Hideo Kojima ha celebrato con gratitudine e sollievo l’uscita di Death Stranding 2: On the Beach, ma non ha nascosto che lo sviluppo è stato tutt’altro che semplice.
In un post condiviso sui social, il leggendario autore ha scritto: «È uscito Death Stranding 2. Oggi piove — forse perché mi considero ‘l’uomo della pioggia’. In ogni caso, spero che vi godiate il gioco. Durante la pandemia, ci sono stati momenti in cui ho davvero pensato che non saremmo mai riusciti a finirlo… Essere arrivati fin qui è travolgente. Grazie a tutti!».
Sebbene la sceneggiatura del gioco (che trovate su Amazon) fosse stata completata prima del lockdown, l’isolamento e l’incertezza legati alla pandemia hanno messo a dura prova anche uno spirito visionario come Kojima, tanto da indurlo a mettere in discussione la possibilità stessa di portare a termine il progetto.
Un paradosso ironico, se si pensa che Death Stranding è una saga che ha come cuore tematico proprio la riconnessione in un mondo frammentato.
Eppure, nonostante gli ostacoli, lo studio ha rispettato una tabella di marcia sorprendentemente rapida per gli standard AAA: cinque anni dopo il primo capitolo (compreso una Director’s Cut), On the Beach è pronto per essere esplorato dai fan in tutto il mondo.
Kojima non è solo un autore di videogiochi: è un narratore. Le sue parole non suonano come marketing, ma come lo sfogo sincero di un uomo che ha lottato con le proprie fragilità mentre costruiva qualcosa di nuovo in un mondo che cambiava attorno a lui.
Ecco perché, nel bene o nel male, Death Stranding 2 sarà più di un gioco: sarà un frammento della sua anima. E questo, oggi, è un valore raro. Secondo la recensione di Stefania Sperandio, Death Stranding 2 «ha su di sé l’ombra di essere un po’ meno “esperienza” e un po’ meno unico del primo – ma comunque inconfondibile e stravagante rispetto a qualsiasi altra opera sul mercato, dato che non c’è niente che gli somigli.»