PES 2022 sa già di next-gen, ma ha tanto da migliorare

Scopriamo le prime impressioni e tutti i dettagli dalla beta del titolo Konami

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a cura di Paolo Sirio

Konami ha sorpreso il mondo del gaming con la pubblicazione di una open beta del suo prossimo gioco di calcio, che per il momento non si chiama né eFootball PES 2022 né semplicemente PES 2022 – dando adito, così, alle voci secondo cui starebbe pensando ad un ennesimo rebrand per la sua acclamata proprietà intellettuale a sfondo sportivo.

Questa prima versione dimostrativa del gioco, per ora semplicemente New Football Game, è disponibile gratuitamente su PlayStation e Xbox, e servirà in sostanza per mettere alla prova i server durante il gameplay online e raccogliere il feedback degli utenti sulle dinamiche registrate una volta scesi in campo; al peso di appena 6.77GB su PS5, resterà a disposizione di tutti fino al prossimo 8 luglio e riconoscerà ai partecipanti al sondaggio finale ben 25.000GP da spendere in myClub su eFootball PES 2021 Season Update.

All’interno di questa build, con un menu provvisorio da un verde accesissimo, troviamo cartelloni pubblicitari per Konami e soprattutto per un reveal completo che viene preannunciato già per il prossimo 21 luglio, data in cui scopriremo ogni particolare ufficiale (nome compreso, evidentemente) sulla nuova incarnazione di PES.

Sapore di next-gen

Quello che chiameremo per convenzione PES 2022, in attesa di scoprire la denominazione ufficiale, offre già un primo assaggio di next-gen in questa beta, pur rifacendosi presumibilmente ad un'edizione unica per tutte le piattaforme che sarà arricchita poi strada facendo. Konami si è impegnata molto per rendere l’idea, fin dai menu, che questo fosse un capitolo per cui fosse valsa la pena attendere così a lungo, quando i concorrenti sono invece già saliti a bordo della nuova generazione lo scorso anno.

Il nuovo menu per la selezione delle squadre è ad esempio presentato su una suggestiva mappa del mondo, su cui vengono apposti segnalini specificamente nella direzione in cui si trova realmente un club; la selezione delle magliette e delle tattiche è stata anch’essa rivista, in una chiave più simile a quella di FIFA 21 quest’ultima, la prima invece a ricordare le foto e le sbirciate delle telecamere televisive negli spogliatoi (indubbiamente un bel tocco).

In campo, abbiamo una serie di novità piccole e grandi che accolgono fin da subito i veterani: in primis, a spiccare c’è una nuova inquadratura dinamica, impostata in maniera predefinita per stringere sul campo e allargare sugli spalti in modo da rendere la ritrovata potenza scenografica del titolo. In questa fase, né il taglio stretto, né quello largo ci hanno dato particolarmente fastidio, nonostante siamo sicuri che imposteremo una visuale fissa nel gioco completo; dal momento che pure l’occhio vuole la sua parte, per ora, va bene così.

Ma cosa vede quest’occhio? In attesa del supporto completo alla nona generazione, PES 2022 fa semplicemente quello che sapevamo avrebbe fatto, che non è scontato o chissà cosa, ma era messo in preventivo visto il palmares di Konami quando si tratta di introdurre determinati particolari nel genere calcistico: se l’impatto ambientale è positivo, grazie a salti del pubblico (forse un pelo innaturali, per quanto sono in sincrono) e i cori, con le voci distinguibili individualmente, il lavoro sui volti è stato ancora una volta superbo.

Complice il fatto che questa build comprende solo squadre la cui licenza è detenuta dal publisher giapponese, troverete tutte facce nettamente distinte, che hanno compiuto nella precisione chirurgica della riproduzione delle loro fattezze un ulteriore boost rispetto a quanto visto sin qui su FOX Engine. Andranno sistemate un po’ le ombre, che sembrerebbero troppo pronunciate, ma questo grado di fotorealismo non solo qualitativo, pure quantitativo (il numero di volti dettagliati allo stesso livello non smetterà mai di impressionarci), non pare poter essere eguagliato.

Da un punto di vista grafico, insomma, le soddisfazioni – grazie all’implementazione del motore grafico Unreal Engine (non è stata ufficializzata la versione, ma considerando le tempistiche dovrebbe essere l’UE4) – sono destinate ad arrivare e a fornire un assaggio delle potenzialità della next-gen come pochi altri sono riusciti a fare.

