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Noble Fates potrebbe essere la prossima perla tra i gestionali | Provato

Noble Fates cerca di trasportare la magia di RimWorld in un mondo fantasy: riuscirà nell'ardua impresa?

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Noble Fates
Noble Fates
  • Sviluppatore: Xobermon
  • Produttore: Xobermon
  • Distributore: Xobermon
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Strategico , Simulazione , Gestionale
  • Data di uscita: 14 dicembre 2021 (accesso anticipato)

RimWorld è uno tra i giochi più noti fra gli amanti di gestionali e strategici e basta vedere il numero di recensioni presenti su Steam, il loro tono e la quantità di DLC pubblicati in corso d’opera per apprezzare il successo di questo simulatore coloniale sviluppato da Ludeon Studios.

Seguendo la scia di questo successo, il team indipendente Xobermon ha presentato Noble Fates, un titolo fortemente ispirato al già citato RimWorld e che, già in questa fase iniziale di accesso anticipato, sta mostrando qualche idea interessante e una manciata di variazioni sul tema, anche se molti dei pregi scivolano su un tortuoso percorso disseminato di bug e sezioni palesemente incomplete.

In un lontano regno...

Noble Fates non ha una vera storia, ma solo una sorta di background narrativo utile ad introdurre la nascita e, si spera, la proliferazione di una colonia appena nata all’interno di un classico mondo fantasy. Senza troppi preamboli ci si trova così alla guida di uno sparuto gruppetto di fuggitivi che si sono lasciati alle spalle un regno da cui ora sono costretti a difendersi con i pochi mezzi a loro disposizione.

Quali sarebbero questi mezzi? Beh, quelli dispersi in ogni dove all’interno di una mappa che via via diventerà sempre più grande, strumenti inizialmente basilari che poco alla volta daranno vita a strutture sempre più complesse e ad una vera società in grado di autosostenersi e proliferare.

Abitanti capricciosi

Ad apertura articolo abbiamo messo in chiaro l’assenza di una storia, ma la realtà è che la narrazione in Noble Fates viene creata dalle nostre stesse azioni e si sviluppa anche tramite il complesso sistema di rapporti che lega gli abitanti, ciascuno con le proprie preferenze, i propri amici e i propri rivali. Attraverso un sistema di dialoghi non troppo articolato si scoprono così i pensieri di questi coloni stilizzati e, nell’avanzare della partita, sarà anche possibile attrarre nuove braccia da lavoro convincendo i visitatori a stabilirsi all’interno della neonata città.

Gestire i sentimenti non è però sempre così semplice e, vestendo i panni di una semi-divinità, bisogna bilanciare attentamente ogni scelta, studiare le azioni che non scontentano troppi cittadini e osservare nei particolari le preferenze sulle mansioni da svolgere, giusto per non spedire al tavolo da macello un poveretto che non sopporta il sangue di un orco fatto a pezzetti. Insomma, aspettatevi dei crolli psicologici e litigi degni di una puntata scadente di Beautiful.

Mattone su mattone

Una colonia stabile e in crescita non è però solo fatta di buoni sentimenti e amicizie, ma anche di solide mura, campi arati e tetti di legno. Va bene vivere in armonia, ma con lo stomaco vuoto e al freddo non si resiste per molti giorni. Il percorso di crescita del proprio insediamento segue dei binari che, purtroppo, finiscono lungo bivi senza uscita a causa di un tutorial davvero male implementato e per via di un’interfaccia grafica che spazia fra il poco chiaro e il placeholder.

Partiamo dalle istruzioni che si ricevono ad inizio partita, quelle indispensabili per apprendere al meglio come guidare i cittadini, affidare loro i lavori e poco a poco costruire una piccola città. Se avete dimestichezza con questo genere di giochi, un po’ a fatica, vi ritroverete nella gestione dei vari compiti, ma le indicazioni sparse per lo schermo mancano sempre di precisione, non dicono mai fino in fondo dove cercare quella precisa voce del menù e, nel peggiore dei casi, sono impossibili da portare a termine.

In questa fase iniziale - ma ci auguriamo che questa mancanza venga colmata al più presto - non è possibile personalizzare i tasti, solo che certi comandi da impartire ai propri coloni sono legati a caratteri speciali della tastiera e non possono essere modificati. Un vicolo cieco, insomma.

