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Ken il Guerriero | Salone degli eroi

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a cura di SirFran Snee

“Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti. Tuttavia la razza umana era sopravvissuta”.

Sono passati quasi 35 anni da che queste parole venivano pronunciate nella sigla di apertura di un anime giapponese destinato a entrare nel cuore di generazioni di fan dei prodotti nipponici e non solo. Qualcuno di voi era di fronte allo schermo della tv proprio quando andavano in onda le puntate per la prima volta, arrivate nei primi anni Novanta in Italia, altri hanno conosciuto questo iconico personaggio solo successivamente, leggendone il manga pubblicato in serie sul mensile Zero, e successivamente negli albi monografici della testata Z Compact. Con l’arrivo su console fino ai giorni nostri, è bene rispolverare Kenshiro, meglio noto come Ken, protagonista di Ken il Guerriero, di ritorno nel recentissimo picchiaduro pastiche di anime e manga, Jump Force. Proprio in virtù della sua presenza da lunga durata nel mondo mediatico, Ken si fa portavoce di una serie di riferimenti culturali di un certo spessore, così come risulta affascinante riscoprire le fonti ispiratrici dei suoi autori, Buronson (nome d’arte di Yoshiyuki Okamura) e Tetsuo Hara. Eroe sopravvissuto ai disastri ambientali in seguito a un devastante conflitto mondiale, scopriamo essere il 64º successore della scuola di arti marziali Divina Scuola di Hokuto, (meglio nota come Hokuto Shinken), oltre che essere un maestro di arti marziali di una tecnica di combattimento che può causare effetti devastanti negli avversari, oppure permettere il controllo sul corpo o la sua guarigione. Ricordato anche come “l’uomo dalle sette stelle di Hokuto”, in seguito alle cicatrici sul petto inflitte da Shin durante il rapimento di Julia, la sua amata. Kenshiro è una persona calma e di buon cuore, il suo carattere mal si adatta al mondo post apocalittico e proprio per la sua spiccata bontà si vede portare via Julia da colui che credeva un amico, il guerriero di Nanto Shin.

Ken il Guerriero

Per quanto ci possa sembrare incredibile, o forse no, Ken è stato protagonista di parecchi titoli videoludici, alcuni dei quali uscirono prima in Giappone e poi nel resto del mondo, soprattutto se ci riferiamo ai primissimi giochi negli anni Ottanta. E’ il caso di  Hokuto no Ken, “Pugno delle stelle del nord”, o “Pugno dell’Orsa Maggiore”, perché Ken, scritto con il kanji utilizzato in Kenshiro, significa pugno, e Hokuto indica in giapponese il Grande Carro. Titolo uscito nel 1986 per il NEC PC-8801, primo titolo di una serie dedicata al nostro guerriero imbattibile, che non ha forse goduto della stessa fama di altri titoli tratti da manga e anime, ma ha dato segnali di quanto fosse importante e rinomato il personaggio in questione. Frutto di una trama ampia e complessa, sono diversi i temi che contraddistinguono questo personaggio e la sua storia, avvicinandolo ad altri giochi di chiara matrice nipponica. Prendiamo in considerazione le lotte intestine in famiglia, che portano allo scontro Ken contro il fratello Jagger e l’avversario più temuto, l’altro fratello, Raoul. Una storia che ricorda parzialmente le vicende della trama di Tekken, un paragone che accosta non a caso due saghe famigliari ambientate nel Sol Levante e segnate dalla passione ancestrale per le arti marziali.

Non è da meno la questione legata al suo cognome: nel fumetto pilota, il giovane protagonista si chiamava Kenshiro Kasumi. Nella serie classica non si fa menzione della cosa, ma quel cognome torna nel prequel a fumetti Ken il guerriero: Le origini del mito, avente per protagonista lo zio di Ken, un altro Kenshiro Kasumi, senza troppa inventiva nella scelta dei nomi. Potremmo parlare di “copiatura” anche per la nascita vera e propria del personaggio, concepito e creato in modo malcelato secondo la matrice di Mad Max. E’ soprattutto il secondo film della serie a influenzare il concept di Ken per le fattezze fisiche, attingendo pienamente dall’opera di George Miller, presentandoci un eroe con lo stesso abbigliamento di “Mad” Max Rockatansky di Mel Gibson, oltre che molti nemici da affrontare, il setting e la psicologia del personaggio.

Ken il Guerriero

La forza di questo anime è la capacità di mostrare una vasta gamma di emozioni umane: ogni personaggio viene mostrato in preda alle proprie emozioni, negative o positive, così come molti dei beniamini incarnano una particolare virtù. In un mondo devastato e sconvolto dalla guerra, ogni essere umano sopravvissuto viene messo alla prova e la sopravvivenza diviene necessità quotidiana. Con sensibilità, intelligenza e attenzione ai particolari, notiamo la disperazione, la voglia di sopravvivere in una terra senza legge proprio perché tutto questo ci viene mostrato con crudezza e senza troppi sconti, se non per il sangue luminoso che usciva dai corpi in esplosione. Certamente una visione non adatta ai giovanissimi, ma che per chi era un po’ più grande era davvero novità nel mondo dei cartoni animati del tempo.

Un uomo solitario e silenzioso, un tipico eroe di Sergio Leone, dritto per la sua strada, lungo un percorso reso più arduo dal ruolo di salvatore, che sta non troppo stretto addosso a Ken e, qualora lo fosse, sa sfogare molto bene le difficoltà di queste circostanze con la violenza sempre maggiore che scarica sui nemici, senza risparmiare troppi colpi bassi. Contenuti forse troppo violenti, quelli delle vicende dell’eroe post-apocalittico, non solo per il pubblico “sensibile” di casa nostra: anche in Giappone, il team creativo, preoccupato per la violenza visiva dell’anime, decise di trasformare le esplosioni cerebrali in giochi di luce, rendere quanto più grotteschi possibile gli avversari enormi affrontati da Ken e altre censure. Questo non ha evitato che il nostro eroe venisse accantonato e nascosto dalla polvere del tempo e della censura: dai cabinati alle portatili, fino a tie-in su PlayStation, arrivando ai giorni nostri, Ken non ha risparmiato ai giocatori la partecipazione da protagonista o da comprimario nei roster di picchiaduro e beat ’em up, come Fist of the North Star: Lost Paradise dello scorso anno.

Hokuto

Una storia lunga, quella di Ken il Guerriero, che ha valicato i confini di qualsiasi medium o quasi, passando dai tipici anime e manga ai film, videogiochi e qualche musical, basato sulla falsa riga di questo personaggio, che ci ha scortati su parecchie piattaforme videoludiche, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ancora integro, sempre sopravvissuto e in lotta costante con i nemici che gli sbarrano la strada, dichiarando a gran voce che il mito dell’eroe del Sol Levante à la Sylvester Stallone non ha intenzione di tramontare.

Voto Recensione di Ken il Guerriero | Salone degli eroi - Recensione


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Commento

Una storia lunga, quella di Ken il Guerriero, che ha valicato i confini di qualsiasi medium o quasi, passando dai tipici anime e manga ai film, videogiochi e qualche musical, basato sulla falsa riga di questo personaggio, che ci ha scortati su parecchie piattaforme videoludiche, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ancora integro, sempre sopravvissuto e in lotta costante con i nemici che gli sbarrano la strada, dichiarando a gran voce che il mito dell'eroe del Sol Levante à la Sylvester Stallone non ha intenzione di tramontare.