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Recensione

Agarest: Generations of War Zero

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Avatar di Naares

a cura di Naares

Pubblicato il 06/05/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Agarest: Generations of War Zero è la versione PC di Record of Agarest War Zero, gioco di ruolo strategico a turni già rilasciato su console. Il franchise ha saputo costruirsi una fan base abbastanza corposa, merito soprattutto di uno stile pesantemente giapponese che va a far presa sugli appassionati di anime e manga. Del resto l’idea di combattere attraverso più generazioni può essere intrigante un po’ per tutti. O no? 
Il contorno conta
Storicamente, la maggior parte dei migliori giochi di ruolo tattici sono divenuti tali coniugando sistemi di gioco solidi a sceneggiature di alto livello. Pensiamo agli splendidi Fire Emblem, o al bellissimo Final Fantasy Tactics. Quando un elemento di base viene a mancare, titoli di questo tipo continuano a contare su sistemi di combattimento di buon livello, ma non riescono a raggiungere la grandezza perché non accompagnati da un contorno all’altezza del gameplay. È stato ad esempio il caso di Final Fantasy Tactics Advance, di Revenant Wings, ed è il caso di questo Agarest. 
Generations of War Zero è un prequel di Generations of War, e ci metterà nei panni di un giovane soldato alle prese con una situazione che non farà che precipitare. La trama del gioco non riesce ad essere in alcun modo originale, sapendo di già visto fin dalle prime battute e affidandosi ai più classici cliché della cultura giapponese. Parliamo di cultura giapponese di proposito, in quanto l’intera produzione fa largo uso di elementi adorati dal pubblico nipponico.
La trama verrà narrata attraverso dei siparietti statici, alla maniera dei dialoghi addizionali della serie Tales of, o delle recenti produzioni Kemco. Vedremo dunque due personaggi ai lati dello schermo, il testo strutturato a mò di fumetto, e un doppiaggio in stretto giapponese di qualità molto elevata, come da tradizione del resto. Tenete presente che il testo a schermo è in lingua inglese, e che i dialoghi posso protrarsi a lungo. 
Di tanto in tanto ci verrà chiesto di intervenire nei dialoghi, inserendo un minimo di interattività che non sarà fine a se stessa. Comportarsi in un modo o in un altro influenzerà infatti il tipo di legame che svilupperemo con i co-protagonisti della vicenda. O meglio, con le co-protagoniste. 
Caratteristica di Generations of War è infatti la possibilità di giocare con i discendenti del nostro primo personaggio, motivo per cui le relazioni amorose avranno un ruolo cardine in ottica prole. 
Se una componente del genere potrebbe rappresentare un plus per chi apprezzi i simulatori di appuntamento, ciò risulta vero solo in parte, in quanto il sistema è implementato in maniera troppo superficiale. I dialoghi saranno molto lunghi, le possibilità di scelta rare, gli effetti delle nostre azioni spesso imprevedibili. Non siamo rimasti convinti.
Un gioco difficile
Dimentichiamo esplorazioni e simili: in Generations of War Zero avremo la classica mappa con percorsi fissi, dove saranno indicati chiaramente i luoghi di interesse, così come i punti dove avverranno gli scontri necessari alla fase di exp.
Proprio i combattimenti sono senza ombra di dubbio la componente più riuscita della produzione, e garantiscono una profondità considerevole, seppur non ancora eccellente. Il livello di difficoltà è piuttosto alto, e dopo una fase iniziale (un paio d’ore o poco più) dove tutto sarà facilmente gestibile, la pianificazione diventerà in seguito elemento chiave per raggiungere la vittoria. Il combattimento avviene a turni, ed è suddiviso in una fase in cui potremo posizionare i nostri personaggi in giro per la griglia di scontro, e una fase dove procederemo con gli attacchi veri e propri. Il posizionamento non dovrà in alcun modo essere preso alla leggera, in quanto le posizioni determineranno quanto saremo esposti agli attacchi nemici, ma ci daranno nel contempo la possibilità di entrare in una sorta di congiunzione con gli altri membri del party. Creare delle congiunzioni aumenterà il numero di punti azione a nostra disposizione, e ci permetterà di effettuare svariate combo grazie a particolari sequenze di attacco. Se inizialmente si tratterà solo di bonus al danno, in seguito le combo diventeranno assolutamente fondamentali, perché capaci di superare le resistenze dei nemici più coriacei, dandoci almeno una possibilità di vittoria. 
Come già detto si tratta di un gioco difficile, che perdona davvero poco, e molto spesso capiterà di veder morire uno dei nostri compagni. A tal proposito, il denaro necessario a recuperare le perdite e a migliorare il proprio equip sarà ottenuto in quantità a nostro avviso troppo scarse. Forse i più navigati troveranno tutto ciò gratificante, ma da parte nostra il senso di frustrazione in determinati frangenti è stato innegabile. Valutate attentamente quanto siete disposti a “soffrire”, perché questo Agarest non fa sconti per nessuno.
Animazioni legnose
Il profilo tecnico si assesta sulla sufficienza, ma non riesce ad andare oltre. I fondali sono tridimensionali, molto semplici, cartooneschi, mentre i personaggi sono in 2D, realizzati con i classici sprite della gloriosa epoca dei 16 bit. La mistura può piacere o non piacere, ma da parte nostra abbiamo trovato le animazioni dei modelli bidimensionali troppo povere, e pensiamo che si sarebbe potuto fare molto di più, soprattutto considerato che proprio le animazioni sarebbero dovute essere uno dei punti di forza di questa nuova versione PC.
Inoltre sembra che il gioco non sia stato ottimizzato a dovere, con alcuni momenti non proprio fluidissimi e cali nel frame rate del tutto ingiustificati. Il titolo fa inoltre largo uso della forza bruta del processore, dunque la GPU non aiuta oltre un certo punto. Tenetelo a mente se la vostra configurazione non è più recentissima.
Abbiamo gradito molto la colonna sonora, davvero di alto livello e piacevole per accompagnare l’azione o la narrazione. Un solo problema, evidente dopo poco: le tracce audio sono pochissime, e dopo qualche ora, per quanto bello, qualsiasi motivo tende a stancare. Non si tratta di un demerito qualitativo, sia chiaro, ma esclusivamente quantitativo.

HARDWARE

OS: Windows XP Processor: 2.13GHz Intel Core2 Duo or equivalent Memory: 1 GB RAM Graphics: DirectX 9.0c compatible graphics card with 64Mb RAM and support for v3 shaders DirectX: Version 9.0c Hard Drive: 5 GB available space Sound Card: DirectX 9.0c compatible sound card

– Battle system solido

– Bella colonna sonora

– Stile giapponese piacevole per chi apprezza il genere

– Livello di difficoltà non per tutti

– Sistema delle affinità poco sviluppato

– Sceneggiatura poco incisiva e storia banale

– Non corregge le mancaze della versione console

6.5

Agarest: Generations of War Zero avrebbe dovuto correggere alcune mancanze della versione console del gioco. Avrebbe dovuto, ma non l’ha fatto, ripresentandosi come un prodotto interessante per chi ami il genere strategico filo giapponese, contando su un sistema di combattimento buono, anche se spesso porterà a frustrazione per via dell’elevata difficoltà. Se questo tipo di approccio non vi spaventa potreste trovare il battle system gratificante. Ma non cercate una storia originale, personaggi indimenticabili o altro. Non ne troverete.

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