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Recensione

Funk of Titans

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Avatar di FireZdragon

a cura di FireZdragon

Pubblicato il 21/01/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

4

In un periodo di magra come questo, dove i titoli tripla A scarseggiano, spesso ci si rifugia tra indie promettenti e innovativi. Questa regola viene esercitata da tempo immemore dai giocatori PC e, da qualche anno, anche dai possessori di console. Non capita di rado infatti vedere su Xbox Live e PSN giochi a basso costo sviluppati da piccoli team indipendenti in grado comunque di stupire e sorprendere. Ogni volta ci avviciniamo con gli occhi brillanti a queste produzioni, create con amore e dedizione, ed è difficile rimanerne delusi, vuoi per il basso costo vuoi per le pretese non sempre altissime che abbiamo. Funk of Titans è l’eccezione che conferma la regola: un titolo venduto a un prezzo esagerato, flagellato da problemi tecnici e persino noioso da giocare: ora vi spieghiamo perché.

Che il duello abbia inizio!Funk of Titans è il primo titolo console di A Crowd of Monsters ed era quindi lecito aspettarsi un tentativo di colpire il pubblico con qualcosa di originale, magari prendendo una storia totalmente senza senso e buttando nel miscuglio personaggi fuori di testa o easter egg tanto cari ai veri nerdoni a fare da collante, ma qui si è andati oltre.Nel gioco interpreterete Perseo, figlio di Zeus, arruolato dal padre per combattere tre divinità pagane nel disperato tentativo di riportare il Funk nell’Olimpo, spazzando via pop, rock e rap. Per farlo dovrete farvi strada tra spartani non morti e altre trappole infernali attraverso quaranta livelli, racchiusi in tre macro stage, che vi terranno impegnati non più di tre ore per il loro completamento. A questo conteggio potete tranquillamente aggiungere un’altra oretta se volete tentare di arrivare a “millare” il gioco, impresa non particolarmente complessa o difficile. I primi obiettivi si raggiungono infatti con la naturale progressione della campagna, mentre solo per gli ultimi, quelli che richiederanno di portare a termine il livello senza subire danni, raccogliere tutti i dischi dorati e trovare anche un pegaso di legno, vi servirà qualche tentativo extra.Da cosa dipende tutta questa facilità? Molto semplice, il gioco è una sorta di auto runner, dove il vostro personaggio correrà senza soluzione di continuità da una parte all’altra del livello. Voi dal canto vostro dovrete semplicemente premere il tasto del salto al momento giusto, così da evitare gli ostacoli ed effettuare walljump eventuali, o quello del fendente per sbarazzarvi degli spartani immobili presenti sul vostro cammino e tentare di giungere indenni al jukebox finale.In ognuno dei livelli di gioco la strada da percorrere sarà sempre evidenziata da una scia di vinili, motivo per il quale anche imboccare sentieri nascosti e scorciatoie diverrà praticamente automatico.Con un sistema di gioco come questo la varietà poteva venir aumentata agendo direttamente sul numero e sulle tipologie di nemici e trappole, come accade nella serie Bit Runner, ma A Crowd of Monsters purtroppo si è limitata a proporre gli stessi, identici, ostacoli per tutta la durata dell’avventura, condannando il giocatore a un senso terribile di noia già dopo i primi minuti.Al titolo manca praticamente tutto quello che rende un gioco divertente e godibile, compresa la più semplice reattività nei controlli. Ad acuire questa forte sensazione di ripetitività ci si mettono anche sei scontri con i boss, mirmidoni e altre divinità, da risolvere a suon di quick time events, in alcuni dei duelli più visivamente terrificanti che la nostra memoria riesca a ricordare.

La prossima volta resto in ferieIl gioco è semplice e anche la grafica, seppur carina e piacevole, non si caratterizza certo per un alto numero di poligoni o una quantità di effetti superlativa, eppure la nostra cara Xbox One riesce ad arrancare anche in questo caso, proponendo frequenti e fastidiosissimi cali di frame rate, in quantità tale da pregiudicare spesso i nostri salti. L’imprecisione dei movimenti, le animazioni raffazzonate e persino il pessimo design dei livelli rendono ben chiaro come Funk of Titans sia un titolo da evitare ad ogni costo, qualunque sia la vostra predisposizione a sopportare pene corporali. È decisamente impossibile divertirsi con questa produzione e nemmeno qualche citazione divertente, basata sui brand LEGO o Star Wars, con vestiari di vario tipo acquistabili con i vinili ottenuti, può risollevare il gioco dal baratro infernale nel quale è precipitato.A prima vista quello che poteva sembrare un clone poco riuscito di Donkey Kong Country si rivela persino peggiore delle migliaia di applicazioni presenti ad oggi su iOS e ci chiediamo come il controllo qualità Microsoft possa aver fatto passare un prodotto simile. Speriamo che in futuro venga rilasciata una patch correttiva del framerate, quantomeno per dargli una parvenza dignitosa. Alle spalle di Funk of Titans vediamo uno studio di sviluppo che ha messo comunque qualche buona idea, soprattutto nel design del protagonista e del suo equipaggiamento, affossato tuttavia da una realizzazione tecnica troppo arretrata e da un gameplay lineare e studiato più per un dispositivo mobile che per una piattaforma di gioco next gen. Il prezzo di circa tredici euro, infine, non può che mettere una pietra tombale su questa recensione: evitatelo a ogni costo.

– 1000 punti facili

– Ripetitivo

– Poco Longevo

– Cali di frame Rate

– Gameplay ridotto all’osso

– Tredici euro sono davvero troppi

4.0

I titoli indipendenti di solito sono una vera e propria fonte di sostegno in periodi di magra come questo ma, se volete un consiglio, almeno per stavolta tentate a tutti i costi di prolungare il vostro digiuno videoludico schivando con cura questa produzione. Il vostro portafogli e il vostro fegato ringrazieranno calorosamente.

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