È ormai risaputo, anche da Phil Spencer, che il Giappone è un mercato difficile per Microsoft e la sua famiglia di console Xbox. Senza andare troppo lontano, possiamo consultare i dati di vendita hardware dell’ultima settimana, che ci parlano di sole 71 Xbox One vendute in tutto il Paese del Sol Levante.Già qualche tempo fa, lo stesso Spencer dichiarò che per risultare più appetibile al pubblico giapponese Microsoft dovrebbe preoccuparsi di proporre più giochi simili a NiOh o Persona 5, che hanno grande ascendente sul pubblico locale. Effettivamente, allo scorso E3 hanno trovato spazio sul palco della casa di Redmond diverse produzioni firmate Bandai Namco (come Code Vein, ad esempio), ma secondo il noto publisher NIS America non è abbastanza.
Le parole di NIS America
Il presidente e CEO della compagnia, Takuro Yamashita, ha commentato la situazione di fronte ai colleghi di MCV UK, facendo notare che quello che manca, da parte di Microsoft, è il supporto per gli sviluppatori giapponesi. Per questo motivo, difficilmente titoli nipponici sbarcano su Xbox One, ed altrettanto difficilmente il pubblico locale ambisce ad acquistare una Xbox One. «Se devo parlare onestamente, l’approccio di Microsoft verso i giochi giapponesi non è stato di grande supporto. Microsoft vede i giochi giapponesi come un elemento davvero molto di nicchia, a prescindere da cosa si tratti. C’è sempre un ordine in quantità minime dei loro giochi da parte di Microsoft, la loro intera struttura non è costituita in modo da rivolgersi ai giochi di nicchia o a quelli più piccoli—come sono, ad esempio, le produzioni giapponesi. Non sono per niente di supporto ai titoli o agli sviluppatori del Giappone.»In ogni caso, NIS America non ha escluso affatto di pubblicare i suoi giochi, in futuro, anche su Xbox One. A rendere il tutto più difficile, in una grossa situazione di causa-effetto, è però la piccola base installata della console Microsoft in Giappone, dove i titoli NIS trovano abitualmente calorosa accoglienza. Anche se il publisher si dichiara interessato a collaborare con la casa di Redmond, insomma, dovrebbe comunque tenere conto del pubblico potenziale che potrebbe raggiungere, spendendo denaro per far uscire i suoi giochi su Xbox One.L’idea, comunque, è chiara e viene precisata dal senior associate producer Alan Costa: «noi cerchiamo sempre di essere attenti alla domanda, di guardare bene su che piattaforme si trova la nostra fan base.»Vedremo se, in futuro, Microsoft riuscirà ad instaurare un sistema di supporto migliore per gli sviluppatori giapponesi, o se deciderà di accettare di non potersi imporre in un mercato che rimane sicuramente ricco, ma dove Nintendo e Sony giocano comodamente in casa.Fonte: MCVUK