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Recensione

Broforce

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 20/10/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Devolver Digital ha adottato una politica che nel corso degli anni si sta rivelando sempre più vincente: punta su pochi ma ottimi titoli indipendenti creati da artisti di tutto il mondo, ottenendo risultati che difficilmente finiscono per deludere gli utenti e le aspettative del publisher. I giochi pubblicati da Devolver hanno sempre qualcosa di speciale e unico, tanto a livello di gameplay, quanto per estro e intuizioni. Broforce, in questo senso, non è da meno: riesce a coniugare un sistema di gioco dannatamente divertente e vario, a un forte spirito parodistico verso quella cultura superomista americana che ha saturato il cinema dell’ultimo ventennio del secolo scorso.
‘Murica
Qualunque personaggio degli action movie ormai passati alla storia, in Broforce lo troverete, ovviamente con un nome storpiato per non incappare in fastidiose beghe legali legate al copyright. Ecco dunque che Bruce Willis in Die Hard diventa Bro Hard, Ash Broillians è la versione in pixel art di Bruce Campbell ne La Casa e L’armata delle Tenebre, c’è Rambro, Brommando e un cast di “bro” da far invidia persino a I Mercenari. Nel corso dell’avventura li sbloccherete gradualmente e non avrete modo di sceglierli singolarmente, poiché l’assegnazione è completamente casuale sia a inizio partita, sia quando libererete gli ostaggi disseminati lungo le mappe. Dovrete insomma arrangiarvi con chi vi capita, sfruttando al meglio le diverse abilità di personaggi che riescono sempre ad evocare alla memoria le classiche gesta degli eroi in carne ed ossa del cinema. I bro salvati donano vite extra, fondamentali per riuscire ad arrivare alla fine dei livelli senza doverli ricominciare da capo tutte le volte. Nella modalità principale non è infatti presente il game over, ma non per questo manca la difficoltà, che presenta anzi alcuni picchi discretamente alti verso la metà e alla fine della campagna, causando a tratti un po’ di frustrazione per un bilanciamento che non è sempre esattamente impeccabile. Ve ne accorgerete soprattutto selezionando la difficoltà più elevata o cominciando una nuova partita in modalità Ironbro, che prevede il permadeath dei bro e si conclude quando non ne rimane a disposizione nemmeno uno. 
La storia narrata è un ironico e spassoso pretesto per calare il giocatore nel contesto volutamente stereotipato degli eroi americani costretti a combattere contro tutto e tutti. Nella prima parte dovrete affrontare orde di terroristi inferociti in una sorta di rivisitazione del Vietnam e dintorni, nella seconda parte entreranno in scena anche gli alieni, mentre nell’ultima e delirante sezione di gioco dovrete eradicare il male assoluto dal pianeta. Tutto il resto conta veramente poco, perché Broforce è uno sparatutto a scorrimento orizzontale che trova nella guasconeria dei personaggi il suo alleato più prezioso. Il modo in cui sono caratterizzati e resi unici dai diversi stili d’attacco rende sempre gradevoli tutte le partite, già di per sé ben diversificate soprattutto grazie a delle buone trovate di game design e a un paio di boss fight che richiedono un minimo di strategia. A tal proposito, va considerata anche la possibilità di distruzione pressoché totale di ogni elemento dello scenario, che permette al giocatore di scavarsi letteralmente una strada nelle viscere della terra per aggirare così le situazioni più caotiche e ad alta densità di nemici. In alcuni livelli si è persino obbligati ad agire in tal modo per via di una precisa realizzazione di scenari ad avanzamento verticale, che aggiungono ulteriori pericoli da tenere d’occhio, come grossi massi che crollano a causa del terreno che perde compattezza al vostro passaggio. Va oltretutto presa in considerazione una marcata e costante tendenza alle esplosioni che in alcuni casi muta completamente la morfologia delle zone, da superare in modi diversi quando vengono scatenate delle imprevedibili reazioni a catena.
