L’ex direttore tecnico di Rockstar Games, Obbe Vermeij, ha dichiarato che rilasciare un videogioco oggi è più stressante rispetto a quanto accadeva ai tempi di PlayStation 2, nonostante (o forse proprio a causa di) la possibilità di affidarsi a patch correttive dopo il lancio.
Rispondendo a una domanda su X riguardo le differenze tra lo sviluppo nell’epoca PS2 e quella attuale, Vermeij ha spiegato:
«Approcciarsi alla data di lancio senza sapere se riuscirai a sistemare tutto nella patch del day-one è terrificante. Alla fine è solo una questione di mettere da parte abbastanza tempo per correggere i bug.»
Vermeij, che ha lavorato a giochi come GTA III, Vice City, San Andreas (che trovate su Amazon) e GTA IV, sostiene che l’incertezza legata alle correzioni post-lancio rappresenti una fonte di stress superiore rispetto al dover consegnare un prodotto completo e stabile fin dal primo giorno, com’era necessario nella generazione PS2.
Secondo molti addetti ai lavori, il ricorso sempre più frequente alle patch correttive ha modificato profondamente le dinamiche produttive, facendo slittare la risoluzione di bug importanti a fasi successive al lancio.
Tuttavia, Vermeij fa notare come questo approccio crei spesso più problemi che vantaggi: il tempo per intervenire non manca, ma non sempre si riesce a gestirlo in modo efficace.
Questa riflessione giunge in un momento delicato per Rockstar Games, che ha recentemente rinviato GTA VI al 26 maggio 2026.
Il team ha dichiarato di aver bisogno di più tempo per raggiungere il livello di qualità che i giocatori si aspettano e meritano, ma i timori legati a un possibile lancio problematico restano.
Insomma, il confronto tra ieri e oggi sembra quindi destinato a riaprirsi ogni volta che un gioco AAA arriva sul mercato con problemi tecnici. E a quanto pare, nemmeno Rockstar è immune, anche se molto meno di altri.