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Recensione

Ghost in The Sheet - Il Segreto del Settore Omega

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Avatar di Darkzibo

a cura di Darkzibo

Pubblicato il 17/01/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Tutti quelli che hanno circa la mia età, e non solo, si ricorderanno sicuramente delle avventure grafiche pubblicate all’inizio degli anni novanta: Monkey Island nelle sue multiformi versioni, The day of the Tentacle, Indiana Jones and the fate of Atlantis, Sam e Max e tutti quei giochi che ci hanno fatto scervellare di fronte ai nostri vetusti computer (486, 33mhz, 4 mega di ram: non ridete all’epoca era uno dei più belli). Erano anni indimenticabili e soprattutto, i titoli sopracitati non avevano una grafica da urlo (almeno rapportati a questo periodo), ma trasmettevano un appell non indifferente. In seguito è stato il momento di Broken Sword, e poi di Runaway, anche se questi titoli non hanno mai conquistato l’utente che ha provato i giochi targati Lucas. Arrivò anche Myst nel 1994, ma quello, e i suoi relativi seguiti, altro non furono che avventure grafiche serie e composte da enigmi non molto ispirati (a parere dello scrivente). In anni in cui l’apparenza di un titolo conta parecchio, ecco arrivare Ghost in The Sheet, avventura grafica composta da uno staff che conta ben… due persone.

Il fantasmaTorniamo di nuovo indietro nel tempo, ma questa volta negli anni ottanta, quando nerd americani, anziché andare a giocare a football, preferivano restare in casa a programmare grezzi videogiochi. Ebbene, questi ragazzi poi sono diventati uomini e grandi programmatori. Però tutto è partito dalla buona volontà e dalla voglia di raccontare qualcosa. Questo è lo spirito con cui è stato prodotto Ghost in The Sheet, in primis dal capo progettista Jan Kavan, musicista di professione (ha curato alcune colonne sonore di videogiochi) e, in questo caso, autore della storia. La storia di Ghost in the Sheet inizia con la dipartita del protagonista, il quale assume sin da subito la classiche fattezze del fantasma, il vostro Ghost, ovvero coperto da un lenzuolo. Non siete ancora nell’aldilà, però, perché qualcosa vi impedisce il passaggio; questo avviene sia al protagonista che a tutte le altre anime che assumono, di contro, forme diverse. Il problema sembra essere generato da un Settore Omega che blocca il collegamento con l’aldilà.

Il tutto si svolgerà in una fabbrica abbandonata dove sarete mandati,appena morti, da un certo ‘boss’ del quale però non conoscete nulla. Il seguito lo scoprirete con il proseguo dell’avventura, perché questo titolo è tutto da provare. La storia rappresenta la classica avventura grafica punta e clicca e il protagonista, quasi ricalcando i vecchi titoli, svela un inedito profilo psicologico. Ci troveremo a leggere battute divertenti, cattivelle soprattutto riguardo l’attuale forma di ectoplasma del nostro alter ego virtuale e il tutto ricorderà una sorta di racconto soft – horror che, nonostante l’ambientazione, non spaventerà per nulla. Da fantasma, lo svolgimento di molte mansioni umanamente possibili, sarà pressoché impossibile ed ecco sopraggiungere in aiuto i poteri che il fantasma apprenderà con il proseguo dell’avventura. Saranno infatti queste le vostre attività principali: la telecinesi per spostare gli oggetti, la possibilità di illuminare una zona o di interagire in diversa maniera con l’ambiente. Proprio dall’impiego di questi poteri, scaturiranno le risoluzioni degli enigmi che difficilmente cadranno nel banale e riusciranno a catturare l’attenzione del giocatore, così da spingerlo a proseguire nella storia per capire cosa possa accadere dopo, come in un film appassionante. Non c’è che dire, alcuni puzzle sono difficili e vi porteranno via parecchio tempo, ma è proprio questa sensazione di sfida con sé stessi che riesce a non annoiare i puristi del genere: i due programmatori si sono impegnati parecchio sulla struttura della storia, magari non avendo i mezzi per ricreare ambientazioni in alta risoluzione e composte da poligoni coperti da texture incredibilmente realistiche. Il giocatore che adora il bel gioco, non può fare altro che ringraziare, perché in questo genere, la trama è pressoché fondamentale.

Come si vede un fantasmaDal punto di vista grafico, purtroppo, devo dare un giudizio negativo. Ci troviamo di fronte a un gioco di un’altra epoca, che risulta fin troppo “fatto in casa”, composto da schermate fisse (comunque ben curate) e da scene di intermezzo disegnate a mano, come se si trattasse di un fumetto. Le schermate delle ambientazioni sono curate nella loro semplicità, ma le scene di intermezzo proprio non si integrano al meglio nella narrazione. Naturalmente, dal lavoro di due soli programmatori sarebbe un reato anche pretendere di più, però un pizzico di amaro in bocca, questa realizzazione visiva lo lascia. Per un personale giudizio, la grafica conta relativamente questa volta: un gioco come questo, si distingue per la trama e per le emozioni che riesce a trasmettere al giocatore. Il sonoro, naturalmente vista la natura del capo programmatore di questo progetto che è un musicista, risulta gradevole e in alcuni casi davvero coinvolgente. Si parte da un ritmo leggero e si arriva a un tono quasi epico soprattutto verso la conclusione della storia. Gli effetti sonori sono nella norma anche se i rumori tipici delle serie horror, come il tintinnio delle catene e i suoni emessi dai fantasmi, non incuteranno paura proprio per il contesto scanzonatorio in cui sono inseriti.

HARDWARE

– 300 MB di spazio su hd– Processore: Pentium a 1.0 GHz o AMD equivalente– RAM: 256 MB– Scheda Video: compatibile con le DirectX

– Un’avventura grafica

– Appassionante

– Fatto in casa

– Realizzazione tecnica di bassa fattura

– Ambientazioni poco varie

– Non per tutti

7.0

Ghost in The Sheet non si presenta come un gioco qualunque, ma come un esperimento svolto da due appassionati che hanno probabilmente nostalgia delle vecchie avventure grafiche. La storia è ben narrata e anche un tema come può essere la morte, è affrontato in maniera divertente, specialmente per ciò che riguarda le riflessioni del protagonista. Gli enigmi, di difficoltà crescente, potranno essere risolti grazie all’impiego dei poteri che il nostro eroe acquisirà durante l’avventura. Questa è la parte più interessante, perché mai avevamo guidato un fantasma in un’avventura punta e clicca, e sembra proprio che abbia molte sorprese da offrire. Purtroppo il comparto tecnico non offre molto – grafica su tutto – se non un sonoro avvincente. Nel caso vogliate vedere un prodotto pieno di poligoni e grafica strabiliante, girateci alla larga; se invece cercate un gioco che appassioni, prendete questo Ghost in the Sheet e giocateci. Non ve ne pentirete, soprattutto se amate il genere delle avventure grafiche.

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