Non ci sarebbero Final Fantasy senza evocazioni: il nostro viaggio da Shiva a Bahamut

Le classiche evocazioni saranno centrali anche in Final Fantasy XVI e aspettiamo il loro ritorno in Final Fantasy VII. Ma chi sono le summon della serie? Che ruolo hanno avuto e cosa possiamo aspettarci dalla loro prossima avventura come Eikon di FFXVI?

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Summon, Eidolon, Esper, Guardian Force e ora Eikon. Sono questi i tanti nomi che nel corso del tempo le evocazioni hanno avuto nella saga di Final Fantasy: il recente trailer di Final Fantasy XVI ha messo in evidenza proprio il ruolo centrale di queste creature leggendarie. La loro storia è strettamente legata alla saga creata da Hironobu Sakaguchi ormai 35 anni fa e da sempre esse rappresentano uno degli elementi più originali e spettacolari dei combattimenti di Final Fantasy. D’altronde, il fatto di poter avere al nostro comando una schiera di creature che vanno dagli spiriti elementali supremi a vere e proprie divinità farebbe esaltare chiunque.

I due trailer di Final Fantasy XVI finora usciti ci mostrano come le evocazioni siano uno dei perni principali della sua trama. Non è la prima volta che questo accade nella saga, ma sembra che nel sedicesimo capitolo l’importanza degli Eikon, rispetto al passato, sarà ancora maggiore a livello narrativo e a sottolinearlo c’è proprio il tipico logo che rappresenta il nuovo capitolo, dove possiamo vedere Ifrit e Phoenix. Il logo è un po’ il simbolo dei temi e degli eventi che il gioco affronterà e risulta subito chiaro quindi quanto le evocazioni saranno centrali.

Sin dal trailer di debutto del 2020 era evidente la volontà del team di sviluppo di FFXVI, la Creative Business Unit III capitanata da Naoki Yoshida, di apportare un forte cambiamento ai temi che sono stati da sempre centrali nella saga. La frase che accompagnava quel primo filmato, ossia “L'eredità dei cristalli ha plasmato la nostra storia troppo a lungo”, era in effetti una chiara dichiarazione d’intenti.

Questo certamente non vuol dire rinnegare il passato – anzi, il team ha già dimostrato con FFXIV quanto sia rispettoso dell’eredità della saga, tanto che il suo ottimo lavoro ha conquistato persino Sakaguchi stesso, che è diventato un avido giocatore del MMORPG. Questo rispetto si vede anche nel lavoro svolto nel ricreare gli Eikon in FFXVI: le loro sembianze, infatti, pescano a piene mani nel passato della saga, una storia che dura ormai da suddetti 35 lunghi anni.

L’evoluzione delle evocazioni in Final Fantasy

La prima apparizione delle evocazioni in Final Fantasy si ebbe nel terzo capitolo, dove vennero introdotti i jobs dell’evoker e del summoner. Non c’era un vero background che spiegasse la possibilità di evocare queste possenti creature, ma si trattava di magie tra le più potenti e spettacolari.

Da allora le evocazioni sono state una costante per tutta la saga, comparendo anche in quasi tutti gli spin-off realizzati. A seconda dei capitoli, la loro presenza all’interno della trama risulta a volte marginale e a volte molto importante.

In capitoli come FFIII o FFV le evocazioni sono legate al job system e alle classi in grado di evocare. Anche in Final Fantasy VII non hanno un ruolo centrale nella storia, ma sono viste come delle Materia molto potenti che possono rappresentare l’incarnazione degli elementi o di determinate creature del passato. In capitoli come il IV o il IX, invece, hanno una certa importanza nella storia, essendo legate a delle tribù di evocatori, unici esseri umani in grado di richiamare il loro potere e per questo temuti dalle forze del male. In FFVIII i personaggi possono legarsi a una Guardian Force tramite il sistema Junction, ma questo legame alla lunga rischia di far perdere la memoria: quest’elemento risulterà poi centrale nel contesto narrativo.

