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Recensione

5 Minutes Rage, la recensione di un titolo frenetico e spietato

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 12/03/2018 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6

Dopo l’originale In Verbis Virtus il team italiano Indomitus Games torna sulle scene con un gioco che promette ritmi serrati, tattica e un po’ di sana competizione. Scopriamo nello specifico, allora, tutto quello che ha da offrire 5 Minutes Rage.

Corri corri, spara spara

Secondo quando dichiarato dagli sviluppatori, 5 Minutes Rage è un progetto che si pone a metà strada tra l’essere un party game e uno shooter. Dobbiamo dire che questa definizione appare piuttosto corretta, considerate le dinamiche di fondo del titolo: il gioco, infatti, propone delle arene di dimensioni contenute in cui si affrontano due squadre composte da uno o due giocatori. L’obiettivo è quello di entrare in possesso di una sfera e scagliarla nelle apposite porte situate alle estremità del campo. Le cose, però, si fanno interessanti nel momento in cui si comprende che tutte le unità schierate, robot chiamati Junkbot, sono dotate di pistole laser grazie alle quali è possibile far fuori temporaneamente i propri avversari. Su questi aspetti, però, torneremo meglio nel capitolo dedicato al gameplay: in questa sede, invece, vogliamo parlare delle varie modalità di gioco. In 5 Minutes Rage è possibile lanciarsi in match contro la IA, oppure organizzare partite online e in locale con i propri amici. Sono presenti, inoltre, sfiziosi minigiochi che sfruttano in maniera originale le meccaniche del titolo adattandole ad alcuni grandi classici videoludici: è così, ad esempio, che potremo utilizzare il nostro Junkbot per superare livelli ispirati a Space Invaders, in cui bisognerà distruggere le tradizionali navicelle a colpi di pistola laser. Considerata l’assenza di modalità single player maggiormente strutturate, in ogni caso, si può comprendere come il titolo punti tutto sulla competizione online: una scelta, questa, che per il momento non sembra pagare in maniera evidente, visto che riuscire a trovare altri giocatori con cui scontrarsi risulta veramente difficile.

In this galaxy you need ballsIl fulcro dell’analisi riguardante 5 Minutes Rage verte quasi esclusivamente sul gameplay: come detto in precedenza, questa sorta di mix tra party game e shooter propone degli scontri tra robot armati di tutto punto. Il primo elemento da evidenziare, secondo quanto emerso dalle nostre prove, deriva dal diverso feeling restituito dai vari sistemi di controllo: giocare con mouse e tastiera consente di sparare con molta precisione, grazie anche alla comparsa di un mirino che, per qualche motivo, scompare nel momento in cui si sceglie di impugnare il pad. Quest’ultima periferica, d’altra parte, garantisce maggiore immediatezza nei movimenti. In ogni caso, è interessante sottolineare come il gioco garantisca anche opzioni offensive e difensive avanzate. Ogni Junkbot, infatti, può attivare uno scudo che consente di proteggersi contro gli attacchi nemici, ma che impedisce però di sparare o prendere la palla. Allo stesso tempo è possibile scagliare attacchi più potenti e in grado di perforare lo scudo, così come esibirsi in doppi salti e scatti. La varietà di mosse a disposizione restituisce match dal ritmo serrato che, però, non ci hanno sempre convinto, specialmente se si considerano le varie tattiche perseguibili per raggiungere la vittoria. In primo luogo, il bersaglio da centrare con la propria palla è inizialmente protetto da uno scudo che deve essere distrutto grazie a una sventagliata di pistola laser. Tutto ciò fa sì che il primo obiettivo non sia tanto quello di prendere la palla ma di eliminare questa barriera che, tra l’altro, si rigenera in maniera periodica o appena si viene fatti fuori dal proprio avversario. Se questo elemento è più che altro fastidioso, quello che ci preoccupa un po’ di più è il fatto che il level design delle sette arene può spingere a “imbrogliare” in vari modi. In alcuni casi, ad esempio, è possibile appostarsi nelle vicinanze della propria porta e far fuori il proprio avversario mentre questo, indifeso, sta cercando di tirare. In altri casi, invece, la presenza delle piattaforme sospese permette di ottenere un vantaggio sostanzioso muovendosi nella direzione opposta rispetto al proprio avversario, che difatti non ha possibilità di raggiungerci nemmeno sparando. Al di là di questi trucchetti che sfruttano forse un design delle arene non impeccabile, la sensazione è che il gioco alle volte chieda di fare troppe cose tutte insieme: il dover sparare, saltare, difendersi, eliminare gli scudi delle porte, prendere la palla e cercare di far gol prima che il nostro avversario ci faccia fuori non regala sempre il divertimento sperato.

Robot anni ‘80 che non si prendono troppo sul serioDal punto di vista grafico il gioco non regala spunti di discussione particolarmente elaborati. Il titolo, basato su Unreal Engine, propone un’estetica non molto rifinita, basata su colori accesi e modelli poligonali semplici. Il tentativo di riprendere un aspetto retrò ispirato ai titoli degli anni ’80, in ogni caso, è piuttosto riuscito grazie alla presenza di elementi di contorno come, ad esempio, il cabinato che trova spazio nel menu principale e che permette di destreggiarsi tra le varie opzioni. Sono presenti, inoltre, personalizzazioni grazie alle quali è possibile rendere unici i propri Junkbot: gli elementi più sfiziosi, che consentono di modificare alcune parti del corpo dei robot, sono ottenibili sconfiggendo avversari online. Cambiando argomento, a fronte di una sensazione di leggerezza evidente, confermata anche da requisiti hardware accessibili, sorprende la presenza di caricamenti alle volte lunghi e un po’ fastidiosi, specie in fase di avvio. Il comparto audio, invece, non si segnala per la presenza di elementi particolarmente positivi o negativi. Vale la pena spendere qualche parola, infine, sull’orientamento scanzonato del gioco: il titolo, infatti, non si prende per niente sul serio e cerca di far sorridere il giocatore con frasi ironiche leggibili durante le schermate di caricamento.

Requisiti minimiSistema operativo: Windows XP SP3 / Vista / 7 / 8Processore: Processore dual core da 2.0+ GHzMemoria: 4 GB di RAMScheda video: GeForce 7300 GT o superioreDirectX: Versione 11Memoria: 2 GB di spazio disponibile

Requisiti consigliatiSistema operativo: Windows 7 / 8Processore: Processore quad core da 2.4+ GHzMemoria: 4 GB di RAMScheda video: GeForce 260 GTX o superioreDirectX: Versione 11Rete: Connessione Internet a banda largaMemoria: 2 GB di spazio disponibile

+ Idea di fondo interessante

+ Potenzialmente divertente se giocato insieme ad amici

– Gli scontri tra giocatori possono essere condizionati dal level design non sempre ottimale

– Può stancare in poco tempo

6.0

Il messaggio sembra essere chiaro: 5 Minutes Rage, come dice il titolo stesso, andrebbe giocato in brevi sessioni con amici pronti a darsi battaglia; Il titolo, infatti, permette di lanciarsi in match dal ritmo molto veloce e basati su un’idea sicuramente valida. Le varie partite, però, non sono sempre impreziosite da un gameplay e un level design all’altezza. Sfruttare alcune dinamiche di gioco e la struttura di alcune mappe a proprio vantaggio, in effetti, spesso risulta facile, e tutto ciò può diminuire in maniera piuttosto drastica il divertimento.

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