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Immagine di Luigi's Mansion 3DS Recensione - Un ritorno fantasmagorico
Recensione

Luigi's Mansion 3DS Recensione - Un ritorno fantasmagorico

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 09/11/2018 alle 08:30
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  • Pro
    • Delizioso come una volta
    • Porting competente
    • Level design invecchiato benissimo
    • Inclusione della modalità cooperativa
  • Contro
    • Controlli un po' macchinosi
    • Un po' troppo backtracking nelle fasi finali
    • Longevità risicata

Il Verdetto di SpazioGames

7.6
Non era facile portare un titolo di lancio per GameCube su una console portatile priva del secondo analogico e alla fine del suo ciclo vitale, eppure Grezzo ci è riuscita dignitosamente, riproponendo tutto ciò che c'era di buono nell'originale Luigi's Mansion per le nuove generazioni. Purtroppo, nel processo di porting non sono andati perduti i problemini del titolo originario (dalla scarsa longevità all'eccessivo backtracking), ai quali si aggiunge una certa macchinosità dei controlli, dovuta però più alle limitazioni della nuova console ospite che ad un lavoro raffazzonato da parte del team di sviluppo. Consigliato, insomma, anche alla luce della penuria di uscite che affligge 3DS negli ultimi mesi, ma non senza qualche piccola riserva.

Il viale del tramonto della gloriosa carriera delle console della famiglia 3DS è costellato da una serie di port ed adattamenti di titoli provenienti dalle console casalinghe delle generazioni passate, da Wii a Wii U, passando per GameCube: considerando che Luigi’s Mansion Dark Moon era stato uno degli araldi della prima parte del ciclo vitale delle macchine portatili della grande N, non dovrebbe stupirci che sia proprio l’originale Luigi’s Mansion, pubblicato ormai diciassette anni fa, a chiudere il cerchio.

Eccovi la nostra recensione.

Luigi's Mansion 3ds

Acchiappafantasmi…o quasi

Apprezzato più negli anni successivi alla sua release che non immediatamente, Luigi’s Mansion rappresentava uno dei titoli più coraggiosi tra quelli che avevano accompagnato il lancio di una nuova console della casa di Kyoto: il protagonista non era Mario, innanzitutto, e le meccaniche di gameplay erano assai differenti da quello che si era visto fino a quel momento sugli schermi Nintendo. C’erano un protagonista fifone, il bistrattato Luigi, un’arma non convenzionale (il Poltergust 3000) e una serie di enigmi da risolvere per ripulire una magione spaventosa di tutti i fantasmi che la infestavano.

Grazie ad un level design mai banale, ad un citazionismo tanto divertente quanto divertito e, soprattutto, ad un’atmosfera azzeccatissima, Luigi’s Mansion seppe ritagliarsi la sua nicchia di appassionati, dimostrando quanto gli sviluppatori in seno alla grande N avessero da insegnare in quanto a creatività ed originalità.

Oggi, a distanza di tre generazioni di console, con un seguito uscito nel 2012 e un terzo capitolo che si prepara a sbarcare su Switch durante l’anno venturo, il franchise viene rimpolpato da un port realizzato con cura da Grezzo, team di specialisti già all’opera sugli adattamenti per 3DS di Ocarina of Time e Majora’s Mask.

Il risultato è decisamente buono, ma, oltre a qualche inciampo nei controlli, va detto che la struttura di gioco è invecchiata in maniera non impeccabile e che la scarsa longevità risalta ancora di più se paragonata a quella del secondo episodio.

Per quanto concerne la trama, comunque, nulla è cambiato: vestiremo ancora una volta la salopette verde di Luigi, tremando come foglie ad ogni minimo rumore e facendoci forza solamente con la torcia e quella sorta di miscuglio tra una sottomarca di aspirapolvere e gli improbabili accrocchi visti nel primo “Acchiappafantasmi”, cui questo titolo rende omaggio in mille, piccoli modi.

Senza dimenticare il Game Boy Horror, con cui tenersi in contatto con quel genio bacato del Professor Strambic: l’intreccio è buffo e raffazzonato (in quale gioco dedicato a Mario non lo è?!?), eppure riesce a far sorridere grandi e piccini oggi come faceva nel 2001.

Luigi's Mansion 3ds

Ieri, oggi e domani

A parte un backtracking abbastanza pronunciato soprattutto durante la seconda metà dell’avventura, reso ancora più evidente dalla limitata durata complessiva dell’esperienza, non c’era nulla che non andasse nel gameplay di Luigi’s Mansion, e, a testimonianza di questo, Grezzo non è andata a toccare nulla a livello di meccaniche, riproponendo il prodotto Nintendo esattamente com’era al lancio di Game Cube.