I capitoli in cui le evocazioni hanno maggior importanza sono soprattutto il VI e il X. Senza entrare troppo negli eventi narrati, così da non fare spoiler per chiunque non abbia ancora giocato questi due capolavori, nel sesto capitolo le evocazioni sono chiamate Esper e sono una razza di esseri magici schiavizzati dall’Impero Gestahlian, che vuole estrarre il loro potere magico e utilizzarlo per creare il Magitek. Gli Esper avranno poi un importante legame con la protagonista Terra e anche con l’antagonista principale Kefka.

Nel decimo capitolo (di cui potete trovare la versione remastered su Amazon) assistiamo invece al viaggio di Yuna, evocatrice che deve compiere un pellegrinaggio per sconfiggere il mostro Sin. Per riuscire nel suo intento avrà bisogno dell’aiuto degli Eoni, creature che rappresentano la forma fisica del sogno di un Fayth, un intercessore che andrà pregato nei templi sparsi per Spira, ossia il mondo di FFX. Il legame tra Fayth, Eoni, Sin e i personaggi principali del gioco, Yuna e Tidus, sarà uno dei punti più importanti della storia.

Il decimo capitolo rappresenta anche una rivoluzione nell’utilizzo delle evocazioni: questo è il primo titolo in cui i mostri evocati possono essere controllati direttamente, proprio come un personaggio. Nei titoli precedenti, al contrario, le evocazioni apparivano soltanto tramite un filmato in cui veniva mostrato il loro attacco sui nemici.

Il loro utilizzo diretto da parte del giocatore è diventato sempre più presente, anche in altri capitoli della saga, come ad esempio in Final Fantasy XIII, dove le evocazioni potevano trasformarsi in mezzi meccanici, come moto e automobili cavalcabili dai protagonisti – o anche in Final Fantasy VII Remake (che potete trovare a sua volta su Amazon, in caso ve lo foste perso), dove le creature evocate combattono a fianco del party per un breve periodo di tempo durante il quale è anche possibile ordinare loro che attacchi utilizzare.

Sin dal terzo capitolo, le creature evocabili in ogni Final Fantasy sono per la maggior parte tratte da antichi miti e leggende. Nel corso della saga si sono visti davvero moltissimi tipi di esseri leggendari, ma solo alcuni di loro sono diventati iconici tanto da comparire in quasi ogni capitolo. Tra questi i più famosi sono Ifrit, Shiva, Leviathan, Titan, Ramuh e Bahamut.

L’unico capitolo tra quelli principali in cui si hanno delle evocazioni completamente diverse da quelle classiche è Final Fantasy XII, che utilizza delle creature chiamate Esper legate al background narrativo di Ivalice, mondo in cui è ambientato il gioco (e dove sono ambientati anche Final Fantasy Tactics e Vagrant Story). Le creature evocabili in questo capitolo sono tredici e sono collegate ai segni dello zodiaco, alcune inoltre sono ispirate nel nome e nella forma a dei vecchi boss dei precedenti Final Fantasy.

In Final Fantasy XVI possiamo vedere come ogni Eikon sia collegato a un ospite umano che viene chiamato Dominant. Questo è in grado di utilizzare il potere delle evocazioni sfruttando gli attacchi elementali, materializzando parti del corpo della creatura, o arrivando addirittura a materializzare l’intero Eikon in battaglia. Ancora non è chiaro come un essere umano possa diventare Dominant, ma nel mondo di Valisthea, in cui è ambientato il gioco, ogni Dominant rappresenta un’arma potentissima, in grado di cambiare le sorti di una guerra.

Chi controlla i Dominant in pratica controlla il mondo e siamo sicuri che l’origine degli Eikon e il loro ruolo saranno importantissimi ai fini della trama del gioco.

L’utilizzo delle evocazioni come armi dalla potenza devastante è un tema che già altri giochi avevano affrontato. Abbiamo parlato di come in FFVI gli Esper venissero sfruttati, soprattutto indirettamente, per la loro potenza magica, così da garantire all’impero inarrestabili armi nate da magia mista a tecnologia.

