La community di videogiocatori si è spaccata in due fazioni contrapposte di fronte al livello di sfida offerto da Hollow Knight: Silksong, attesissimo seguito del capolavoro indie di Team Cherry.
Da un lato ci sono i veterani che liquidano le critiche definendo la difficolta come "normale", dall’altro chi solleva dubbi legittimi su scelte di game design che rischiano di trasformare la difficoltà in frustrazione. Il confronto è diventato uno dei temi più discussi sui forum e sui social, segno della passione che ruota intorno al progetto.
Secondo molti giocatori, Silksong risulta nettamente più ostico del predecessore, nonostante le dichiarazioni degli sviluppatori avessero promesso un livello di sfida paragonabile al primo capitolo. Le lamentele non riguardano tanto la complessità degli scontri, quanto specifiche soluzioni di design che sembrano allungare artificialmente l’esperienza.
Il caso più citato è quello dei “runback”, i percorsi obbligatori da ripetere dopo ogni morte per raggiungere nuovamente un boss. Sommando questo elemento a nemici che infliggono danni doppi rispetto al passato, il rischio è che la curva di apprendimento dei pattern diventi un percorso logorante più che stimolante.
All’opposto, i sostenitori della difficoltà elevata difendono le scelte di Team Cherry. Per loro, lamentarsi equivale a dimostrare debolezza in un’epoca di giochi troppo semplificati. C'è naturalmente chi ironizza su Reddit, ricordando che anche il primo Hollow Knight non era affatto indulgente. Per questa parte di community, la durezza di Silksong è un’evoluzione naturale e un marchio di autenticità.
Ridurre il dibattito a una questione di abilità personale, però, rischia di essere riduttivo. Alcuni degli aspetti che hanno reso celebre la saga - come l'esplorazione della lore - potrebbero rimanere preclusi a chi non riesce a superare curve di difficoltà considerate poco bilanciate.
La preoccupazione riguarda soprattutto i giocatori attratti dagli elementi narrativi e dall’atmosfera, ma non necessariamente interessati a padroneggiare scontri estremamente tecnici. Il pericolo è che un’opera così ricca finisca confinata a un pubblico ristretto di hardcore gamer.
Per questo, distinguere tra critiche costruttive e semplici lamentele diventa fondamentale. Nessun gioco nasce perfetto: aggiornamenti e patch possono rendere l’esperienza più equilibrata senza snaturarne l’identità.
Ora resta da capire se Team Cherry vorrà intervenire per calibrare meglio il gameplay o se manterrà la rotta, mentre il dibattito continua ad alimentare discussioni infuocate in tutta la community.