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Ora è ufficiale: la dipendenza da videogiochi è un disturbo riconosciuto

La dipendenza da videogiochi è ufficialmente un disturbo: come reagisce l'industria?

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Avatar di Stefania Sperandio

a cura di Stefania Sperandio

Ex Editor-In-Chief

Pubblicato il 27/05/2019 alle 13:14 - Aggiornato il 29/03/2020 alle 16:03

Dopo le discussioni dei mesi scorsi, si è arrivati all’ufficialità: la dipendenza da videogiochi è un disturbo riconosciuto dalla WHO (World Healt Organization), che ha stilato anche la definizione e la diagnosi nelle sue carte ufficiali. La malattia entrerà ufficialmente in elenco a partire dal 1 gennaio 2022.

Come leggiamo, la descrizione stilata del disturbo fa principalmente riferimento a un compromesso controllo dell’utente sulle sue attività di gioco, in merito alla sua frequenza, alla sua durata, la sua intensità, i contesti nei quali si dedica all’attività videoludica. Inoltre, si parla di priorità, ossia il fatto che il soggetto dia priorità all’attività videoludica a fronte di qualsiasi altra o di qualsiasi altro interesse. Infine, si parla di una escalation nelle abitudini nonostante si inizino a riscontrare delle conseguenze negative in base alle proprie abitudini dannose.

gaming online

Affinché si possa parlare di una diagnosi di gaming disorder l’utente deve manifestare questi problemi per almeno un anno o per un periodo più lungo. Alcuni di questi comportamenti possono comunque essere non continuativi e manifestarsi in modo episodico nel corso della vita dell’utente che potrebbe essere soggetto a questo disordine.

La risposta dell’industria al gaming disorder

Già negli scorsi mesi, l’ESA si era espressa negativamente in merito a questa decisione della WHO, affermando che i videogiocatori dedicano il loro tempo a giocare, ma questo non debba tradursi necessariamente in un disturbo – esattamente come gli sportivi e altri consumatori di forme d’intrattenimento fanno con ciò che li appassiona.

videogiochi loot-box

Nelle scorse ore, le associazioni globali per i videogiochi hanno diramato una nota ufficiale di commento per la decisione della WHO, invitandola a rivedere quanto appena definito e classificato come disturbo e mettendo in dubbio il supporto da parte della comunità scientifica sulle conclusioni a cui si è giunti. Ve la traduciamo integralmente:

C’è un significativo dibattito tra i professionisti e i medici in merito alle decisioni della WHo. Siamo preoccupati che siano giunti alle loro conclusioni senza il consenso della comunità accademica. Le conseguenze delle odierne azioni potrebbero verificarsi nel lungo periodo, essere non intense e potrebbero andare a scapito di coloro che hanno effettivamente bisogno di aiuto.

Incoraggiamo e supportiamo un’esperienza di gioco in linea per la propria salute, fornendo delle informazioni e dei mezzi – come il parental control – che danno a miliardi di persone intorno al mondo la possibilità di gestire le loro esperienze di gioco, per assicurarsi che rimangano godibili e capaci di arricchire. Così come per tutte le belle cose della vita, la moderazione è la chiave e trovare il giusto equilibrio è una parte essenziale di un’esperienza di gioco sicura e sensibile.

Vedremo se la WHO fornirà un ulteriore commento sulla questione.

Voi come considerate il riconoscimento del disturbo da dipendenza da videogiochi?

Fonte: GameSpot, IGEA

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