Recensione

Deep Fear

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a cura di Tsubasa

Nel ’98 Sega ha cercato, sull’ormai decaduto Sega Saturn, di mettere in discussione la leadership Capcom in materia si survival horror. Non c’è riuscita. Ovviamente. Non che Deep Fear fosse un brutto gioco. Tutt’altro. Semplicemente il team AM7 non ha rischiato la via dell’innovazione limitandosi a copiare la struttura ludica creata, o meglio dire perfezionata, da Capcom con Resident Evil prima e Resident Evil 2 dopo.

Horror…horror…Ma andiamo con ordine. Nei panni di John Mayor, ci troviamo in fondo al mare in un sottomarino dell’esercito americano quando, guarda caso, i membri dell’equipaggio vengono colpiti da una spaventosa epidemia che li porta a trasformarsi in esseri mostruosi e violenti. Appare ovvio che dovremo proseguire nell’avventura e risolvere il mistero preservando l’incolumità del nostro prezioso fondoschiena… Ovviamente il tutto facendoci largo grazie alle armi da fuoco di cui entreremo in nostro possesso.

Il primo impatto col gioco è decisamente familiare. Ci muoviamo in ambienti pre-renderizzati con utilizzando il medesimo metodo di controllo di RE, abbiamo un menu a cui accedere quando vogliamo provvisto di inventario e status. Bisogna dire che il gioco fa un’egregia figura sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista sonoro. Gli ambienti pre-renderizzati sono ottimamente disegnati mentre il gioco è letteralmente infarcito di filmati in CG veramente spettacolari: peccato per i movimenti del protagonista che, nei cambi di direzione, risultano troppo scattosi. La colonna sonora è curata da Kenji Kawai, già attivo nel film Ghost in the Shell (e scusate se e poco), mentre i dialoghi vantano un livello di recitazione superiore a quello di RE (non che ci volesse molto). Il gameplay ugualmente valido, riproponedo addirittura i medesimi controlli del mostro sacro di Capcom: ci si sposta con la croce direzionale, si imbraccia l’arma col dorsale destro e si spara col tasto A.

Ed allora?Il gioco in se non è per niente male. E’ ben bilanciato ed abbastanza coinvolgente anche se non riesce a raggiungere quasi mai punte di autentica paura. La lingua giapponese non si rivela un ostacolo e non ci impedisce di completare entrambi i CD di cui è composto Deep Fear per cui completeremo il gioco dopo una manciata di ore. Rimane però il rammarico per la struttura di gioco davvero troppo simile a quella di Resident Evil tanto che si ha la sensazione di giocare ad un autentico spin-off della saga. Deep Fear rimane comunque un ottimo gioco. Se siete alla ricerca di un survival horror “convenzionale” su Saturn potete andare a botta sicura, se cercate invece qualcosa diverso dal solito consiglio caldamente Enemy Zero, molto più d’atmosfera, innovativo e soprattutto una valida alternativa (che si possa definire tale) a Resident Evil.

– Tecnicamente ottimo

– Troppo simile a Resident Evil

– Inferiore a Resident Evil

7.5

Deep Fear è un ottimo prodotto per chi vuole giocare ad un altro survival horror su Saturn. Ottimo da un punto di vista audiovisivo, infarcito di ottimi filmati, e con un gameplay bilanciato al punto giusto si lascia giocare agilmente anche nella sua versione giapponese. Purtroppo però risulta veramente simile a Resident Evil e, nonostante la sua non perfetta conversione su Saturn, rimane un gradino sotto.

Voto Recensione di Deep Fear - Recensione


7.5