Odi et Amo #2: Resident Evil 3 - Rubrica

In questa seconda puntata di Odi et Amo, finisce sotto la lente d'ingrandimento il tanto chiacchierato remake di Resident Evil 3.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Dopo aver ospitato Nioh 2 nella puntata di debutto, il secondo episodio della rubrica Odi et Amo si concentra su Resident Evil 3. Oggetto di controversie per alcuni utenti ma anche gioco molto valido per tantissimi aspetti, il remake del terzo capitolo è probabilmente quello che più si presta a quest’analisi, con poche sfumature grigie e molte prese di posizione nette su alcune decisioni davvero inspiegabili.

Resident Evil 3 – Cosa abbiamo amato

La rivisitazione del Nemesis

Il lavoro fatto sul Nemesis è forse uno dei più riusciti e ispirati, capace di migliorare l’estetica e la “minacciosità” di un nemico ormai diventato iconico. Con le sue trasformazioni che in certi frangenti di gioco sono state in grado di sorprendere per presenza scenica ed efficacia, e con alcune boss fight che hanno dato una nuova dimensione alle semplici apparizioni dell’originale, l’arcinemico di Jill ha ottenuto il massimo del beneficio da questo remake, soprattutto per il modo in cui le nuove sfaccettature non lascino più niente al caso per quando riguarda una caratterizzazione pressoché inappuntabile.

Meccaniche action rispettose del capitolo originale

Il remake di Resident Evil 3 ha dimostrato il grande equilibrio di Capcom nel saper implementare meccaniche e ritmi più movimentati, che tuttavia non si sono mai avvicinati a quelli sguaiati visti nel quinto e nel sesto episodio. Esattamente come nel capitolo originale, si nota anche qui una natura un po’ più votata all’azione, pur mantenendo le stesse proporzioni che intercorrono tra i titoli usciti a fine anni ’90. In tal senso, Capcom è riuscita a non tradire le aspettative dei fan, mantenendo un bilanciamento ideale senza calcare la mano e far tornare i fantasmi del passato.

La ricostruzione di Raccoon City

Al di là delle dimensioni che avrebbero potuto essere senz’altro più generose, la riproposizione di Raccoon City è molto riuscita ed è in grado di comunicare al giocatore quel senso di abbandono, malattia e disastro che serpeggia lungo le strade invase dagli zombi.

I dettagli delle vie, dei negozi e in generale la grandissima cura per l’estetica e la chiarezza della direzione artistica riescono a fare di Resident Evil 3 un titolo molto solido anche da questo punto di vista. Se c’è un aspetto su cui non è davvero possibile muovere delle critiche, è proprio la visione d’insieme dell’intera cittadina e la maestria mostrata nel migliorarla rispetto all’originale.

Resident Evil 3 – Cosa abbiamo odiato

I tagli agli scenari

Lo sappiamo molto bene: ciò che ha fatto inviperire tutti e ha lasciato perplessi e scontenti, è senza dubbio il taglio ad alcune delle zone più iconiche di Resident Evil 3. Su tutte, la mancanza della sezione all’interno della Torre dell’Orologio, che rappresenta una grave assenza soprattutto per via dell’ottimo ricordo che aveva lasciato nei giocatori.

Prima dell’uscita c’erano grandi aspettative su come quelle location sarebbero state riproposte nel remake, tranne poi scoprire nostro malgrado che erano state eliminate del tutto, con l’aggravante di aver perso sia ciò che rappresentavano nell’immaginario collettivo, sia tutto ciò che al loro interno era proposto.

La mancanza di enigmi

In parte diretta conseguenza della scelta precedente, gli enigmi in Resident Evil 3 sono misteriosamente spariti. Non bastassero i più brillanti (come quello del carillon) presenti proprio nella Torre dell’Orologio, sono stati tagliati via anche gli altri, lasciando in dote al remake solo un semplicissimo rompicapo iniziale attraverso cui bisogna mettere sui giusti binari un convoglio. Decisamente poco, per un survival horror che si rispetti, anche perché si tratta di un pilastro non trascurabile per il genere, che di rompicapo a tema ha sempre vissuto.

La brevità e qualche riciclo

L’originale Resident Evil 3 non era di certo un gioco lungo, e a ben vedere non lo erano nemmeno il due e i rispettivi remake. Tuttavia i tagli fatti all’avventura di Jill e Carlos hanno evidenziato una minore sostanziosità dell’avventura, controbilanciata solo dall’elevata rigiocabilità e dall’aggiunta di Resident Evil: REsistance.

Le zone escluse sono state in parte sostituite da alcuni scenari d’intersezione come le fogne, ripescate dal remake precedente e rimodellate per l’occasione, facendo uso di asset già pronti che non fanno nulla per nascondere la volontà di adottare soluzioni molto più rapide per ottimizzare i tempi di sviluppo in modo frettoloso.