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Musica elettronica anni '80 nel terzo millennio | Pixel e note

Quando l'amarcord..si fa sentire

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a cura di SirFran Snee

Certe mode e tendenze sembrano essere davvero imperiture, per quanto tempo possa passare. Una teoria applicabile in diversi campi e la produzione videoludica non è affatto da escludere. Così, senza distinzione di origine di provenienza dei team di sviluppo alla base di un titolo, rimane sempre alta l’attenzione nei confronti della cultura anni Ottanta, con un certo occhio di riguardo anche per il comparto sonoro. Spesso di chiara matrice elettronica, le musiche di sottofondo alle nostre partite sono dal ritmo incalzante e parecchio coinvolgente, se consideriamo alcune tracce come quelle di Gridd: Retroenhanced, titolo del team indipendente italiano Antab Studio. Qui la nostra avventura è accompagnata da una colonna sonora synthwave, genere elettronico ispirato a questo iconico periodo storico e riportato al successo di recente da artisti del calibro di Kavinsky e Perturbator. Il primo è lo pseudonimo di Vincent Belorgey, disc jockey, produttore discografico e attore francese, principalmente noto per il suo stile electro che riproduce suoni e melodie degli anni ottanta. Il secondo, anch’esso di origine francese, compone musica synthwave ed è noto per aver riportato in auge il genere creato più di trent’anni fa da alcuni compositori di colonne sonore. Alla base dei suoi dischi vengono inoltre sviluppati temi di carattere cyberpunk, uno stile molto vicino a quello che ha ispirato le musiche di cui andiamo a parlarvi.

Musica anni 80

La soundtrack di Gridd: Retroenhanced è invece composta da Dream Fiend, che è riuscito a creare una serie di brani che riescono a fondersi in maniera impeccabile con lo svolgimento della partita, dando vita a una “creatura” audiovisiva inscindibile nelle sue diverse parti. Cominciando dall'”ultimo volo” della colonna sonora di questo gioco, Dream Fiend riesce a mixare con grande equilibrio e sapienza i diversi ingredienti per creare una colonna sonora che riesce ad assumere toni epici grazie agli effetti synth wave in The Last Flight, un pezzo coinvolgente come sanno esserlo tutti gli altri composti per questo titolo tutto italiano.

Non solo questo gioco ha abbracciato la vecchia, cara musica elettronica: anche in tempi molto più recenti, Fantastico Studio ha saputo proporre una sua rielaborazione di questo genere in Black Paradox, simile sia nella trama, che nel genere musicale a Gridd. Se tra di voi ci sono anche appassionati di serie tv, non potrete che associare piuttosto facilmente un pezzo come il Main Theme di Black Paradox alla colonna sonora di Stranger Things, non a caso partorita da un mondo distante qualche lustro dal 2019. Sembra inoltre che l’interattività possa diventare un motore propulsore non indifferente, quando si parla di musica e realtà virtuale: lo dimostra Beat Saberpuzzle game musicale uscito lo scorso novembre, dove la capacità del giocatore di macinare una combo dopo l’altra non può che rivelarsi altamente efficace non solo per superare i diversi livelli. Qui la musica è semplicemente arricchita dagli effetti sonori prodotti dalle due bacchette che usiamo per distruggere i diversi cubi che appaiono di fronte a noi, rendendo il tutto molto più interessante e piacevole, oltre che avere un ritmo davvero incalzante e coinvolgente.

Cosa rende la musica elettronica ancora così interessante per essere riproposta a distanza di anni, soprattutto nei videogiochi? Chiaramente non sembra trattarsi di una questione di “età” del genere musicale, dimostrandosi intramontabile grazie a un ritmo che sa dimostrarsi ancora una volta coinvolgente alle orecchie di un pubblico giovane (e non) a distanza di anni dalle prime note suonate ai tempi che furono. Il ritmo di queste tracce ben accompagna e stimola il giocatore durante la partita, tenendo alto il livello di concentrazione e riuscendo a dare, magari anche inconsciamente, il ritmo e l’adrenalina necessari alla buona riuscita della partita in corso. Ne è un altro esempio la produzione piuttosto variegata in Hotline Miami, dove alcuni pezzi faranno sentire tutto il loro ritmo, talvolta scandito e ostinato, talvolta ossessivamente ripetitivo, ma sempre “sul pezzo” rispetto a quanto accade durante il gioco. Ad ogni buon conto, si tratta di tracce non necessariamente dipendenti dal gioco in cui sono inserite, ma riescono a vivere di vita propria anche se ascoltate estrapolandole dal loro contesto originario. La dimostrazione, ancora una volta, che la produzione videoludica sa miscelarsi molto bene anche con la dimensione musicale, dando vita a pezzi che sanno entrare nella nostra memoria a dispetto del tempo che potrà passare dopo il primo ascolto.

Ancora una volta, la colonna sonora di un gioco si dimostra fondamentale, non solo per il fatto di riuscire a veicolare una componente del tutto complementare a quanto viene narrato. Se ben ideata, riesce a dare una parte di struttura necessaria a un’esperienza di gioco davvero particolare, vissuta ancora più intensamente e da vicino rispetto a quanto sarebbe possibile senza questa tipologia di comparto sonoro.

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Commento

Ancora una volta, la colonna sonora di un gioco si dimostra fondamentale, non solo per il fatto di riuscire a veicolare una componente del tutto complementare a quanto viene narrato. Se ben ideata, riesce a dare una parte di struttura necessaria a un'esperienza di gioco davvero particolare, vissuta ancora più intensamente e da vicino rispetto a quanto sarebbe possibile senza questa tipologia di comparto sonoro.