Immagine di Kingdom Hearts: Melody of Memory | Recensione - La prima avventura musicale di Sora e compagnia
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Kingdom Hearts: Melody of Memory | Recensione - La prima avventura musicale di Sora e compagnia

Square-Enix confeziona un ottimo rhythm game: scopriamo Kingdom Hearts: Melody of Memory

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Kingdom Hearts: Melody of Memory
Kingdom Hearts: Melody of Memory
  • Sviluppatore: Square Enix
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Avventura , Rhythm Game
  • Data di uscita: 13 novembre 2020

Square-Enix non è certamente nuova ad esperimenti musicali eseguiti sui suoi brand più famosi. Basti pensare ai tre titoli Theatrhythm, dedicati a Final Fantasy (ben due titoli, usciti entrambi su Nintendo 3DS) e Dragon Quest (un solo titolo uscito per Nintendo 3DS nel solo Giappone). Effettivamente, stando a quanto raccontato, è stato proprio dopo lo sviluppo del titolo dedicato a Dragon Quest che Masanobu Suzui ha avuto l’idea di applicare la formula musicale alla serie di Kingdom Hearts.

Il progetto venne portato all’attenzione di Nomura, che dopo qualche tempo ha dato la sua approvazione. L’elemento inedito, se vogliamo, di questa operazione, è il legame che Kingdom Hearts: Melody of Memory ha con la serie principale. Se infatti i tre precedenti Theatrhythm nascevano come spin-off delle loro serie d’origine, questo capitolo, ci è stato detto, contribuirà ad espandere le vicende narrate nella saga di Kingdom Hearts.

Dobbiamo dirlo, fin dalle interviste precedenti l'uscita Nomura ci ha fatto capire che non si tratterà di avanzamenti significativi nella fitta trama della serie; ciò nonostante, si tratta di un elemento importante, che può rendere il gioco interessante anche per chi non è propriamente appassionato di rhythm game ma segue con estrema fedeltà le vicende di Sora e compagni.

Dopo qualche tempo passato in compagnia della versione definitiva del gioco, da noi testato su Playstation 4 (ma disponibile anche su Nintendo Switch e Xbox One), siamo pronti a dirvi se vale la pena seguire gli eroi Disney e Square-Enix anche in questa avventura.

Viaggio nei ricordi

Le vicende narrate in Melody of Memory cominciano dopo la fine dell’ultimo capitolo della saga principale, Kingdom Hearts III, in particolare dopo gli eventi visti nel DLC Re Mind. Non vogliamo farvi spoiler nel caso in cui doveste ancora giocare al suddetto titolo o al suo DLC (cosa che vi consigliamo di fare prima di acquistare Melody of Memory), per cui non andremo a dirvi che cosa succede all’inizio del gioco. Vi basti sapere che, in realtà, si tratta perlopiù di un pretesto per permettere a Kairi, una delle protagoniste femminili della serie, di iniziare un viaggio nei ricordi che la porterà a ripercorrere gli eventi principali della saga.

Sostanzialmente Memory of Melody è, dal punto di vista narrativo, un riassunto estremamente sintetico di quanto accaduto fino ad ora; i nuovi elementi di storia promessi da Nomura occupano solo una piccola parte del gioco, quella finale. Come c’era da aspettarsi, viste anche le dichiarazioni di Nomura, la storia della serie non avanza particolarmente, e rimarrete delusi nel caso in cui intendiate acquistare Melody of Memory soltanto per scoprire cosa succede dopo Kingdom Hearts III.

Quello che Melody of Memory vuole essere è una celebrazione di quello che è stato, con un (piccolo) anticipo di quello che sarà. E questa celebrazione, dobbiamo dirlo, è rivolta a chi la serie già la conosce. Anche se il gioco riassume (quasi) tutti i capitoli precedenti, infatti, la storia viene narrata in modo piuttosto frammentario, cosa che la rende difficilmente intelligibile da parte di un novizio alla sua prima esperienza con la serie. Approcciando il gioco con le giuste aspettative sarete in grado di godervi questo viaggio nei ricordi per quello che è, senza aspettarvi grosse novità che sarebbero state poco adatte per questa sede.

