Il Governatore del Kentucky Matt Bevin ha fornito alcune dichiarazioni in merito alla strage del liceo di Parkland, Florida, collegandola ai videogiochi e alla “cultura della morte” che essi a suo dire celebrano.Bevin ha spiegato che “le armi non sono il problema; abbiamo un problema culturale” dietro le frequenti sparatorie negli Stati Uniti, ma lo sono le malattie mentali, gli effetti collaterali dei farmaci che dovrebbero curarle e la perdita della “bussola morale”, cui hanno contribuito anche i videogiochi.“Ci sono videogiochi che, sì, sono messi a listino per pubblici maturi, ma i ragazzini ci giocano e tutti lo sanno, e non c’è nulla che possa impedire che un ragazzino ci giochi”, ha commentato il Governatore ad un talk radiofonico, come riporta Kotaku.Questi giochi “celebrano il massacro di persone. Ci sono giochi che letteralmente replicano e danno alla gente la possibilità di ottenere punti facendo la stessa cosa che questi studenti stanno facendo dentro le scuole”.In tali videogiochi “ottieni punti extra per porre fine alla vita di qualcuno che è steso a terra e ti prega di risparmiargli la vita”.Secondo il politico americano, questi prodotti hanno un funzionamento “uguale alla pornografia. Hanno desensibilizzato la gente nei confronti del valore della vita umana, della dignità delle donne, della dignità della decenza umana”.Interrogato a proposito della possibilità di un divieto di vendita di videogiochi del genere, Bevin ha risposto così:“Perché ci serve un videogioco, ad esempio, che incoraggia la gente ad uccidere? Che siano testi, che siano serie TV, che siano film, chiedo ai produttori di questi prodotti, di questi videogiochi e di questi film, chiedete a voi stessi quale valore redentore abbiano, all’infuori dello shock, all’infuori della speranza che ci farete qualche dollaro. A che prezzo? A che prezzo?”.Da notare che il Governatore non ha nascosto che quand’era ragazzo, dopo Natale, era solito portare a scuola le armi che aveva ricevuto in regalo per mostrarle agli amici, e loro facevano lo stesso.