In Final Fantasy IX la regina Brahne usa gli Eidolon sottratti a Garnet per conquistare i paesi vicini. Uno degli utilizzi più devastanti delle evocazioni arriva però da un capitolo spin-off, Final Fantasy Type-0. In questo capitolo, uscito originariamente su PSP, evocare un essere dalla potenza divina necessita di molto tempo e di un grande sacrificio di forza vitale, tanto che esistono alcune evocazioni proibite; queste infatti necessitano del sacrificio di migliaia di maghi per essere richiamate, ma una volta materializzatesi nel mondo, sono in grado di spazzare via intere nazioni, proprio come se fossero armi di distruzioni di massa.

Sarà interessante vedere se anche gli Eikon saranno tanto potenti e pericolosi da usare.

La storia di tutte le evocazioni di Final Fantasy XVI

Al momento, in Final Fantasy XVI sono stati già confermati ben otto Eikon. La maggior parte di questi sono molto noti ai fan della saga e già nel trailer possiamo vedere come queste creature abbiano un aspetto e degli attacchi che pescano a piene mani dalle loro precedenti incarnazioni. Andiamo dunque a scoprire tutti i dettagli sugli Eikon annunciati finora e su quale sia stato il loro percorso all'interno della saga.

Garuda

L’Eikon probabilmente meno conosciuto tra quelli presentati. Garuda, infatti, in passato è apparso in forma evocabile soltanto nei capitoli online, ossia l’XI e il XIV, e in FFXV come boss in una quest speciale in collaborazione con il quattordicesimo capitolo.

Garuda è ispirato a un semidio della mitologia Hindu e buddista, conosciuto per essere la cavalcatura del dio Vishnu. Era considerato il dio degli uccelli e rappresentato o come un enorme rapace o in forma antropomorfa con corpo umano e ali e volto d’uccello, anche se in alcune versioni aveva un volto più umano. Secondo la mitologia Hindu era un essere molto potente, tanto che il suo battito d’ali poteva arrestare la rotazione del cielo, della terra e dell’inferno. Condivideva i valori di giustizia di Vishnu ed era un simbolo di forza venerato da molti guerrieri. Nella mitologia buddista, Garuda era anche un nome dato a una razza di uomini uccello considerati mortali nemici dei Naga, creature metà serpente e metà umane.

Nei precedenti Final Fantasy è rappresentato come una donna con ali d’uccello e artigli da rapace, ricordando alla lontana un altro essere mitologico, l’arpia. Ha il pieno controllo dell’elemento vento e la sua mossa più potente è chiamata Aerial Blast. In FFXVI il suo aspetto è molto simile alle precedenti incarnazioni viste nella saga.

Sappiamo che il suo Dominant è Benedikta Harman, una donna del regno di Waloed descritta come intelligente, fredda e senza scrupoli, il cui cammino andrà inevitabilmente a incrociare quello del protagonista Clive Rosfield.


Titan

Il possente Eikon della terra è una delle evocazioni che vanta più apparizioni all’interno di Final Fantasy. È infatti presente tra le creature evocabili sin dal terzo capitolo ed è apparso poi nella maggior parte di quelli successivi.

Titan è ispirato parzialmente ai Titani della mitologia greca, le divinità che governavano il mondo prima di Zeus e gli altri dei dell’Olimpo, affrontati nella guerra conosciuta come Titanomachia. Dopo la loro sconfitta, i Titani vennero imprigionati nel Tartaro.

L’aspetto con cui Titan è solitamente rappresentato ricorda molto quello dei Giganti, altre creature umanoidi di stazza colossale sempre appartenenti alla mitologia greca, anche se bisogna dire che spesso anche i Titani erano rappresentati in diverse opere d'arte come esseri umani giganteschi. Titan, in quasi tutti i Final Fantasy, ha l’aspetto di un enorme uomo muscoloso; a volte è stato rappresentato con un corpo ricoperto di rocce, come ad esempio in FFXV e nel nuovo FFXVI. La sua mossa caratteristica è Gaia’s Wrath, che infligge danno elementale di terra a tutti i nemici tranne a quelli in grado di volare.