Questo preciso problema si è verificato nel momento in cui stavamo apprendendo come guidare il leader della nostra cittadella in terza persona – ma non preoccupatevi, perché questa meccanica di gioco la userete forse nei primi minuti della partita. Per quanto sia una piacevole aggiunta, è infatti poco utile ai fini della crescita comandare un solo personaggio alla volta da vicino e, con un livello grafico molto stilizzato, non c’è nemmeno quel piacere estetico che potrebbe giustificare tale azione.

Le incertezze legate alla UI sono invece ascrivibili ad uno stato di sviluppo ancora lontano dal suo stadio finale. Attualmente ai menù manca infatti quella coerenza e quello stile capace di unire tutte le voci in un insieme armonico e dotato di una sua personalità. Noble Fates è un titolo ambientato in un universo fantasy alternativo, solo che i tasti sembrano usciti da un pacchetto Unity per poi essere implementati all’interno del gioco, senza alcuna aggiunta.

Diciamo che la funzionalità per ora ha un peso decisamente superiore all’estetica, tramite un sistema chiaro di verdi e rossi si intuiscono le relazioni positive o i bisogni da soddisfare, ma anche essa non è esente da pecche, visto che l’UI è stata spezzettata qua e là nei quattro angoli dello schermo.

Un sindaco divino

Sulle prime occorre un po’ di ingegno per capire esattamente cosa fare e come sfruttare al meglio le doti dei vari coloni, ma è quando si supera l’ostacolo di partenza - abbastanza elevato, va detto - che ci si accorge delle infinite possibilità offerte da Noble Fates. Siamo infatti al cospetto di un sandbox dove si ha la totale libertà di scelta in merito alla direzione da imprimere alla propria città, con un unico vero scopo: sopravvivere.

Tutto parte dalle necessità di base, ossia quattro mura di legno, un paio di letti dove riposare e dei magazzini dove riporre tutti i materiali raccolti. La parola d’ordine in Noble Fates è pianificazione. Per non sprecare energie inutili a rifare sempre gli stessi arredi o ad allargare degli spazi mal progettati occorre sempre pensare un passo più in là ed organizzare in maniera attenta la crescita ordinata della colonia.

Le risorse messe a disposizione dall’ambiente sono numerose, dalla legna al rame, passando per svariate tipologie di sementi da raccogliere e sfruttare per arare nuovi campi e aumentare il cibo con con cui sfamarsi. Ci sono mucche e altri animali da cacciare o da allevare e sul banco di lavoro prendono vita con il passare delle stagioni progetti sempre più complessi. C’è infatti un fitto albero con svariate ramificazioni dedicate a tutto ciò che i coloni possono apprendere, una ragnatela che detta i ritmi di gioco e che va navigata sfruttando al meglio le doti di ogni singolo abitante.

Il ritmo di gioco procede sempre con un passo calmo e quando la colonia cresce c’è la possibilità di automatizzare i vari lavori, una tabella di marcia utile ad evitare la fastidiosa microgestione. La crescita non avviene però lungo una linea retta e può essere bruscamente interrotta dalle incursioni esterne, che siano quelle di una colonia rivale o che si tratti di apparizioni demoniache.

In questi frangenti Noble Fates si trasforma in un RTS approssimativo, senza troppe tattiche a cui badare e con fendenti tirati spesso all’aria. Diciamo che non è proprio la componente più riuscita del simulatore coloniale creato da Xobermon, un titolo che comunque fornisce molti spunti e molte ore di gioco già in questa fase di early access.

Se volete tuffarvi nel mondo dei gestionali, meglio dotarsi di un PC da gioco come questo.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Profondo e con infinite opzioni

  • Le personalità dei coloni aggiungono ulteriore spessore gestionale

  • La possibilità di automatizzare i compiti abbassa il rischio microgestione

Contro

  • Ancora acerbo

  • I duelli in stile RTS sono molto approssimativi

  • L'UI ha bisogno di uno stile

Commento

Non lasciatevi ingannare dalle apparenze e da uno stile ancora anonimo, perché Noble Fates potrebbe essere la prossima sleeper hit nel mondo dei gestionali. Ambire alle vette raggiunte da RimWorld potrebbe essere una aspirazione esagerata, ma già da questo primo faccia a faccia, il simulatore coloniale di Xobermon ci ha convinti grazie alle infinite possibilità di scelta e grazie al focus sulle personalità dei cittadini.
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