The Guardian a gamba tesa: perché i film ispirati dai videogiochi sono (quasi) tutti delle schifezze?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

La giornalista Keza McDonald di The Guardian ha proposto ai suoi lettori un’interessante inchiesta che coinvolge cinema e videogiochi: la reporter si è infatti chiesta per quale motivo la stragrande maggioranza di film tratti dai videogiochi siano, di fatto, di qualità estremamente bassa.La McDonald ammette alcune eccezioni come l’ultimo Tomb Raider o la serie Resident Evil, che definisce «quasi mediocri», ricordando poi alcuni flop clamorosi come il film di Super Mario Bros. nel 1993, o il capitombolo di Alone in the Darkdi Uwe Boll, che incassò la miseria di $5,1 milioni al botteghino. La pellicola videoludica di maggior successo è invece Lara Croft: Tomb Raider, il film che nel 2001 e con Angelina Jolie nei panni dell’archeologa portò in casa al botteghino $131 milioni. Tomb Raider«Sviluppatori come Naughty Dog, autori di Uncharted e The Last of Us, spendono milioni per team di sceneggiatori, attori e performance da vita reale da catturare per rendere i loro personaggi molto più che avatar vuoti, per fare in modo che le loro storie tocchino le corde giuste nelle emozioni dei giocatori. Un buon videogioco, in quest’epoca, può rivaleggiare con le storie raccontate da film e serie TV. Il problema è che la forza delle narrative nei videogiochi—il controllo, il coinvolgimento, la possibilità di scelta—sono tutte cose che non si traducono bene in un film. I film adattati dai videogiochi, anzi, tendono a rimanere intrappolati in noiose backstory» ha ragionato la McDonald.È del suo stesso avviso anche la sceneggiatrice Cara Ellison, che ha scritto sia per videogiochi che per fumetti che per serie TV: «la tipologia di videogiochi che le persone vogliono rendere film spesso non sono buoni esempi di storie che hanno una buona tensione drammatica. Un buon script per un film è conciso, mentre i grandi videogiochi non lo sono. I giochi dei grandi franchise, quelli che secondo gli studi cinematografici potrebbero far incassare dei soldi grazie alla loro popolarità, durano come minimo quindici ore. Infilare tutte le stranezze che le persone mettono nei giochi dentro ad un film di 120 minuti è un lavoro difficile (e con ogni probabilità non necessario).» Resident EvilHa ragionato sull’argomento anche la giornalista Lauran O’Callaghan, della testata GamesRadar, intervenuta nell’articolo di The Guardian: «il problema nell’adattare i videogiochi a film è che ci sono molte feature di gameplay ben note che semplicemente non possono tradursi nel linguaggio filmico. Giocare un videogioco e guardare un film sono due esperienze completamente diverse: una richiede una partecipazione e un ruolo attivo nella storia, il compiere delle scelte, mentre l’altra è più passiva. I problemi sorgono quando gli autori dei film tentano di incorporare alcuni elementi del gioco nei loro adattamenti, perché spesso non c’è motivo di farlo, considerando la sceneggiatura. Mentre i fan del gioco, ad esempio, avranno capito il motivo per cui c’erano delle inquadrature a volo d’aquila nel film di Assassin’s Creed, agli altri saranno sembrati buttati lì dentro a caso.»Un altro problema, sempre secondo la O’Callaghan, è il fatto che i produttori non scelgano un target, tentando di fare un prodotto a metà strada tra i videogiocatori già fan del franchise e il pubblico medio che va al cinema e che magari non conosce affatto il gioco i questione. «Si tratta di un problema in cui incappano anche gli adattamenti dei libri in film, anche se lì è meno probabile perché libri e film condividono dei pattern simili per la costruzione delle storyline. Gli autori dei film rimangono intrappolati nel tentare di creare qualcosa che piaccia sia alla fanbase del gioco, sia agli appassionati di cinema più casuali. Molto spesso succede che mancano l’obiettivo per entrambi, creando insoddisfazione su entrambi i fronti ed un film che nella migliore delle ipotesi sarà mediocre.»Il dibattito, insomma, è più aperto che mai. Voi cosa pensate dei film adattati dai videogiochi? Quali sono stati i vostri preferiti e perché, a vostro avviso, spesso i prodotti sono lontanissimi, nella qualità, dalle controparti ludiche? Fatecelo sapere come sempre nei commenti. Assassin’s CreedFonte: The Guardian

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