Sappiamo già che in Final Fantasy XVI il Dominant di Titan è chiamato Hugo Kupka, un consigliere della Repubblica di Dhalmekia. Prima di scoprire il suo potere, Hugo era un semplice soldato che ha poi ottenuto maggior rilievo proprio grazie al suo ruolo di Dominant.


Ramuh

Un’altra evocazione che è presente da sempre in Final Fantasy: Ramuh è comparso per la prima volta nel terzo capitolo, il primo a introdurre le summon, e nel corso della saga ha saltato soltanto i capitoli VIII, X e XII, comparendo soltanto come boss nel XIII.

La figura di Ramuh non si ispira a una creatura mitologica precisa. Lo vediamo apparire in tutti i Final Fantasy come un vecchio saggio in grado di evocare potenti fulmini contro i nemici grazie al suo bastone. Potrebbe essere ispirato alla figura di Lahmu, dio della Mesopotamia conosciuto come il signore delle stelle e del cielo, che era rappresentato proprio come un uomo barbuto molto saggio.

Il suo aspetto è rimasto a grandi linee uguale in tutti i Final Fantasy: è sempre stato rappresentato come un vecchio uomo con una lunga e folta barba e armato di bastone. La sua mossa più potente è chiamata Judgment Bolt, con cui Ramuh scaglia dei potenti fulmini caduti dal cielo contro i nemici.

In Final Fantasy XVI è apparso velocemente nell’ultimo trailer, confermando il suo tipico look, ma non sappiamo ancora molto né sulle sue capacità né su chi sia il suo Dominant al momento.


Phoenix

La Fenice in grado di rinascere dalle proprie ceneri non poteva mancare all’interno del pantheon di evocazioni di Final Fantasy. Il suo debutto come creatura evocabile è avvenuto in FFV, per poi essere presente in quasi tutti i capitoli successivi.

La sua ispirazione mitologica è piuttosto chiara, dato che si rifà all’uccello di fuoco in grado di rinascere dalle proprie ceneri. La Fenice è presente in diverse mitologie, tra cui quella greca ed egiziana, ma con un nome diverso uccelli con le stesse capacità appaiono anche in altri miti, come ad esempio in Cina e in Giappone, con il nome rispettivamente di Zhūqùe (o fenghuang) e Suzaku. In diverse culture è anche un simbolo del Sole e infatti, seppur assente come evocazione dal tredicesimo capitolo, il sole artificiale di Cocoon è governato dal fal’Cie chiamato proprio Phoenix.

Nei vari Final Fantasy il suo aspetto è sempre stato molto simile a quello della sua controparte mitologica: un uccello di fuoco in grado di colpire i nemici con delle potenti fiamme. Il suo attacco caratteristico è Flames of Rebirth, in grado di infliggere danni di fuoco ai nemici e allo stesso tempo far rivivere i membri caduti del party. In Final Fantasy XVI sappiamo che sarà un Eikon del fuoco molto potente, la cui importanza sarà centrale nella trama dato che il suo Dominant è Joshua Rosfield, il fratello minore di Clive.


Odin

Una delle evocazioni più potenti della serie. Odin è apparso per la prima volta in FFIII per poi comparire praticamente in tutti gli altri capitoli, ad eccezione del X, XII e XV.

Questo potente cavaliere è chiaramente ispirato dalla figura di Odino, padre degli dei della mitologia nordica. Odino è la figura centrale del pantheon degli dei norreni ed è considerato il signore della conoscenza e della magia, dopo che restò appeso per nove giorni e nove notti all’albero cosmico Yggdrasill, apprendendo il segreto delle Rune. È il padre di altri possenti dei come Thor e Baldur e decide quali guerrieri sono degni di entrare nel Valhalla, nell'attesa del Ragnarok, la battaglia finale degli dei contro le forze del Caos, dove Odino perirà divorato dal lupo Fenrir. Possiede la possente lancia Gungnir, che non manca mai il bersaglio e cavalca il cavallo dalle otto zampe chiamato Sleipnir.

