Trump: sparatorie colpa del mercato delle armi? No, è colpa dei videogiochi e dei film

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Le sparatorie fin troppo repentine negli Stati Uniti, che di recente hanno portato alla tragedia di Parkland, in Florida, hanno riportato alla luce più che mai il problema del mercato delle armi negli USA, che sarebbero accessibili troppo facilmente e, quindi, finirebbero senza troppi sforzi nelle mani dei malintenzionati. Per questo motivo, si sono innescati in tutta la nazione cortei di protesta, costituiti anche e soprattutto da studenti, per chiedere un cambiamento concreto al presidente Trump, ed una limitazione al commercio delle armi. Il Presidente ha risposto che una buona soluzione potrebbe essere armare i professori, in modo tale che possano rispondere al fuoco degli studenti fuori controllo (…., ndr). Inoltre, Trump è anche convinto che una buona parte del problema sia costituita non dalla commercializzazione delle armi, ma dalla violenza rappresentata nei videogiochi e nei film.

Le parole del Presidente Trump contro i videogiochi

Sebbene, insomma, gli ennesimi recenti studi abbiano rilevato che non ci sono collegamenti tra videogiochi violenti e sviluppare un comportamento violento nella vita reale, il Presidente non ha dubbi sull’opposto, perché così gli hanno riferito: «dobbiamo fare qualcosa in merito a ciò che [i ragazzi] guardano e al modo in cui lo guardano. Dobbiamo anche fare qualcosa sui videogiochi» ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca. «Sto sentendo sempre più persone dirmi che il livello di violenza nei videogiochi sta dando forma alle menti delle persone giovani.» Le parole del Presidente Trump alla CNN sono state raccolte anche da un giovane sopravvissuto alla strage in Florida, Chris Grady, che le ha stroncate: «si tratta solo di una patetica scusa. Sono cresciuto giocando ai videogiochi, agli shooter in prima persona, e non mi sognerei mai e poi mai di andare a prendere le vite di qualcun altro. È veramente patetico.»

Anche i film non la passano liscia

Il Presidente ha comunque dichiarato che sono in corso delle discussioni per vedere se sia il caso di modificare la normativa relativa alle armi, magari facendo passare l’età minima per l’acquisto dai 18 ai 21. In merito ai film, Trump è preoccupato dal fatto che «ci sono questi film che sono molto violenti, eppure un ragazzo può vederli se non ci sono delle scene di sesso. Ma ci sono scene di uccisioni. Allora, forse servirebbe un sistema di valutazione anche per questo.»Nel caso dei videogiochi, non si tratta comunque della prima accusa arrivata dal mondo politico statunitense: in precedenza, anche il governatore del Kentucky, Matt Bevin, aveva puntato il dito contro il medium. Fonte: Polygon

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