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Recensione

God of Word

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Avatar di FraFont

a cura di FraFont

Pubblicato il 11/10/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5

Quando l’antichissimo teatro greco incontra discutibili giochi di parole ecco che nasce God of Word, il nuovo typing game sviluppato da Mega Dwarf Inc. I typing game sono sempre stati titoli molto di nicchia e spesso li si trovava solo sotto forma di flash game online. Questo genere mette il giocatore amante della scrittura davanti ad una vera sfida: l’obiettivo è quello di scrivere le lettere o le parole che visualizza a schermo il più velocemente possibile. Questa meccanica semplice ma interessante può essere proposta in diverse modalità, anche di gran lunga più interessanti del classico titolo online disimpegnato. Ultimamente sono usciti un paio di giochi indie che vogliono rispondere a questa chiamata e tra loro troviamo anche il recente God of Word, ma se avrete sbirciato il voto saprete già che il risultato non è così appetibile come speravamo.

Un mix di elementi
Partiamo dalle meccaniche basilari del gioco: il gioco non fa della classica meccanica dei typing game il suo cavallo di battaglia ma vuole spingere il giocatore a scoprire e creare una serie di parole date alcune lettere disponibili, proprio come a Scarabeo. Il gioco, costruito a livelli, ci chiederà di trovare diverse combinazioni per formare parole nella lingua selezionata, accumulando punti e totalizzandone almeno un certo quantitativo per superare la sfida di turno. Avremo anche la possibilità di cambiare le lettere a disposizione per un certo numero di volte, inoltre, se useremo specifiche lettere evidenziate, guadagneremo più punti. Ogni livello ha un tempo limite e si concretizza visivamente in una sorta di duello tra due combattenti alla fine del quale uno dei due cade a terra sconfitto. Qui cominciano i problemi: le lettere disponibili saranno casuali ma dopo solo mezz’ora di gioco il gameplay risulta abbastanza ripetitivo e poco stimolante. Di tanto in tanto, alternandosi a questa modalità di gioco, avremo anche la possibilità di giocare a sessioni speciali in cui God of Word ricalca le regole del celebre “gioco dell’impiccato”: dovremo cercare di capire la parola tentando di azzeccare le sue lettere avendo però a disposizione solo 3 tentativi. Il più delle volte questo risulta molto arduo a causa della lunghezza delle parole da indovinare ma potrete acquistare dei potenziamenti per facilitarvi la vita. Altre modalità di gioco invece chiedono al giocatore di scrivere le parole che entrano nello schermo il più velocemente possibile. Il tutto è condito da elementi gdr abbastanza abbozzati: vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Un tentativo non riuscito
God of word ha un’intuizione interessante e mescola elementi GDR con lo stile classico del genere. Nel gioco è disponibile un mercato e un sistema di abilità. Acquistando oggetti sarà più facile superare i livelli poiché con ogni parola guadagneremo più punti. Avremo anche a disposizione la possibilità di estendere il tempo limite del livello o usare alcune abilità speciali date dalle nostre nuove armi. Questo si coordina anche con un sistema di livelli che sblocca alcune skill davvero utili e potenti, le quali saranno necessarie per andare avanti con il gioco senza impazzire. La curva di difficoltà è infatti abbastanza elevata e richiede una buona padronanza della lingua per trovare anche le parole più complesse. Paradossalmente sembrerà più arduo con i primi tentativi ma una volta entrati nello spirito vi risulterà più facile. Ad ogni modo il titolo non è in grado di intrattenervi per molto tempo e risulta presto un’ardua scalata che non riesce a mantenere l’attenzione del giocatore. Non darei la colpa al genere dei typing game in sé, il quale può essere davvero intrigante e “addictive” sotto diversi aspetti, parliamo invece di una serie di elementi che ci fanno storcere il naso e che ci portano molto velocemente ad abbandonare il gioco. Il tentativo di questo prodotto è apprezzabile, tenere aperti gli orizzonti e sperimentare, che sono sempre pratiche intelligenti e sensate, tuttavia la realizzazione in questo caso non risulta particolarmente efficace. 
Il binomio tuttavia funziona e lo dimostrano giochi come Epistory – Typing Chronicle nel quale abbiamo elementi GDR simili a God of Word ma con un comparto grafico, meccanico e narrativa di tutto rispetto che stimola il giocatore ad andare avanti e proseguire nella storia. Voltando l’attenzione verso l’aspetto grafico, si deve ammettere che per questi giochi non sia essenziale ma qualora si decida di intraprendere una strada particolare è bene seguirla con tutta l’attenzione dovuta, ma anche qui purtroppo il gioco non ci soddisfa.
Il teatro greco
Il gioco offre ancora una volta uno spunto curioso e ambienta il gioco nel teatro greco. Non vedremo persone ma marionette tirate da fili e tutta la scenografia è coerente con questo tema, dalle ambientazioni ai boss di livello tratti dalla mitologia. La qualità degli asset è abbastanza al di sotto degli standard e alcuni elementi, come la mappa di gioco, sembrano disegnati in maniera veloce e grossolana. A tutto questo si aggiunge il fatto che God of Word è insensatamente pesante dal punto di vista computazionale. Questo è forse l’elemento che lo affossa di più: uno stile grafico 2D con animazioni semplici non dovrebbe essere neanche lontanamente pesante, salvo rarissime eccezioni, eppure il titolo mostra pessime performance. La musica in sottofondo e gli effetti grafici sono in linea con il tema generale ma non brillano, come il resto, per qualità e cura del dettaglio.

– Sperimentazione verso nuovi generi

– Grafica grossolana

– Comparto tecnico pesante

– Meccaniche non del tutto funzionali

5.0

God of Word parte da spunti interessanti dal punto di vista tecnico e artistico ma non riesce a portare a casa il risultato. Le meccaniche non funzionano in maniera ottimale e il gioco non riesce ad intrattenere per un periodo abbastanza lungo da giustificare l’acquisto. Purtroppo a volte sperimentare non è sempre così facile ma il tentativo è sempre apprezzabile. Che questo esempio possa essere un punto di partenza per gli sviluppatori, i quali magari sapranno stupirci con un ottimo titolo la prossima volta.

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