Bro Fist
Proprio per questi motivi, Broforce non può essere considerato uno di quegli sparatutto dove si può tranquillamente spegnere il cervello e agire d’istinto. In alcune specifiche sezioni bisogna stare molto attenti a come si avanza e c’è la necessità di far esplodere strategicamente alcuni elementi dello scenario per superare gli sbarramenti nemici. Qualora non lo faceste, potreste fare qualche tentativo di troppo prendendovela ingiustamente con la poca indulgenza del gioco. Ciononostante va affermato che dei punti particolarmente ostici esistono, e va detto anche che diverse sezioni possono essere superate più agevolmente se avrete la fortuna di usare i bro meglio attrezzati. I personaggi non sono infatti tutti ben bilanciati e risulta evidente sin da subito quanto alcuni siano decisamente più devastanti di altri. Bro in Black è per esempio uno dei migliori assieme a chi dispone di gatling gun e lanciamissili, mentre lo stesso non si può dire per personaggi come Indiana Brones, 007, o Jena Plissken, palesemente meno efficaci. Il primo ha la classica frusta che serve per raggiungere zone sopraelevate ma può solo stordire i nemici con l’attacco primario, James Bond ha delle special creative ma finisce per fare una brutta fine quasi sempre, il terzo ha un fucile potente ma molto lento e con un rateo di fuoco assai limitato. Questi sono i casi più eclatanti, ma anche altri personaggi sono più deboli di altri, finendo per rappresentare addirittura degli ostacoli durante le battaglie coi boss e i livelli più impegnativi. Si tratta insomma di difetti di bilanciamento che da una parte possono stimolare i giocatori a tirare sempre fuori il massimo da ogni situazione, mentre dall’altra lasciano intendere che forse qualche inserimento forzato in effetti c’è stato. Poco male, perché Broforce offre molte ore di divertimento e un approccio di gioco che molti utenti hardcore apprezzeranno parecchio. Oltre alla già citata Ironbro, è presente una modalità Versus e un multiplayer drop-in drop-out fino a quattro giocatori. Dopo aver provato quest’ultima a fondo, ci siamo resi conto che talvolta l’azione su schermo diventa talmente tanto confusionaria da non far capire nemmeno cosa stia accadendo, ma sono casi limite provocati spesso da giocatori poco attenti e sin troppo frenetici. Il consiglio è naturalmente quello di creare una stanza privata e giocare assieme a degli amici, o incrociare le dita affinché troviate compagni di battaglia meno scalmanati di quelli che sono capitati a noi. Esiste anche un robusto editor che vi permette di creare dei livelli che possono essere condivisi online, e c’è appunto una modalità di gioco “personalizzata” che vi permette di cimentarvi con le creazioni della community. 
Siamo incappati in un curioso bug verso la fine che ci ha costretto a riavviare lo scontro finale e si sono presentati sporadicamente dei glitch per nulla gravi, ma la costanza con la quale gli sviluppatori di Free Lives stanno continuando a rifinire il prodotto attraverso molte patch lascia capire quanto ci tengano alla pulizia finale del codice. Arriveranno inoltre altri aggiornamenti al gioco, pertanto aspettatevi ulteriori contenuti che andranno ad arricchire un titolo che, già così, è un gran bel concentrato di divertimento realizzato con gran dedizione.

– Tanti personaggi con cui affrontare i livelli

– I Bro sono tutti ben caratterizzati e diversificati

– Multiplayer fino a 4 giocatori, editor dei livelli e modalità hardcore

– Alcuni Bro sono decisamente più deboli di altri

– Difficoltà non sempre bilanciata al meglio

8.0

Devolver Digital ha ancora una volta fatto centro, facendo uscire sul mercato un’opera indie di gran carattere e unica nel suo genere, forte di una direzione artistica ben definita e di una carica di ironia che non può lasciare indifferenti nemmeno i detrattori dei classici action movie statunitensi.

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