Secondo un report del Wall Street Journal, Nintendo avrebbe provato persino ad abbattere il muro dei 200 dollari, equivalenti ai nostri 219 euro circa.
Stando alle fonti del giornale americano, infatti, il gigante di Kyoto avrebbe trattato “per mesi sul prezzo di un componente chiave” con i suoi fornitori in modo da poter raggiungere il suo obiettivo.
Evidentemente, il braccio di ferro non è andato a buon fine, dal momento che Nintendo Switch Lite costa comunque i suoi circa 200 dollari, perlomeno al lancio.
Un altro particolare di non poco conto è che il platform owner giapponese ha da poco stretto un accordo di produzione con Murata Manufacturing Co., che affiancherà lo storico partner TDK Corp. sulle batterie delle console.
Nintendo non ha commentato su questa partnership ma Murata, che ha rilevato il business delle batterie da Sony nel 2017, ha spiegato che “abbiamo un nuovo cliente nei videogiochi, un cliente che questa unità non avrebbe mai potuto servire se fosse stata posseduta da Sony”.
Un indizio abbastanza significativo, per una casa di Mario che a questo punto potrebbe riservare anche price cut in futuro dovuti alla scelta oculata della componentistica interna.