Nelle scorse giornate abbiamo assistito a un vero e proprio attacco ai videogiochi dedicati a un pubblico adulto: gli store Steam e Itch.io, veri punti di riferimento per i giocatori PC, hanno infatti deciso di rimuovere numerosi titoli vietati ai minori.
Al centro della controversia si trovano le grandi compagnie di carte di credito, principalmente Visa e Mastercard, che stanno esercitando una pressione crescente sulle piattaforme per rimuovere o censurare contenuti considerati "inappropriati".
Quello che inizialmente poteva sembrare un semplice conflitto commerciale si sta rivelando una questione dai risvolti democratici molto più profondi, come aveva già intuito e denunciato il celebre game designer giapponese Yoko Taro, creatore tra gli altri di NieR: Automata (lo trovate su Amazon) e che già in tempi non sospetti aveva provato a alnciare un campanello d'allarme.
L'allarme di un visionario del gaming
Kotaku ci ricorda infatti le parole profetiche di Yoko Taro risalgono allo scorso novembre, quando la piattaforma digitale Manga Library Z fu costretta alla chiusura temporanea.
Il repository online, specializzato nella distribuzione di manga fuori catalogo, aveva ricevuto un ultimatum dalle compagnie internazionali di carte di credito: censurare determinate parole dai contenuti per adulti o perdere i servizi di pagamento.
In quella circostanza, il director giapponese aveva lanciato un monito che oggi suona drammaticamente attuale:
«Il settore editoriale e simili hanno sempre affrontato regolamentazioni che vanno oltre la legge, ma il fatto che un processore di pagamenti, coinvolto nell'intera infrastruttura di distribuzione dei contenuti, possa fare tali cose a sua discrezione mi sembra pericoloso a un livello completamente nuovo.
Non si tratta solo di censurare contenuti per adulti o mettere a repentaglio la libertà di espressione, ma piuttosto di una falla di sicurezza che mette in pericolo la democrazia stessa».
Quella che sembrava una preoccupazione teorica si è trasformata in realtà tangibile: la pressione esercitata attraverso i circuiti di pagamento sta diventando uno strumento di censura sempre più pervasivo.
Perché, mi permetto di aggiungere, oggi tocca ai videogiochi con contenuti definiti "inappropriati", ma un domani potrebbe toccare anche ai videogiochi definiti eccessivamente violenti o con tematiche che risulterebbero "scomode".
Ed è purtroppo qualcosa che sta già succedendo: Naomi Clark, direttrice del NYU Game Center, ha evidenziato come tra i giochi colpiti dai recenti cambiamenti su itch.io ci siano opere di creator emergenti che raccontano le proprie esperienze con relazioni abusive, traumi personali o il coming out, oltre alle prime storie d'amore della comunità LGBTQ+.
Questi casi dimostrano come il fenomeno non riguardi esclusivamente contenuti commerciali, ma stia colpendo narrazioni personali e testimonianze autentiche di esperienze umane, minacciando dunque la libertà di espressione dei creatori videoludici.
Una escalation a dir poco preoccupante che sta spingendo artisti e appassionati a organizzare una sorta di "boicottaggio al contrario", chiedendo a Visa, Mastercard e altre compagnie di porre fine a quello che definiscono un "panico morale".
Il già citato caso di Manga Library Z aveva trovato una soluzione positiva, tornando online grazie a una campagna di crowdfunding che aveva bypassato il sistema delle carte di credito: una strada che, purtroppo, difficilmente store come Steam e Itch.io possono seguire, data l'importanza a livello commerciale delle compagnie di carte di credito, ma allo stesso tempo conferma che è possibile seguire alternative.
Speriamo che anche in questi casi si possa trovare a soluzioni positive per evitare che gli ennesimi moralismi possano mettere vincoli ai videogiochi, anche e soprattutto in ottica futura.