Un altro elemento in cui Melody of Memory non costituisce un passo avanti per la serie è il comparto tecnico. Si vede che il gioco non ha goduto dello stesso budget di Kingdom Hearts III, ed i modelli dei personaggi, così come le ambientazioni, richiamano più quanto visto nelle precedenti rimasterizzazioni.

Fortunatamente, vista la natura del gioco, il comparto tecnico passa decisamente in secondo piano, ma avremmo gradito una maggiore attenzione su questo fronte. Nulla da dire, invece, per quanto riguarda il comparto sonoro: esso può contare infatti sia sulle ottime tracce originali della serie Kingdom Hearts che sui brani classici dei film Disney e Pixar comparsi nella serie, offrendo un piatto decisamente ricco.

Theatrhythm Kingdom Hearts

Adesso che vi abbiamo detto cosa aspettarvi dalla storia di Memory of Melody, possiamo spostarci sul gioco vero e proprio. Partiamo dalla modalità principale, denominata Tour Mondiale. In essa andremo a ripercorrere in ordine cronologico gli eventi narrati nella saga di Kingdom Hearts fino ad ora, ovviamente sotto forma di livelli musicali da completare.

Sono presenti tre tipologie di livelli: Field, Memory Dive e Boss fight. La prima tipologia è quella predominante, che incontrerete più spesso nella vostra avventura. In questi livelli la nostra squadra di tre eroi (inizialmente avremo a disposizione solo Sora, Paperino e Pippo) si muoverà su un percorso su binari, incontrando lungo il percorso numerosi nemici ed ostacoli da sconfiggere a ritmo.

Il nostro obiettivo sarà quello di arrivare alla fine del percorso senza che la nostra salute arrivi a zero. Le meccaniche di gioco sono piuttosto basilari: L1, R1 e X sono i tasti dedicati all’attacco, e sono completamente interascambiabili tra loro. Nel caso in cui due o tre nemici compaiano alla stessa altezza, dovremo premere due o tre tasti, facendo così attaccare contemporaneamente due o tre dei nostri eroi, a seconda del bisogno.

Alcuni oggetti speciali richiedono la pressione del tasto triangolo per essere attivati; il tasto cerchio, infine, ci permetterà di saltare alcuni ostacoli e di raggiungere nemici volanti, e tenendolo premuto ci permetterà di volare per acchiappare file di note che ci garantiranno punti bonus.

Insomma, sono proprio le basi di un rhythm game, anche se la presentazione visiva ci fa quasi sembrare di essere all’interno di un normale action RPG targato Kingdom Hearts. Alcuni elementi RPG, peraltro, sono rimasti.

Innanzitutto, giocando arriveremo a sbloccare altre tre squadre di eroi, ciascuna con le sue peculiarità. Alla fine di ogni livello, riceveremo punti esperienza, che permetteranno ai nostri eroi di salire di livello e aumentare punti salute, attacco e difesa. In caso di difficoltà, dunque, potremo decidere di livellare un po’ i nostri personaggi prima di affrontare un livello ostico, anche se la presenza di tre livelli di difficoltà dovrebbe accontentare anche i novizi.

Potremo anche equipaggiare i nostri eroi con degli oggetti prima di iniziare una partita, magari dopo averli craftati grazie agli elementi raccolti giocando. In realtà, vi sconsigliamo di farlo a meno che non ne abbiate particolarmente bisogno. Questo perché ogni livello ha tre sfide da portare a termine per essere completato al 100%, e spesso queste chiederanno proprio di non utilizzare oggetti.

Passando invece ai livelli Memory Dive e Boss fight, essi cambiano nella presentazione, ma non nella sostanza. I livelli Memory Dive sono sostanzialmente tracce musicali cantate o dedicate ad un personaggio specifico; la differenza con i livelli Field sta che nei personaggi non corrono lungo dei binari, ma si muovono liberamente sullo schermo mentre sullo sfondo scorre un filmato.

Le boss fight, come intuibile dal nome, rappresentano le battaglie più epiche viste nella serie; in questo caso, vedremo al centro dello schermo i personaggi combattere, mentre le combinazioni di pulsanti da premere scorrono in basso. L’esperienza accumulata negli anni ha permesso al team di Square-Enix di confezionare un ottimo rhythm game, divertente ed appagante, complice anche l’ottima qualità dei brani utilizzati.

