Destiny, gli artwork di GIPI al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia

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a cura di Paolo Sirio

Dopo l’annuncio in occasione della Milan Games Week della collaborazione tra l’autore e illustratore Gipi e Destiny, Activision e il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano hanno rivelato che le quattro opere realizzate dall’artista entreranno a far parte delle Collezioni permanenti del Museo. Un riconoscimento importante che sancisce una partnership avviata nel 2014, con il lancio del franchise creato da Bungie. Destiny, infatti, è già presente nel Museo tra i contenuti multimediali dell’Area Spazio fin dall’inaugurazione dell’esposizione interattiva interamente dedicata allo Spazio e all’Astronomia.Il Museo da alcuni anni ha incluso il videogame nelle sue sezioni espositive come strumento educativo e organizza eventi dedicati al mondo del gaming come parte integrante delle sue attività formative dedicate al pubblico.La collaborazione con Gipi, tra i più noti autori del panorama dei fumetti italiani, ha dato vita ad un’originale interpretazione dei Guardiani protagonisti della storia di Destiny, in quattro contenuti esclusivi che raccontano in maniera inedita e visionaria l’incredibile fascino del mondo e delle ambientazioni del gioco.“Per me, il bello di questo gioco è la possibilità di costruire un proprio avatar virtuale e in questo senso le possibilità date dalla customizzazione dei personaggi di Destiny fanno sì che ognuno possa realizzare un essere fantastico che lo rappresenta”, queste le parole usate da Gipi per sintetizzare la sua ispirazione. “Mi sono divertito, ad esempio, a fare quello che è una specie di autoritratto in veste di Guardiano nel primo disegno, mentre nel secondo, un altro Guardiano più ammantato di mistero, nel terzo ho mantenuto l’atmosfera lugubre degli EXO e nel quarto, ho ricreato un eroico e potente Lord Saladin.” Gipi ha accompagnato i suoi lavori con una riflessione più ampia sui videogame: “La grafica dei videogiochi, oggi, non ha soltanto raggiunto livelli tecnici altissimi ma sta diventando un inevitabile metro di paragone per chiunque lavori nel disegno, nell’illustrazione, nel fumetto. Spesso mi trovo a disegnare pensando al design di un personaggio o alla resa dei paesaggi nei giochi in 3D in prima persona. È come se la realtà, che da sempre è un termine di paragone, un’ispirazione e un confronto per chi lavora con le arti visive si fosse espansa al mondo della rappresentazione digitale. Nel disegnare un cielo stellato di fantasia è possibile ritrovarsi a pensare, con simili intensità, ad un reale cielo stellato visto durante una vacanza giovanile al mare come al cielo intorno ad una stazione orbitante attorno alla quale si è svolazzato in un gioco.Non so ancora se questo è un bene o un male per un disegnatore moderno, ma è quello che mi capita spesso e con il quale devo fare i conti.Spesso questo accende nuove sfide che mi portano a cercare di migliorare le tecniche o provare nuove strade e in questo, sicuramente, c’è un lato estremamente positivo.Se fossi solo un poco più vecchio potrei affermare che in questo si verifica però un allontanamento dalla realtà, ma per adesso continuo a pensare che sia la realtà stessa ad essere oggi composta di piani diversi, da quello tangibile a quello digitale”.

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