Questo si traduce in un’esperienza familiare per quanti avessero apprezzato il sequel su 3DS qualche anno fa, che poggia sull’esplorazione, la risoluzione di piccoli enigmi ambientali ed il confronto con i fantasmi, da risucchiare nel Poltergust: un mix che funziona ancora egregiamente, al netto di qualche inciampo nei controlli, forzatamente rivisti nel passaggio dalla configurazione del pad del cubo di Nintendo a 3DS.

La presenza del C-Stick nei modelli New della console aiuta di certo, ma non svincola del tutto da crampi per sessioni prolungate e non muta la percezione che la presenza di un secondo analogico avrebbe giovato enormemente alla reattività dei controlli.

Intendiamoci, nulla che rovini l’esperienza di gioco: dopo una prima oretta di apprendistato, Luigi si controlla senza grosse incertezze, e anche se la presa sulla console non è delle più confortevoli, siamo ben lontani dalle acrobazie richieste dai primi episodi di Monster Hunter visti su 3DS, ad esempio, complici anche un ritmo compassato e un livello di sfida accondiscendente, che propone un pizzico di sfida giusto nello scontro finale.

L’unica aggiunta di rilievo, fatta salva la presenza della torcia, che, a memoria, non ricordavamo nell’edizione originale del 2001 e proviene direttamente dal seguito, è l’implementazione di una modalità cooperativa per due giocatori in locale, la quale, però, richiede due copie del gioco per funzionare.

L’idea alla base è molto buona, ma in sede di recensione, avendo ricevuto un solo codice review (la seconda console non sarebbe stata un problema, tra edizioni limitate sparse), non abbiamo avuto modo di testarla: in essa il secondo giocatore veste i panni di un Luigi ectoplasmico, completamente verde, e può collaborare per trovare tutti i Boo nascosti negli angoli più remoti della magione e per rendere (ancora) meno impegnativi gli scontri con i fantasmi più grossi che presidiano le ali tra cui muoversi.

Alla fine della fiera, insomma, le rilassanti sensazioni restituite al giocatore sono grossomodo le stesse che tanto il titolo originale quanto il suo seguito avevano restituito, e Luigi’s Mansion si dimostra un piacevole e leggero passatempo in fondo ad una giornata particolarmente intensa.

Luigi's Mansion 3ds

Luigi’s Mansion, un buon lavoro

Pur non raggiungendo i picchi dei migliori lavori di Grezzo su 3DS (non ci riferiamo solo ai già citati port di Zelda, ma anche ad Ever Oasis), Luigi’s Mansion riesce a rappresentare un buono spot per una console sul mercato dal 2011, che si avvicina alla fine di un glorioso ciclo vitale: i modelli poligonali e il livello di dettaglio generale, sebbene lontani dagli originali, rappresentano un buon compromesso viste le scarse potenzialità tecniche di 3DS, e l’effetto tridimensionale aggiunge profondità agli ambienti e a giovarne è soprattutto il livello di immersione.

L’eccellente stereoscopia protagonista del secondo capitolo qui rimane un lontano ricordo, ma non essendo il titolo stato pensato per questa console c’era da aspettarselo, e la colonna sonora, pur limitata nella selezione di tracce, riesce a strappare sorrisi e a far canticchiare il suo motivetto base soprattutto a quanti si doteranno di un buon paio di auricolari.

La natura portatile della nuova console ospite aiuta a mitigare solamente in parte la scarsa longevità del prodotto, additata come uno dei problemi principali già diciassette anni or sono: a causa di un livello di difficoltà decisamente tarato verso il basso e ad un numero di stanze dimezzato rispetto al seguito, Luigi’s Mansion può essere portato a termine in un tempo variabile tra le cinque ore e mezzo e le sette, con valori di rigiocabilità purtroppo abbastanza scarsi.

Nonostante siano ore di qualità, ci si chiede come mai Nintendo non abbia scelto di proporre il prodotto in una fascia di prezzo leggermente inferiore rispetto ai canonici quaranta euro richiesti per portarsi a casa un titolo nuovo per le console della famiglia 3DS.

+ Delizioso come una volta

+ Porting competente

+ Level design invecchiato benissimo

+ Inclusione della modalità cooperativa

- Controlli un po' macchinosi

- Un po' troppo backtracking nelle fasi finali

- Longevità risicata

7.6

Non era facile portare un titolo di lancio per GameCube su una console portatile priva del secondo analogico e alla fine del suo ciclo vitale, eppure Grezzo ci è riuscita dignitosamente, riproponendo tutto ciò che c’era di buono nell’originale Luigi’s Mansion per le nuove generazioni. Purtroppo, nel processo di porting non sono andati perduti i problemini del titolo originario (dalla scarsa longevità all’eccessivo backtracking), ai quali si aggiunge una certa macchinosità dei controlli, dovuta però più alle limitazioni della nuova console ospite che ad un lavoro raffazzonato da parte del team di sviluppo. Consigliato, insomma, anche alla luce della penuria di uscite che affligge 3DS negli ultimi mesi, ma non senza qualche piccola riserva.

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