In Final Fantasy è sempre rappresentato come un possente guerriero a cavallo coperto da un’armatura completa e con un elmo dotato di grandi corna che spesso ne copre il volto. L’armatura è solitamente di colori scuri, ma a volte è apparsa anche con una colorazione dorata. Appare sempre a cavallo di Sleipnir, anche se questo è rappresentato solitamente con sei zampe e a volte anche come un cavallo normale. La sua mossa caratteristica è Zantetsuken, un colpo di spada che è in grado di uccidere istantaneamente tutti i nemici presenti in campo. In alternativa, se i nemici sono troppo potenti per essere uccisi in un colpo solo, come nel caso dei boss, utilizza l’attacco Gungnir in cui scaglia la sua lancia infallibile infliggendo molti danni.

In Final Fantasy XVI è apparso brevemente nell’ultimo trailer combattendo a cavallo contro Bahamut; mostra una grande potenza, dato che riesce a deviare gli attacchi di energia del dragone con la sua sola spada. Ancora non si hanno ulteriori dettagli su chi possa essere il suo Dominant.


Shiva

Una delle evocazioni più popolari della saga di Final Fantasy. Shiva è in pratica apparsa in tutti i capitoli della saga a eccezione del XII (dove era però presente una nave volante con questo nome). Solitamente, in molti capitoli della serie, è una delle prime evocazioni ottenute dai giocatori.

La sua ispirazione va ricercata nell'omonimo dio Hindu, una delle tre divinità principali di questa mitologia, che insieme prendono il nome di Trimurti. Queste tre divinità sono Vishnu, dio della preservazione, Brahma, dio della creazione e appunto Shiva, dio della distruzione. Shiva, infatti, distrugge il mondo periodicamente per permetterne poi la rinascita. Nonostante in origine Shiva sia un dio maschile, può fondersi con la sua consorte Parvati per diventare il dio androgino Ardhanari, divinità della dualità. Inoltre Shiva ha diverse forme umane tra cui alcuni avatar femminili. La Shiva di Final Fantasy è probabilmente ispirata da uno di questi avatar femminili, dato che solitamente indossa degli indumenti che ricordano molto quelli indiani.

In tutti i Final Fantasy Shiva appare come una donna molto affascinante dalla carnagione di colore bluastro oppure molto pallida, che controlla i poteri del ghiaccio. Il suo attacco più famoso è Diamond Dust, con cui lancia un potente bufera di ghiaccio e neve che infligge danni elementali agli avversari. Non sappiamo molto della Shiva di Final Fantasy XVI, dato che nel trailer la vediamo apparire solo nella sua forma Eikon intenta a combattere contro Titan con i suoi poteri di ghiaccio.


Ifrit

Insieme a Shiva è una delle evocazioni più ricorrenti di Final Fantasy ed è spesso visto, anche in termini di storia, come il rivale della fanciulla dai poteri di ghiaccio proprio per la sua appartenenza all’elemento opposto. Anche Ifrit è apparso in praticamente tutti i capitoli principali, tralasciando FFXII.

Si ispira ai Djinn della cultura araba con il medesimo nome. Questi esseri sovrannaturali erano una tipologia di geni composti da fumo e fuoco ed erano spesso dipinti come creature malvagie, anche se c’erano alcune eccezioni. Erano dotati di grandi poteri magici e, temuti da tutti, spesso venivano evocati dagli stregoni che li legavano al proprio essere, anche se non sempre con conseguenze piacevoli.

In Final Fantasy Ifrit è sempre stato rappresentato come un possente demone cornuto in grado di controllare il fuoco. Le prime versioni del suo aspetto lo dipingevano con un volto demoniaco ma dai tratti umanoidi, dall’ottavo capitolo invece ha iniziato ad avere un volto più bestiale e un aspetto più ferino in generale. Solo in FFXV torna in forma umana anche se in questo capitolo è uno degli avversari finali e non è evocabile da Noctis.

In Final Fantasy XVI Ifrit sarà probabilmente uno degli Eikon più importanti nella storia, dato che sembra essere l’Eikon del protagonista Clive Rosfield. In verità ci sono ancora diversi punti oscuri sulla figura di questo Eikon: infatti, da quanto visto nei due trailer usciti finora, esistono ben due Eikon del fuoco contemporaneamente, e in una scena del secondo trailer possiamo vedere due Ifrit diversi darsi battaglia. Interessante però notare come una delle evocazioni più famose di Final Fantasy, ma solitamente relegata a essere una delle prime acquisite dai giocatori, diventi così importante nella storia di questo sedicesimo capitolo.


