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Recensione

Conflict: Desert Storm II

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Avatar di Fabfab

a cura di Fabfab

Pubblicato il 22/02/2004 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Il primo Conflict: Desert Storm uscito nel 2002 dava a noi giocatori la possibilità di giocare nei panni di una squadra speciale dell’esercito, impegnandoci in complesse e pericolose missioni nel Medio Oriente nei primi anni ’90, durante l’operazione Tempesta nel Deserto, la famosa azione militare degli Alleati in risposta all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein. Oggi, con l’Iraq ritornato tristemente in voga a causa dell’azione perpetrata da Bush jr. esce finalmente questo seguito che riprende le vicende là dove erano state interrotte, nel 1991…

I quattro moschettieriConflict: Desert Storm II vi riporta, dunque, nel bel mezzo della campagna condotta nel 1991 contro il regime di Saddam Hussein, ma non è che il gioco si basi su operazioni realmente accadute: in questo sparatutto in terza persona, infatti, elementi realistici e arcade si mescolano lungo le 10 missioni proposte, da affrontarsi rigorosamente una dopo l’altra; ciascuna di esse è ambientata in uno specifico contesto e con specifici obiettivi da perseguire, alcuni dei quali vi verranno rivelati solamente a gioco inoltrato. In ciascuna missione vi troverete a capo di una squadra di quattro specialisti, scelti tra i membri della Delta Force americana o dei SAS britannici: la formazione selezionata in realtà non varierà di molto la giocabilità del titolo, distinguendosi le due squadre sostanzialmente per trascurabili differenze nelle statistiche, nell’aspetto e per il tipo di voce. Ciascuno dei membri della vostra squadra avrà inoltre in dotazione un particolare armamentario che servirà a caratterizzarlo rispetto ai suoi compagni: c’è il caposquadra che brandisce il fucile d’assalto ed è esperto di comunicazioni, il tiratore scelto, l’esperto in esplosivi e l’addetto alle armi pesanti quali mitragliatori e lanciamissili. I vari membri della squadra hanno un loro nome ed un aspetto specifico che li contraddistingue e caratterizza (sempre nei limiti del livello di personalizzazione che una “divisa” realistica può offrire), quindi potrete distinguerli senza problemi ed anche – perché no – trovare un beniamino a cui affezionarsi…

Quattro con l’intelligenza di unoIl dover utilizzare e coordinare una squadra, piuttosto che agire in solitario, e la conseguente più complessa meccanica di combattimento di “Conflict: Desert Storm II” possono apparire un poco frustranti all’inizio, specie per chi non ha esperienza di giochi simili, ma con un minimo di pratica vi sarà facile padroneggiare il tutto: consiglio, a tal proposito, di non saltare il tutorial iniziale, nel quale un sergente che sembra preso direttamente da “Ufficiale e gentiluomo” vi guiderà nell’apprendimento delle meccaniche di gioco principali.Durante la missione dovrete fare ricorso alle abilità di tutti e 4 i vostri uomini, passando da uno all’altro con la semplice pressione in alto o in basso della croce direzionale; il membro della squadra attualmente impersonato dal giocatore può comunque impartire ordini ai suoi compagni, sia ad uno ad uno singolarmente che a tutto il gruppo, semplicemente facendo ricorso alle combinazioni di tasti previste. Potete ordinare ai vostri compagni di mantenere la posizione oppure di seguirvi, di gettarsi a terra, di avanzare verso il nemico e sparare a volontà, e così via.L’importante è tenere sempre sotto controllo la salute dei vostri compagni di squadra (ma anche quando l’indicatore scende a zero è possibile intervenire e curare il ferito entro un certo tempo limite) e passare dal controllo dell’uno all’altro con regolarità, in modo da non ricevere brutte sorprese dalla lacunosa I.A. del gioco. Lasciare gli altri tre membri del vostro team in balia di se stessi troppo a lungo potrebbe risultarvi fatale perché anche se sono in grado di sparare al nemico quando lo vedono, non conoscono il concetto di nascondersi, trovare un riparo o fuggire dinanzi a forze nemiche soverchianti: rimane la possibilità di dare voi stessi l’ordine di ritirata, ma la cosa si rivelerà spesso proibitiva, vista l’impossibilità di preoccuparsi degli altri quando già si hanno problemi a salvare la propria, di pelle! In conclusione possiamo dire che il gioco sarebbe stato parecchio più godibile se l’I.A. dei compagni di squadra fosse stata un pochino più adattabile quando lasciata a se stessa.

Infallibile, tranne che col fucile di precisione…Anche quando si tratta di scendere in campo e sparare “Conflict: Desert Storm II” suscita qualche perplessità, visto che in certi casi è facilissimo colpire i nemici, in altri difficilissimo! Per facilitare il compito al giocatore è stata inserita una mira automatica fin troppo efficiente, al punto che spesso grazie ad essa (cioè al mirino che si sposta in automatico sopra al bersaglio) saremo in grado di individuare nemici altrimenti ben nascosti oppure troppo lontani per essere individuati a vista, prima ancora che voi vi accorgiate della sua presenza. Altre volte, tuttavia, la situazione si capovolge e diventa davvero difficile colpire gli avversari: è il caso di tutte le armi col mirino, come ad esempio il fucile da cecchino. Capitare fin troppo di frequente che nonostante il mirino paia centrare perfettamente la testa di una sentinella il colpo vada clamorosamente a vuoto: una trascuratezza davvero incomprensibile.Per fortuna la maggior parte delle volte anche le sparatorie appaiono ragionevolmente equilibrate e piuttosto divertenti da affrontare: in alcune missioni potrete persino utilizzare mezzi di supporto come jeep con mitragliatrici e carri armati, il che movimenta un poco le cose.

Soldati e sabbiaDal punto di vista grafico “Conflict: Desert Storm II” fa bene il suo lavoro senza però concedersi fronzoli: gli ambienti sono abbastanza carenti di dettagli e i modelli che raffigurano i nemici hanno un aspetto piuttosto semplice e poco curato, mentre i vostri quattro soldati sono caratterizzati un pochino meglio. Il gioco gira senza intoppi sul nostro GCN e non si segnalano nemmeno cali di frame rate. La componente audio è dominata in prevalenza da grida, spari di proiettili ed esplosioni, tutte rese molto bene; la musica, invece, tende a sparire tra tutto questo casino ma non ne sentirete troppo la mancanza, intenti come sarete a portare a casa la pelle.Da segnalare, infine, l’inclusione di una modalità in multiplayer grazie alla quale fino a 4 giocatori umani possono cooperare tra loro tramite split screen.

– Ben riuscito mix di simulazione e arcade

– Missioni sufficientemente varie le une dalle altre

– Multiplayer a 4 piuttosto divertente

– Sistema di controllo non sempre preciso

– I.A. a volte deficitaria

– Uscito su GCN con mesi di ritardo rispetto a PS2 e XBox

7.5

In ultima analisi Conflict: Desert Storm II non è certo privo di problemi ma migliora di parecchio il suo predecessore e sicuramente saprà divertirvi col suo mix di realismo e arcade: vista la mancanza di reali alternative per il nostro GCN l’acquisto è quasi obbligato se siete amanti di questo tipo di giochi.

Dieci lunghe e impegnative missioni, la presenza di più livelli di difficoltà e l’introduzione di una modalità in multiplayer fino a 4 giocatori contribuiscono alla longevità di un titolo nel complesso più che soddisfacente, specie a livello di giocabilità più che di realizzazione tecnica.

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