta, e l’unica possibilità di riuscita è legata al perfetto bilanciamento di tutti e tre gli elementi, perché troppi slime renderanno il dungeon una passeggiata di salute per gli intrusi, e troppi uomini lucertola finiranno con il divorare tutti gli insetti disponibili, e morire poi di fame, lasciando altrettanto incustodita la via al nucleo del dungeon.Capirete bene che, nonostante un sistema semplice e dall’apparenza molto amichevole (sulla scia del comparto grafico), la complessità del percorso che il giocatore sarà chiamato ad intraprendere è notevole, e regalerà non poche difficoltà ai meno pazienti tra gli utenti. Altresì, al raggiungimento (e ancor di più al mantenimento) di questo equilibrio biologico, la soddisfazione sarà incommensurabile: frotte di eroi finiranno con il perire nei bui vicoli che il giocatore ha dapprima scavato e poi popolato di creature dall’aspetto tutt’altro che minaccioso, ma tremendamente efficaci. Vi troverete, senza rendervene conto, ad esultare per la morte di un cavaliere circondato da tre dei vostri uomini lucertola.L’elemento strategico è fondamentale, il tasso di difficoltà è incrementato dal poco tempo a disposizione per prendere una decisione e dal fatto che il numero di blocchi che potremo distruggere con il nostro piccone sarà prestabilito, ed entro questo limite dovremo far quadrare i conti: la chiave del successo, dopo svariate ore di prova del gioco, si è rivelata la costruzione di dungeon di forma particolare, come ad esempio a forma di numero 8, in grado di favorire il passaggio degli slime sempre sugli stessi blocchi, generando una gran quantità di nutrienti utile da reinvestire per creare un piccolo esercito.Pur tenendo queste accortezze, comunque, il titolo non sarà mai banale nel suo proseguo, prima di tutto per la casualità insita nel sistema di gioco e poi per l’intelligenza artificiale altalenante dei nostri piccoli mostri che, a volte, si riveleranno dei killer (o degli inseminatori) infallibili e altre, invece, faranno delle figure pessime di fronte al nemico.Allargando il discorso, il mix di diversi generi (tower defense, monster breeding e puzzle game) funziona a dovere, e nel complesso il gioco si lascia giocare senza particolari intoppi, se non quelli legati alla sua stessa natura, che lo renderà inviso a tante categorie di videogiocatori quanto amato da altre. Croce e delizia dei titoli che provano a offrire qualcosa di nuovo sulla scena video ludica.

Nes portatileNon esageriamo se diciamo che, giocando a Badman vi sembrerà di aver fatto un balzo indietro con la macchina del tempo, ed essere tornati a metà degli anni ’80, quando il glorioso Nintendo Entertainment System riempiva i pomeriggi di milioni di ragazzini in tutto il mondo: Nis ha sposato uno stile squisitamente retrò, fatto di pixel evidenti e di personaggi appena abbozzati, per i quali sarà richiesto lo stesso sforzo di immaginazione che vent’anni fa era normale per tutti i prodotti in commercio. Tutti i retrogamer del pianeta e i giocatori più navigati annegheranno felici in questo mare di bidimensionalità, ma dubitiamo che anche solo uno tra gli utenti del PlaystationNetwork sotto i 24 – 25 anni non inorridisca: la scelta di uno stile grafico tanto particolare taglia fuori una vasta fetta di utenza che magari, altrimenti, si sarebbe cimentata, e con grande divertimento, con un gioco per molti versi geniale, che concede grande libertà di azione al giocatore, alla stregua di un GTA qualsiasi.Noi di Spaziogames abbiamo imparato ad amare questo tuffo nel passato, ma la scelta resta fortemente soggettiva per tutti gli altri.Sul versante sonoro, di pari passo con i continui riferimenti ai giochi fantasy e con le tonnellate di umorismo inserite nel titolo, assistiamo ad una parodia di temi epici, tipici del genere RPG, e a motivetti dal sapore vagamente francese che non stonano affatto con l’azione su schermo. Anche qui, comunque, niente che possa stupire chi è abituato a grandi compositori, ma lo stile minimalista del gioco imponeva una scelta delle musiche a tema. La durata dipende fortemente dal modo in cui ci si approccia al gioco: la modalità principale, sulla carta, potrebbe essere completata in una manciata di ore, se non fosse per la difficoltà di molte delle situazioni in cui ci si verrà a trovare e per la particolarità del gioco, che rende impossibile la precedente esperienza in un campo simile, togliendo al giocatore la possibilità di dire cose come “ io con i giochi di guida sono un drago”; non crediamo che esistano “draghi” di Badman per il semplice motivo che fino a prima dell’intuizione dei ragazzi di Nis, non esisteva niente di nemmeno lontanamente paragonabile a Badman stesso. Consigliato a chi si ritiene un videogiocatore di vecchia scuola.

– Ironia a fiumi

– Strategicamente stimolante

– Entusiasmante per gli hardcore gamers…

– Difficile come pochi

– Avrebbe potuto girare tranquillamente su un Nes

– …meno per tutti gli altri

7.0

Secondo noi, pur non raggiungendo le vette di precedenti produzioni, Nis ha fatto centro di nuovo, aggiungendo alla ludoteca scaricabile via PSN un gioco che, paradossalmente, coniuga meccaniche di gioco inedite, quantomeno per l’utenza PSP, a uno stile grafico visto, rivisto e sorpassato. Non possono essere ignorate, tuttavia, pecche come un livello di difficoltà un po’ troppo severo, un versante sonoro consono all’azione ma pur sempre povero a livello assoluto, e, come detto, una realizzazione tecnica che non rende giustizia ai cavalli che Sony ha messo nel motore di PlaystationPortable.

Di contro, gli hardcore gamers troveranno pane per i loro denti e quel tocco di nostalgia che renderà molto piacevoli le sessioni di creazione di un piccolo esercito di mostri. Per appassionati di un’era video ludica (forse) passata.

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7