L’uscita di un gioco come Monster Hunter Generations Ultimate su Switch è un piccolo evento. Non solo perché si tratta, a conti fatti, del debutto ufficiale della serie sulla console ammiraglia targata Nintendo, ma anche e soprattutto perché è un prodotto sicuramente atipico in grado di dividere gli appassionati, a differenza del suo “fratello maggiore” capace di infrangere ogni record di vendite in men che non si dica: Monster Hunter World. Qual è il punto focale della questione relativamente a Generations Ultimate? Da un lato, parliamo di una versione “espansa” di un titolo nato e cresciuto su 3DS, con tutti i pro e i contro dell’ormai diffusissima piattaforma tascabile della Grande N, ormai inevitabilmente sul viale del tramonto. Dall’altro, il fatto che si tratta di una conversione occidentale di un titolo verso cui i giocatori europei e americani avevano quasi perso le speranze di poter giocare, vale a dire Monster Hunter XX. La lunga attesa sarà valsa la pena? Scopriamolo insieme.
Parliamo in ogni caso di circa un centinaio di mostri cui dare la caccia, attraverso tre livelli di difficoltà impostati in in base al vostro grado di abilità nella caccia. Non male, pur considerando che si tratta di un meccanismo già rodato in precedenza e per questo non propriamente in grado di riservare grosse sorprese a chi ormai si considera un veterano della serie. Tutti coloro che ci si accostano per la prima volta saranno invece felici di sapere che Capcom ha di certo badato alla sostanza più che alla forma, visto che Generations Ultimate si (ri)propone come uno spin-off completo e versatile sotto qualsiasi aspetto. Se cercate però una storia e una narrazione avvincente, sappiate che non ne troverete traccia: il sistema di gioco si fonda quasi esclusivamente sull’accettare – e di conseguenza portare a termine nel migliore dei modi – gli obiettivi assegnateci dai vari NPC che incontreremo sul nostro cammino. Si va di mostro in mostro e di missione in missione, accumulando esperienza, oggetti e armamentario. Importante sottolineare come il giocatore può prendere il controllo diretto del suo Felyne, sostituendolo al cacciatore umano: il tutto appare sorprendentemente più intuitivo, molto più di quanto visto nel recente Monster Hunter World, tanto per dirne una.
Per il resto, i giocatori che non amano avventurarsi in solitaria, saranno felici di sapere che anche in Monster Hunter Generations Ultimate per Switch ci si potrà unire in battaglia sino a un massimo di tre giocatori in modalità cooperativa, online o in wireless locale. Inutile dire che in compagnia il tutto guadagna quel piacevole quid extra, capace di rendere l’esperienza ancora più avvincente di quanto non lo sia già. Per quanto riguarda il resto, che siate armati di balestra pesante o di spadone, ora siete pronti a cimentarvi nella prima, vera caccia ai mostri su Switch. Con l’idea che il meglio, forse, deve ancora venire.
Possibilità di trasferire i salvataggi dall’edizione 3DS
Buon numero di extra e correzioni strutturali
Impianto di gioco rodato e funzionale…
… nonostante inizi a sentire il peso del tempo
Graficamente non proprio al top
Non è il Monster Hunter che l’utenza Switch merita
7.5
Nonostante non sia il capitolo della serie perfetto, Monster Hunter Generations Ultimate (finalmente disponibile anche da noi) è in ogni caso lo stesso, ottimo episodio visto in precedenza sulle console portatili della famiglia 3DS. Alcune novità di rilievo (come ad esempio una manciata di mostri extra e arti da caccia), unite alla possibilità di trasferire salvataggi e progressi direttamente dall’edizione tascabile, rendono Generations Ultimate un avvio più che dignitoso del franchise sull’ammiraglia Nintendo, in attesa che Capcom decida – il più presto possibile – ad annunciare il vero Monster Hunter sviluppato appositamente per Switch. Solo allora la caccia potrà dirsi aperta con successo.