Bahamut

Il signore dei draghi è una delle evocazioni più potenti e ambite dai giocatori in ogni capitolo di Final Fantasy. Insieme a Shiva e Ifrit condivide il fatto di essere apparso in praticamente tutti i capitoli a eccezione del XII. Addirittura, in Final Fantasy VII Bahamut appare in ben tre versioni differenti.

La sua ispirazione mitologica potrebbe derivare dal Behemot dipinto nella Bibbia, un gigantesco mostro terrestre rappresentante il chaos. È molto più probabile però che l’ispirazione venga da Dungeon & Dragons, in quanto nella prima edizione il dio dei draghi buoni, il drago di platino, è conosciuto proprio con il nome di Bahamut, in opposizione alla divinità dei draghi malvagi chiamata Tiamat.  Il nome fu poi mantenuto anche nelle successive edizioni.

In Final Fantasy Bahamut ha sempre avuto l’aspetto di un possente drago dalle enormi ali dai colori scuri e metallici. Al contrario degli altri draghi più classici che camminano a quattro zampe, però, Bahamut è bipede. Il suo aspetto è sempre rimasto molto simile nel tempo nonostante alcune piccole variazioni. Bahamut è l’unica evocazione ad avere diverse versioni di sé stesso, soprattutto in Final Fantasy VII, dove appaiono anche Neo Bahamut, un drago rosso dotato di enormi ali, e Bahamut Zero, un drago metallico dotato di tre paia d’ali.

Il suo attacco caratteristico è Megaflare, un possente raggio di energia non elementale sparato dalla bocca, che ignora le difese dei nemici e infligge danni ingenti. Bahamut è una delle evocazioni più potenti ottenibili dal giocatore in tutti i Final Fantasy.

Sappiamo molto poco del Bahamut di Final Fantasy XVI, dato che non si sa chi sia il suo Dominant e nel trailer lo si vede solo combattere contro Odin in una spettacolare battaglia, ma data l’importanza del re dei draghi in tutti i capitoli della saga, siamo sicuri che sarà centrale anche in questo nuovo capitolo.

I grandi assenti

Non sappiamo ancora se la lista di Eikon presente in Final Fantasy XVI sia completa o se ne manchino ancora all’appello. Considerati gli otto conosciuti, al momento ci sono alcuni grandi assenti solitamente evocazioni ricorrenti nella maggioranza dei capitoli di Final Fantasy.

Uno è sicuramente Leviathan, il serpente acquatico che controlla l’elemento acqua e la cui mossa caratteristica Tidal Wave è in grado di provocare un vero e proprio Tsunami sui nemici. Leviathan è chiaramente ispirato alla bestia citata nella Bibbia ed è apparso in gran parte dei precedenti capitoli di Final Fantasy.

Altra evocazione che ci piacerebbe vedere è Alexander, una fortezza semovente in grado di lanciare l’attacco Holy Judgment, un potente attacco dai danni sacri. Seppur apparsa con minor frequenza di altre creature, Alexander è sempre stata considerata un’evocazione molto potente e singolare per il suo aspetto.

Anche i Chocobo, oltre a essere delle cavalcature presenti in molti Final Fantasy, sono spesso stati delle evocazioni dai toni ironici in diversi capitoli della saga, come ad esempio nel settimo capitolo, con la versione Fat Chocobo o in accoppiata con i Mog. Forse questa volta non sarà possibile usarli come evocazione, dati i toni più seri del sedicesimo capitolo, ma rimane tutto da vedere.

Manca ancora un anno circa all’uscita di Final Fantasy XVI, quindi la possibilità che esistano altri Eikon al suo interno non è così remota. In un periodo così prolifico di novità per il franchise – ricordiamo i recenti annunci legati al remake di Final Fantasy VII –  non ci resta dunque che attendere con impazienza nuove informazioni sul prossimo episodio della saga per scoprirne di più.