L’unico appunto che ci sentiamo di muovere riguarda proprio le boss fight, sicuramente la tipologia di livello meno riuscita: spesso e volentieri l’azione che avviene al centro dello schermo tende a distrarre dalle note che scorrono, visto il piccolo spazio che occupano sullo schermo. Si tratta comunque di una lamentela di poco conto, perché comunque i livelli di questo tipo non sono molti e, in generale, funzionano nonostante questo difetto.

Il mondo non basta

Passiamo adesso ai numerosi accompagnamenti alla portata principale, a partire dalla modalità Raccolta brani. Si tratta di una modalità abbastanza classica per questo genere, che ci permette di selezionare ed affrontare uno dei brani già sbloccati nella modalità storia. In questo caso, ovviamente, l’obiettivo è quello di ottenere il miglior punteggio finale possibile nei tre livelli di difficoltà disponibili. È possibile anche attivare alcune modalità extra per rendere il gioco più facile (e accessibile) o più difficile; in particolare, la modalità Uno solo ci permetterà di utilizzare un solo tasto per compiere ogni azione (rendendo tutto molto più semplice), mentre la modalità Artista renderà la partita più complessa grazie ad alcuni ostacoli aggiunti al livello, che renderanno però un maggiore compenso in termini di punteggio.

Ci sono poi due modalità multiplayer, una competitiva ed una cooperativa. Nella modalità competitiva potremo sfidare amici online (o in locale solo su Nintendo Switch) o la CPU in sfide in cui il vincitore sarà decretato dal punteggio finale. Si tratta di una gradita variazione sul tema, che potrebbe aggiungere ulteriore linfa vitale al gioco. Lo stesso possiamo dire della modalità cooperativa. Essa ci consente di completare i brani del gioco in compagnia di un amico in locale. In questo caso, un giocatore controllerà Sora e l’altro Riku, e la collaborazione sarà la chiave per ottenere il miglior punteggio possibile.

A chiudere la carrellata di modalità disponibili c’è il Museo. Non si tratta di una vera e propria modalità, quanto di un raccoglitore che conterrà tutto ciò che avremo sbloccato nel corso dell’avventura. E di collezionabili da sbloccare (giocando, ovviamente, ed ottenendo buoni punteggi) ce ne sono davvero tanti: dai filmati alle illustrazioni, dalle tracce bonus alle carte personaggio. Il gioco richiede circa dieci ore per essere completato, ma se vi appassionerà al punto da spingervi a raccogliere ogni collezionabile, le tempistiche possono tranquillamente raddoppiare. Non è poco, considerando che la longevità è spesso un tallone d’Achille per i giochi di questo genere.

Tirando le somme, dunque, Melody of Memory ci ha stupiti in positivo. Pur non essendo una vera e propria prosecuzione della serie, il gioco ci ha divertiti e sorpresi grazie ad una mole di contenuti che davvero non ci aspettavamo. Se siete appassionati di Kingdom Hearts e di rhythm game, non attendete oltre e fiondatevi sull’acquisto. Se invece siete interessati soltanto a scoprire i nuovi eventi narrati nel gioco, il nostro consiglio è quello di attendere, perché da quel punto di vista il gioco ha poco da offrire.

Se volete acquistare subito la nuova avventura musicale di Sora e compagnia, vi consigliamo di approfittare dell'ottimo prezzo proposto a questo indirizzo.

Voto Recensione di Kingdom Hearts: Melody of Memory - Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Gameplay semplice ma accattivante e divertente

  • Ottima qualità delle tracce

  • Pletora di contenuti disponibili

Contro

  • Tecnicamente un (prevedibile) passo indietro rispetto a Kingdom Hearts III

  • Le boss fight sono talvolta confusionarie

Commento

Kingdom Hearts: Melody of Memory ci ha stupiti grazie ad un gameplay semplice ma incredibilmente accattivante e divertente, unito ad un quantitativo di contenuti che è andato ben oltre le nostre aspettative. Nonostante alcune sbavature, ci sentiamo di consigliare l'acquisto del gioco a tutti gli appassionati di Kingdom Hearts e di rhythm game, con una sola avvertenza: non aspettatevi di vedere avanzare in modo significativo la storia della serie, perché non succederà qui.