The pitch is ours

Per il momento, questa build non supporta le funzionalità di PS5 (come il controller DualSense e le schede Attività), principalmente perché le ottimizzazioni che dovrebbero rendere il nuovo Pro Evolution Soccer pienamente next-gen si faranno attendere fino al day one; il gameplay ci ha però già fornito una prima indicazione di dove Konami stia andando a parare con PES 2022. Come testimoniato dal fatto che si tratta di una versione preliminare, sulla quale forniremo giudizi assolutamente non definitivi e che speriamo servano a plasmare il prodotto “definitivo”, la strada davanti allo sviluppatore ed editore giapponese è molto lunga per una serie di ragioni.

L’impressione iniziale è che su certi temi sia stato fatto un passo indietro rispetto all’ultimo paio di uscite particolarmente brillanti, e che il franchise debba urgentemente riallinearsi a quei capitoli molto riusciti per evitare un debutto next-gen simile a quello occorso ai tempi di PS3/Xbox 360 e PS4/Xbox One (l’alba dei tempi bui per l’IP, per intenderci).

Il gioco è di nuovo estremamente lento: se è vero che dopo qualche partita si comincia a digerire questa velocità, ciò porta inevitabilmente a movimenti innaturali del giocatore e a mosse “bizzarre” perché erano state progettate ben prima della loro effettiva esecuzione. Inoltre, durante il flusso dell’azione, capita spesso che i calciatori compiano un tocco in più non necessario, che rallenta ulteriormente le intenzioni dell’utente.

In tema di problemi storici, che erano però stati limitati ultimamente, abbiamo un ritorno di un certo disordine in mezzo al campo, con difensori che salgono altissimi in maniera indiscriminata e buchi che si creano di continuo a centrocampo, creando troppo spesso situazioni di capovolgimenti di fronte. I tiri, complice la lentezza di cui sopra, risultano frequentemente un po’ casuali rispetto al caricamento, producendosi non poche volte in soluzioni diverse da quelle immaginate.

Altri due difetti di vecchia data: per cominciare, l’abitudine dei calciatori di correre attorno al pallone e alla circostanza pericolosa del gioco senza “agganciarcisi”, disinteressandosi completamente o quasi del flusso dell’azione fino a quando (evidentemente in ritardo rispetto alla pericolosità di un avversario già avviato verso la porta) non saremo noi a chiamarlo in causa. Portabandiera di questo fenomeno è stato un caso in cui abbiamo visto letteralmente la palla rimbalzare sulla schiena di uno dei nostri dopo che gliel’avevamo passata alta.

In secundis, gli arbitri sembrano ancora faticare nel deliberare su falli o meno quando interveniamo in scivolata: seguendo del resto l’andazzo attuale dello sport, che non punisce l’intervento in sé ma la sua pericolosità, ogni qual volta interveniamo in tackle – che sia sul pallone oppure no – ci vediamo per adesso fischiare un fallo con conseguente cartellino giallo. Una severità che invece pare mancare su altri interventi più marcati.

Non solo osservazioni critiche, però: in PES 2022 abbiamo notato con piacere che il fisico conterà davvero, con un Lewandowski che ad esempio è capace di resistere a lungo a contrasti spalla contro spalla e di arrivare anche dopo una relativamente breve falcata davanti alla porta, a prescindere da quanto lo si ostacoli.

In aggiunta, il gameplay è adesso fluido in tutte le sue fasi: non c’è più alcuno stacco tra le rimesse laterali o i rinvii e il gioco, a meno che non premiamo il tasto preposto a saltare queste animazioni, un po’ come avevamo visto in FIFA 14 (il primo della scorsa generazione mosso dal motore proprietario di EA Ignite). Un cambio epocale è inoltre quello del pulsante adibito alla corsa, non più R1, una soluzione ormai datata, ma R2, proprio come la concorrenza diretta.

Lato connettività, al netto dei diversi crash a metà partita dovuti ad una fase iniziale del test, abbiamo notato tempi molto rapidi per il matchmaking e una stabilità complessiva piuttosto buona per quanto riguarda il netcode; qualcosa che, detto di una strana tendenza ad associarti contro la tua stessa squadra, ci fa guardare con fiducia all’uscita finale e alla possibilità che mantenga il trend positivo delle ultime edizioni pure quest’anno.

In conclusione

Se la promessa e le premesse della next-gen sono state in gran parte già rispettate, PES 2022 ha una lunga strada davanti a sé per non vanificare le buone impressioni destate dagli ultimi due-tre capitoli a questa parte, grazie ai quali si era rimesso in testa alle preferenze degli amanti delle simulazioni calcistiche.

Aspettiamo con curiosità e non senza un briciolo di apprensione di capire se dopo questa beta, che fornisce un quadro assolutamente provvisorio di quello che sarà il prodotto definitivo in uscita più avanti quest’anno, Konami prenderà i provvedimenti desiderati sugli aspetti fondamentali del gameplay.

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