Microsoft, Sony e Nintendo starebbero cercando alternative alla produzione in Cina

Dovessero davvero fallire i nuovi negoziati, PS5 e Project Scarlett potrebbero arrivare nei negozi a prezzi superiori alle aspettative

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a cura di Paolo Sirio

Nei giorni scorsi abbiamo riportato di una lettera congiunta inviata da Microsoft, Sony e Nintendo
all’amministrazione Trump per chiedere di abbandonare l’idea di dazi sui prodotti provenienti dalla Cina sul suolo americano.

Nel mentre, la situazione ha registrato piccoli segnali di disgelo tra gli Stati Uniti e il gigante asiatico, culminati in un periodo di tregua nel quale le due nazioni intratterranno dei negoziati.

Secondo fonti di Nikkei Asian Review, però, i tre colossi del gaming riterrebbero questa tregua destinata a terminare molto presto e senza fornire gli esiti sperati.

Pertanto, starebbero guardandosi intorno per cercare alternative alla produzione in Cina, in modo da mantenere i prezzi delle loro console inalterati o comunque quanto più vicini a ciò cui ci hanno abituati negli ultimi anni.

Gli Stati Uniti hanno già imposto dazi per $250 miliardi su hardware prodotto in Cina e spedito sul loro territorio, pratica che mirerebbe a ridurre le mine cinesi sul commercio americano ma che in realtà finirebbe col gravare di più sulle aziende locali, che com’è noto si affidano alle fabbriche asiatiche per avere manodopera veloce e a basso costo.

Dovessero davvero fallire i nuovi negoziati, PS5 e Project Scarlett potrebbero arrivare nei negozi a prezzi superiori alle aspettative, e anche Nintendo faticherebbe a fornire price cut su Switch e dovrebbe rivedere il pricing di Switch Mini, da rumor in arrivo quest’anno.

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