Nintendo che va...

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Con l’annuncio delle imminenti dimissioni dalla carica di presidente di Tatsumi Kimishima, si chiude un capitolo per la storia di Nintendo. Un capitolo che, forse, può essere considerato di transizione, in virtù della sua brevità, ma che al contempo ha comunque una grande importanza per l’azienda, che ha affrontato uno dei suoi periodi più critici proprio in questi anni. Non solo: anche Satoru Shibata, volto ormai storico dei Nintendo Direct europei, lascia la sua posizione di presidente di Nintendo of Europe. Alla luce di questi cambiamenti, vogliamo gettare uno sguardo sul passato recente della casa di Kyoto, ricordando l’operato di un presidente che è stato forse troppo oscurato dall’imponente ombra del suo compianto predecessore.
L’eredità di Iwata
Nel Luglio 2015 ci lasciava Satoru Iwata, il presidente che dal 2002 aveva preso le redini dell’azienda e che l’aveva portata attraverso epoche difficili, come quella Gamecube, ed anni caratterizzati da un successo stellare, come quelli segnati dalle vendite di Wii e DS. La situazione che veniva lasciata nelle mani di Tatsumi Kimishima, però, era davvero difficoltosa: Wii U faticava a ritagliarsi una sua fetta di mercato, e le vendite di 3DS non bastavano a portare avanti la compagnia. La scelta di Kimishima come nuovo presidente Nintendo aveva lasciato molta confusione nell’opinione pubblica, forse ormai abituata alla figura di Iwata. Kimishima infatti non era un ex-sviluppatore, bensì  una figura che da sempre aveva lavorato nel reparto economico di aziende come The Pokémon Company. A rassicurare gli animi, però, c’era il fatto che nei primi anni 2000 aveva ricoperto la carica di presidente di Nintendo of America; si trattava dunque di un individuo che, pur essendo sempre rimasto nell’ombra, ben conosceva la filosofia aziendale di Nintendo. La sua lunga carriera venne vista come un ostacolo da parte del pubblico: a causa della sua età piuttosto avanzata, la sua presidenza venne vista all’epoca come una fase transitoria per l’azienda. Voci di corridoio volevano che la sua carica sarebbe durata un solo anno. Così non è stato, ovviamente; quando arriverà il momento di lasciare l’incarico a Giugno, Kimishima avrà quasi raggiunto i tre anni pieni alla guida di Nintendo. Tre anni sono difficilmente paragonabili ai tredici di Satoru Iwata, ma come abbiamo accennato in apertura si tratta di tre anni decisamente importanti per l’azienda. Kimishima è stato infatti l’uomo che, nel concreto, si è occupato di rilanciare Nintendo, sia a livello economico che di immagine, dopo il danno avvenuto in epoca Wii U. Gli sforzi dell’azienda si sono fin da subito diretti non tanto sul recupero di una situazione ormai persa, quella appunto di Wii U, quanto sulla preparazione del lancio dell’ultimo progetto di Iwata, che portava ancora il nome in codice di NX. Kimishima fu chiaro nelle sue interviste: il suo obiettivo era quello di riportare Nintendo sotto le luci della ribalta, farla di nuovo concorrere sul mercato in un ruolo di primo piano, senza per questo rinunciare alla sua identità e alla sua unicità. Le sue dichiarazioni sembravano forse fin troppo ottimistiche, ma il tempo ha dato ragione a Kimishima: è di oggi la notizia delle quasi 18 milioni di unità vendute di Switch, cifre che fanno impallidire quanto raggiunto da Wii U e che ricordano gli anni d’oro dell’epoca Wii. 
Verso il futuro
La presidenza di Kimishima non è stata segnata solamente dall’eredità di Iwata. Per quanto il lascito dello storico presidente sia stato importante, l’azienda ha saputo rinnovarsi e reinventarsi proprio durante gli anni di Kimishima. Mentre Wii U si avvicinava lentamente alla sua fine, molte cose sono cambiate per Nintendo. Nel 2016 abbiamo avuto due annunci importanti: la futura apertura di un parco a tema Nintendo e l’avvio della produzione di film basati sulle IP Nintendo. In entrambi i casi, si tratta di mosse che agiscono al di fuori del mondo videoludico, ma che hanno un’importanza cruciale per l’azienda, visto che entrambe permetteranno alla casa di Kyoto di raggiungere un numero di persone ancora maggiore attraverso i suoi franchise. Sempre in questa direzione va l’ingresso di Nintendo sul mercato smartphone, con titoli dedicati alle sue serie più famose. I primi passi in questa direzione erano stati mossi da Iwata, ma è proprio sotto la presidenza di Kimishima che Nintendo rilascia titoli importanti come Super Mario Run, Fire Emblem Heroes e Animal Crossing: Pocket Camp. Si tratta di grandi rivoluzioni che ancora devono far sentire tutto il loro peso, e che avranno effetti nei prossimi anni, quando i progetti cinematografici ed il parco a tema si concretizzeranno finalmente. Gli anni di Kimishima, però, hanno inciso profondamente anche sul mondo videoludico: il lancio di Nintendo Switch è stato il migliore di sempre per una home console Nintendo in numerosi paesi, riportando la compagnia sotto i riflettori dopo il periodo buio vissuto con Wii U. Evitando gli errori compiuti con Wii U, Nintendo è riuscita a fornire una nuova immagine dell’azienda, grazie ad un primo anno stellare sotto il profilo delle vendite e delle uscite. E tutto ciò senza rinunciare ad un grammo della filosofia sperimentale di Nintendo, come testimoniato da Nintendo Labo, un progetto assolutamente atipico che ha visto la luce proprio negli anni di Kimishima. Per un presidente rimasto in carica “solo” tre anni, si tratta di risultati ragguardevoli, e sicuramente l’azienda che adesso viene consegnata a Shuntaro Furukawa si trova di fronte ad un futuro molto più roseo rispetto a quello che le si prospettava davanti nel 2015.
La notizia delle dimissioni di Kimishima rischia di oscurare quelle di Satoru Shibata. Il presidente di Nintendo of Europe lascia la carica dopo molti anni al timone della visione europea dell’azienda di Kyoto, anni in cui i fan, anche italiani, hanno imparato a conoscere il suo volto grazie ai numerosi Nintendo Direct da lui presentati. La sua figura è nota grazie anche alle numerose gag a cui si è prestato nel corso degli anni, come presentarsi vestito da Professor Layton o esibirsi in un’esilarante yokai dance. In attesa di sapere chi sarà il successore di Shibata, non possiamo che sperare che il nuovo arrivato riesca a raccogliere l’eredità di un personaggio che, proprio come Iwata, riusciva ad arrivare direttamente ai fan.

Questo breve ma doveroso riepilogo vuole raccontare gli anni della presidenza Kimishima, un periodo tanto breve quanto importante per la casa di Kyoto, che in questi anni ha visto rinascere la sua propria immagine grazie a delle mosse che sono riuscita a portarla fuori dall’abisso in cui era sprofondata durante l’era Wii U. Proprio come Iwata prima di lui, anche Kimishima lascia una pesante eredità al prossimo presidente Nintendo; un’eredità che però, stavolta, ha di fronte a sé un futuro molto più roseo di quanto potesse sperare tre anni fa.