Nel 2008, mentre il mondo si preparava a rimanere incollato allo schermo con Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, EA e Pandemic Studios stavano cercando di portare quell’universo anche nel mondo videoludico.
Il progetto? Batman: The Dark Knight, un ambizioso titolo open-world che, se completato, sarebbe stato il primo gioco free-roaming con protagonista il Cavaliere Oscuro.
Purtroppo, non è andata così. Il gioco fu cancellato nell’ottobre del 2008, a pochi mesi dall’uscita del film, a causa di problemi tecnici gravi legati a un nuovo motore di gioco, Odin, che Pandemic stava implementando.
La situazione degenerò quando il frame rate del prototipo scese a 5 FPS, rendendo il gioco ingiocabile. EA, non riuscendo a rispettare la scadenza di dicembre 2008, decise di annullare il progetto, perdendo circa 100 milioni di dollari.
Il titolo avrebbe dovuto vantare la sceneggiatura originale del film, gli attori del cast e un gameplay ispirato all'azione e all'infiltrazione.
Tuttavia, il caos tecnico e la pressione delle tempistiche portarono EA a non rinnovare nemmeno la licenza, che tornò a Warner Bros. E fu proprio da lì che nacque una delle saghe videoludiche più amate di sempre: Batman: Arkham, realizzata da Rocksteady Studios (e che trovate su Amazon).
La storia del gioco cancellato Batman: The Dark Knight è uno di quei casi emblematici in cui un fallimento clamoroso apre la strada a un successo leggendario.
Se EA non avesse gettato la spugna, oggi potremmo non aver mai messo piede nell’Arkham Asylum né combattuto fianco a fianco con Nightwing e Robin tra i tetti di Gotham.
Ma come spesso accade anche di recente (basti pensare al caso di Black Panther, sempre cancellato da EA) non va sempre a finire bene per i giochi su licenza.
Anche se a volte è vero: ciò che cade, lo fa per lasciare spazio a qualcosa di più grande. E per i fan del Cavaliere Oscuro, è stata una fortuna.