Libra preoccupa i politici, diffidenti con la nuova criptovaluta pensata da Facebook

La classe politica statunitense è preoccupata dall'idea di Libra, la criptovaluta che Facebook lancerà nel 2020

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Abbiamo parlato nelle scorse ore dell’idea di Libra, la criptovaluta pensata da Facebook Inc. che, in questo progetto che avrà sede in Svizzera, sarà affiancata da almeno altre ventinove società – tra le quali Visa, MasterCard e PayPal. Mark Zuckerberg ha voluto ribadire che la criptovaluta non sarà di proprietà di Facebook, ma tutte le società che faranno parte della fondazione avranno eguale peso sulle decisioni per il progetto. Questo, però, non sembra essere bastato a rassicurare la classe politica statunitense.

Diversi esponenti si stanno infatti esprimendo con preoccupazione in merito all’arrivo di Libra, identificata come un nuovo mezzo di potere nelle mani di Facebook – che, a loro dire, tra Facebook, WhatsApp, Messenger e Instagram, di potere ne avrebbe già a sufficienza.

Secondo la democratica Maxine Waters, che ha diramato una comunicato ufficiale, «con l’annuncio dei suoi piani di creazione di una criptovaluta, Facebook prosegue la sua non monitorata espansione, estendendo la sua portata sulle vite dei suoi utenti». Per questo, Waters invita la compagnia, al centro di un ciclone per le questioni dei dati sensibili e della privacy dei suoi utenti, a rallentare lo sviluppo di Libra, in attesa che il Congresso si esprima in merito: «richiedo che Facebook concordi a una moratoria relativa a qualsiasi ulteriore passo in avanti nello sviluppo della sua criptovaluta, fino a quando i regolamentatori del Congresso non avranno l’opportunità di analizzarne le problematiche e di agire.»

La posizione di Water trova concordi anche altri politici: il repubblicano afferma che il fenomeno debba essere debitamente studiato nelle sue implicazioni, «non basandosi sui rumor», per comprenderne l’impatto «senza precedenti» sul sistema finanziario. Il senatore Sherrod Brown ha affermato che inviterà le autorità competenti a tenere d’occhio la situazione, perché «Facebook è già troppo grande e troppo potente, e ha utilizzato il suo potere per appropriarsi dei dati degli utenti senza proteggerne la privacy. Non possiamo consentire che Facebook dia vita a un pericolosa criptovaluta, basata su un account in una banca svizzera, senza che il tutto venga monitorato. Voglio assicurarmi che le nostre sentinelle del mondo della finanzia tengano d’occhio tutto questo da vicino, per assicurarmi che gli utenti stiano venendo tutelati».

Appare chiara, insomma, la diffidenza del mondo politico nei confronti dell’idea di Libra, che vuole effettivamente imporsi come una valuta più tradizionale rispetto a quanto tentato in precedenza dal BitCoin. Nei piani di Facebook, un giorno potremo pagare le bollette, il conto al ristorante o un acquisto online semplicemente con un click che andrà a scalare i nostri crediti Libra dall’app preposta – o dalla funzione integrata in altre applicazioni. Sarà, insomma, una sorta di moneta parallela al dollaro o all’euro. Come reagiranno i mercati? Che effetto potrebbe avere sull’economia? È quello che la preoccupata classe politica statunitense si sta domandando in questo momento – anche se va detto che le Borse, oggi, hanno premiato l’idea.

Fonte: The Verge