Atari ha stupito acquisendo i diritti di cinque titoli storicamente legati a Ubisoft, con l’intenzione di riportarli in vita su nuove piattaforme e con contenuti aggiornati.
Una mossa che rivela la strategia espansiva della compagnia americana, orientata a recuperare IP dal potenziale ancora inespresso, e che ha colto di sorpresa molti, visto che alcuni di questi giochi risultano ancora acquistabili sullo store Xbox sotto etichetta Ubisoft.
Il pacchetto comprende esperienze molto diverse tra loro, il nome di punta è Cold Fear (2005), survival horror ambientato su una nave russa che all’epoca debuttò su Xbox. A questo si affiancano Child of Eden (2011), la sinestesia videoludica firmata Tetsuya Mizuguchi, e I Am Alive (2012), survival post-apocalittico che divise pubblico e critica.
Completano la lista i due episodi della serie Grow, Grow Home (2015) e Grow Up (2016), con il primo che non era mai arrivato su Xbox al momento del lancio.
Wade Rosen, CEO di Atari, ha commentato sottolineando la volontà di far leva sulla tradizione emotiva di questi titoli, non solo sul gameplay:
«Questi mondi hanno ancora il potenziale per risuonare con generazioni di giocatori.»
L’operazione non si limiterà infatti a una semplice ripubblicazione: l’azienda prevede contenuti inediti, aggiornamenti tecnici e una distribuzione più ampia.
La fase di transizione apre scenari curiosi: tre dei giochi (I Am Alive, Child of Eden e Grow Up) sono ancora acquistabili digitalmente con il marchio Ubisoft, ma con ogni probabilità verranno ritirati prima della riedizione firmata Atari.
Questo crea un’occasione per i collezionisti digitali interessati alle versioni originali e, al tempo stesso, solleva interrogativi sulla gestione dei diritti e sulla continuità per chi li possiede già.
L’acquisizione apre prospettive interessanti: Cold Fear potrebbe finalmente arrivare sulle Xbox moderne, mentre Grow Home debutterebbe per la prima volta su console Microsoft.
Un ampliamento di catalogo che permette a nuovi giocatori di (ri)scoprire titoli rimasti a lungo confinati a un passato dimenticato.