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Recensione

Dead Trigger

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Avatar di ghigghi

a cura di ghigghi

Pubblicato il 08/08/2012 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Dead Trigger, disponibile anche per device Android, si può scaricare da App Store a 0,79 euro per iPhone e iPad e richiede circa 120 MB di spazio libero in memoria per l’installazione.  
Con Shadowgun i ragazzi di Madfinger Games hanno sbancato alla grande su iOS e Android, proponendo uno dei migliori third person shooter su device mobili come spessore grafico. Certo, alla fine la ripetitività si faceva sentire parecchio e la personalità latitava, ma alla fine Shadowgun si è rivelato un grandissimo successo di vendite e qualcosa ci dice che anche questo Dead Trigger, qui recensito nella versione per iPad, farà altrettanto. 
Un grilletto contro mille zombi
Da un lato Madfinger Games è voluta andare sul sicuro optando per un gioco a sfondo horror pullulante di zombi come ce ne sono a centinaia su App Store, ma dall’latro ha abbandonato la formula in terza persona per abbracciare quella del FPS, che in ambito touch è sempre più rischiosa e difficile da rendere al meglio. Dove Dead Trigger conferma il talento del team ceco è nel comparto grafico, che sul retina display dell’iPad di terza generazione è tra le cose migliori mai viste prima in ambito mobile. Il Unity Engine si riconferma tra l’altro un motore dalle ottime potenzialità e Dead Trigger pullula letteralmente di dettagli sia nelle location, sia per quanto riguarda i personaggi, senza dimenticare le eccellenti texture, l’ottima fluidità e l’accuratezza dei modelli poligonali. Dopotutto già Shadowgun (e ancora prima i due capitoli della serie Samurai) avevano messo in mostra una cura visiva al limite del maniacale e Dead Trigger per fortuna conferma questa tendenza. L’unico rammarico è per la scarsità di filmati e per i raccordi tra una missione e l’altra di carattere testuale, che stonano un po’ con l’impressionante lavoro grafico in-game e danno la sensazione di una certa povertà e staticità. Venendo al gioco vero e proprio, Dead Trigger è un classico sparatutto in prima persona con un’ancora più classica epidemia “zombesca” sullo sfondo, varie missioni di sopravvivenza, una trama quasi inesistente (questo è forse uno dei limiti maggiori del gioco) e tanti oggetti da sbloccare e comprare. 
Pronti ad aprire il portafogli?
Su questo versante gli acquisti in app rappresentano un elemento fondamentale nell’economia del gioco; se infatti il prezzo di vendita è limitato a 0,79 euro, si è spinti a spendere molto di più per acquistare con soldi veri i crediti del gioco necessari a comprare fucili, mitragliatori, oggetti e gadget vari come granate, medikit, bende, esche, booster di vario genere, aumenti di salute e molto altro ancora. La scelta è davvero vasta (c’è anche un kit per rallentare il tempo), ma il prezzo di questi acquisti è quasi proibitivo se si decide di fare affidamento solo sul denaro e sull’oro guadagnati nel corso delle missioni. Si capisce subito insomma come Madfinger Games abbia reso gli acquisti in-app quasi obbligatori per chi vuole farsi un arsenale dignitoso in tempi umani, ma questo è ormai lo scotto che si deve pagare per trovare su App Store (e sul Google Play di Android) giochi a prezzo così basso o addirittura freemium. Polemiche a parte Dead Trigger offre un sistema di controllo touch che necessità di qualche aggiustatura a livello di precisione e sensibilità, ma nel complesso ci si può accontentare. Con lo stick di sinistra ci si muove, mentre sulla destra troviamo le icone per fare fuoco, per zoomare e per ricaricare l’arma, ma a differenza di altri FPS per iOS qui non si può saltare nè tantomeno abbassarsi e si sente anche la mancanza di opzioni per spostare le icone a piacimento, ingrandirle o rimpicciolirle, visto che spesso si finisce con il toccarle senza volere.
A quando il multiplayer?
L’assenza di una forte traccia narrativa a legare le varie missioni si fa inevitabilmente sentire, ma se in un gioco simile non siete interessati alla trama Dead Trigger può comunque dare altre soddisfazioni. Nonostante lo scarso interesse negli obiettivi da raggiungere e l’esigua durata delle missioni, uccidere quanti più zombi possiamo è comunque divertente e la curiosità di provare nuove armi, di passare di livello e di migliorare con la pratica dell’headshot ha sempre la sua efficacia. Non chiedete però molto di più a Dead Trigger. La formula di gioco rischia di farsi molto presto ripetitiva, manca una qualsiasi componente multiplayer e con l’ultimo aggiornamento di metà luglio si sperava in qualche arma in più e in qualche maggior concessione alla trama. Con il prossimo update ci attendiamo quindi un miglioramento generale dei controlli, qualche tipo di zombi in più e le sfide online, anche perchè il comportamento dei nostri cari morti viventi è quanto di più prevedibile ci potessimo aspettare. In ogni caso con soli 0,79 euro (o qualcosa in più per comprarsi qualche bel gingillo) ci si porta a casa un titolo graficamente da urlo e adatto a classiche partite mordi e fuggi, anche se limitato, ripetitivo e con qualche magagna ancora da sistemare ma ben lontano dalla definizione di “tech-demo” ingiustamente affibbiata da molti commentatori. In fondo Dead Trigger un’anima (anche se piccola piccola) ce l’ha.         

– Graficamente sontuoso

– Molti oggetti da sbloccare e acquistare

– Zombi su zombi

– I controlli touch necessitano una limatina

– Trama quasi inesistente

– Ripetitivo e poco vario

7.0

Dead Trigger ha molti pregi ma anche qualche difetto da non trascurare. Visivamente è tra le cose migliori mai viste su un device portatile, il divertimento non manca e la quantità di oggetti, armi e gadget sbloccabili convince pienamente. Il gioco di Madfinger Games pecca però nel gameplay, che diventa presto ripetitivo nella sua formula così elementare, e in un comparto narrativo incapace di proporre una vera e propria trama. Molti poi non manderanno giù i pagamenti (comunque opzionali) tramite in app purchase, ma alla fine il gioco diverte, costa pochissimo e ha una grafica da urlo.

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