I costi dei videogiochi tripla-A non sembrano accennare a diminuire e a farne le spese sembrano essere soltanto i giocatori: tra rincari di prezzo costanti, come i videogiochi a 90 euro e console che dopo 5 anni arrivano a costare sempre di più invece di diminuire, non è difficile immaginare che molti utenti stiano iniziando a disinnamorarsi del mercato.
Tuttavia, è bello sottolineare come ci siano ancora tanti videogiochi in grado di rompere le "regole" non scritte del mercato, proponendo esperienze che non hanno nulla da invidiare ai cosiddetti "tripla-A" ma sviluppati con budget inferiori e con tante idee vincenti.
È il caso sicuramente di Clair Obscur: Expedition 33, già considerato un potenziale candidato al GOTY e che non solo è acquistabile a prezzi inferiori rispetto ai canonici 80 euro, ma è anche disponibile fin dal day-one su Xbox Game Pass Ultimate (lo trovate su Amazon).
Un videogioco che ha già saputo conquistare il cuore di critica e pubblico, ma anche dell'ex dirigente PlayStation Shuhei Yoshida che, in un'intervista rilasciata a PlayStation Inside, ha utilizzato la perla di Sandfall Interactive come esempio di come dovrebbe evolversi l'industria videoludica:
«Penso che un gioco come Clair Obscur rappresenti l'equilibrio perfetto tra l'ambizione di un gioco tripla-A, un budget e uno studio doppia-A e una visione indipendente.
Combinando tutto questo insieme ad un prezzo abbordabile e una longevità rispettabile si otterrà un grande gioco: è questa la strada che l'industria dovrebbe perseguire».
Considerando che Clair Obscur sta ottenendo un meritatissimo successo sul mercato, mi auguro che l'industria tragga effettivamente ispirazione dalle parole di Yoshida: Sandfall Interactive ha dimostrato che si possono realizzare giochi eccellenti, con la qualità che ci aspetta dai tripla-A, senza dover necessariamente spendere cifre da capogiro.
Del resto, anche il nostro Gianluca Arena aveva già utilizzato parole simili per descrivervi questa imperdibile perla videoludica, raccontandovi nella recensione dedicata che Clair Obscur «è la migliore opera d'esordio che vediamo da parecchi anni a questa parte, un brillante compromesso tra la sconfinata ambizione di un team talentuoso e valori produttivi comunque medio-alti ma sostenibili, in un'industria che fatica spesso a far quadrare i conti».
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